Tabula Peutingeriana |
E’ una mappa singolare, che va dalle Colonne d’Ercole (lo Stretto di Gibilterra) fino all’India, con la sola mancanza della Britannia e della penisola iberica (la Spagna), non perché non fossero conosciute, ma perché queste porzioni della mappa sono andate perdute.
La tabula si estende fino all’estremo limite orientale, disegnando anche (non sappiamo se per conoscenza diretta o per sentito dire) le terre al di là del confine dell'Impero romano (oltre all’India, si riconosce la Birmania, l’isola di Ceylon, Le Maldive e la Cina).
Proprio la sua connotazione estremamente moderna e pratica di carta stradale la rende tanto singolare. I territori risultano schiacciati e allungati per venire incontro alle esigenze di privilegiare il disegno dei percorsi stradali, lastricati e non, rendendo per sommi capi le parti geografiche (mari, colline e catene montuose, fiumi e città, grandi foreste e zone desertiche). Anche il riferimento ai punti cardinali viene abbandonato per privilegiare la direzione delle strade, tanto che interi territori assumono una posizione leggermente deformata rispetto alla realtà e i paesi ritenuti più importanti occupano una superficie maggiore rispetto a quella reale. Ad esempio, l’Italia è disegnata in posizione orizzontale invece che secondo la classica direttiva nord-sud, e si estende su ben cinque pergamene.
L’intero sistema viario è invece dettagliatamente disegnato, con i suoi elementi salienti: punti di sosta per il cambio dei cavalli, guadi di fiumi e traghettatori, passi di montagna, e addirittura le strade a senso unico! Non mancavano, ovviamente, le indicazioni delle distanze esatte tra un centro abitato e quello successivo, espresse in miglia romane oppure in leghe (per la Gallia), nonché le informazioni "turistiche", con l’indicazione, ad esempio, dei centri termali oppure di vere e proprie osterie con tanto di nome. Insomma, una sorta di guida Michelin ante litteram.
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