Con grande coraggio
e tanta voglia di superare ogni difficoltà la Stella Alpina ha dato
il via alla riapertura della stagione di gare di regolarità per auto
storiche. E lo ha fatto con professionalità e attenzione,
modificando di poco i programmi nel rispetto delle norme anti-Covid
ma mantenendo le tradizionali qualità che contraddistinguono la
gara: percorso entusiasmante, ospitalità all’eccellenza ed un
tocco di internazionalità come si conviene ad una rievocazione
storica della Stella Alpina che si svolge oramai ininterrottamente da
35 anni nella formula della regolarità classica per auto storiche, e
che ricorda la prima edizione della leggendaria gara in salita corsa
per la prima volta nel 1947, sulle strade del Trentino.
Il coraggio degli
organizzatori, Scuderia Trentina e Canossa Events, è stato premiato, ed in molti sono accorsi a Trento
per la disputa di questo evento di tre giorni, dal 26 al 28 giugno,
che quest’anno è stato davvero speciale. Più di settanta le auto
al via, suddivise in due gruppi: le storiche più prestigiose e le
splendide modernissime Ferrari del Tributo al Cavallino, tutte ugualmente impegnate su 46
prove di regolarità a tempo imposto e 6 prove a media sulle strade
più belle e impegnative delle Alpi. Ma la Stella Alpina non era solo
destinata ai driver più competitivi, ed un piccolo numero di
partecipanti ha infatti percorso le stesse strade della gara con una
rilassante manifestazione turistica, apprezzando senza vincoli di
tempo le soste alle Cantine di Toblino e sulle cime dei passi alpini.
Per questa edizione
suddivisa in tre tappe la regia della gara aveva scelto un programma
originale. La partenza da Trento, dall’Aeroporto G. Caproni, dove i
concorrenti hanno potuto visitare il singolare museo dell’aria, ed
i pernottamenti tutti a Madonna di Campiglio, nel cuore delle
Dolomiti; l’arrivo finale ancora nei pressi di Trento a Villa
Bortolazzi, per poter allestire la cerimonia di chiusura e le
premiazioni in un suggestivo parco, il tutto all’insegna della
sicurezza e del rispetto delle regole di distanziamento. Anche il
percorso di gara ha subito alcune variazioni rispetto alle passate
edizioni: tante strade di montagna, tanti paesaggi imperdibili come
sempre, ma evitando le strade sempre troppo affollate dei classici
passi alpini del Pordoi, del Sella e del Gardena. Questa volta,
invece, i concorrenti hanno potuto assaporare, senza il fastidio del
troppo traffico, i passi meno conosciuti ma non meno impegnativi
della Mendola e del Daone, del Lavazè e del Duron, oltre alle
classiche salite a Cavalese e Madonna di Campiglio. Auto e piloti
hanno dimostrato di apprezzare la scelta, ed anche la possibilità di
disputare tutte le prove su strade tortuose ma poco trafficate.
E dire che fra le
auto in gara c’erano alcune veterane delle corse, come la BMW 328
del 1938 dell’equipaggio Facchini/Olivetti e la Austin Healey 100
del 1955 di Bucchi/Snelli. Altrettanto ammirata è stata la BMW 507
del 1957 dell’equipaggio inglese Bellm/Bellm, padre e figlio
arrivati in auto dalla Cornovaglia, non certo gli unici stranieri
presenti, visto che fra il nutrito gruppo dei Ferraristi non
mancavano equipaggi svizzeri, inglesi e tedeschi.
Alle classifiche
ora: la vittoria è andata alla coppia (padre e figlio) Mario e
Roberto Crugnola su Lancia Fulvia HF, arrivati davanti a Riccardo Roversi e e Michele Bellini su Fiat 1100 che si è aggiudicata anche il Trofeo Stella Alpina per le auto ante 1957, e ai giovani
Michele Lafortezza e Ilaria Carturan su Lancia Fulvia 1300, che hanno
scalato la classifica di tappa in tappa, . Al quarto posto, all’esordio con la Alfa Romeo
Giulia che ha corso nel 2016 la Parigi Pechino, Ermanno De Angelis e
Nunzia Del Gaudio della Scuderia del Portello. A chiudere la top five
Andrea Giacoppo e Daniela Grillone Teciou con la Mercedes 230 del
Team Bassano, vincitori della classifica delle prove a media.Tra le Ferrari moderne a imporsi è stata la coppia composta da Giovanni Carretti e ANtonellaFurlan su ferrari 488 spider che hanno preceduto Enrico Zobele e Ivana Trentinaglia su Ferrari 812 Gts., la Coppa delle Dame è andata a Patrizia Montagni e Sveva Fossati su Mercedese 280 mentre il premio per gli Under 30 è stato vinto da Cuiro Agostini e Diletta Montani su Alfa Romeo Giulia..
Tanti i premi ed i
regali, ma con una particolare attenzione alla solidarietà: infatti,
anziché gadget e premi per i concorrenti, parte del ricavato della
manifestazione è stato devoluto all’Associazione trentina per
l’Autismo.