Tutti felicemente arrivati alla meta il 19 agosto in Italia gli oltre 60 equipaggi della Mil-Lon Marathon, la manifestazione che ha portato da Milano a Londra le auto più belle, storiche e moderne, per una scorrazzata attraverso l'Europa lunga più di 3.500 chilometri.
Tutti, anche Emanuele Azzali, il più coraggioso e tenace, sulla sua Fiat 500 A "Topolino" del 1938 che, a dispetto delle tante difficoltà, ha macinato strade e autostrade, azzeccato il percorso e sfidato persino il traffico caotico di Londra per compiere la sua impresa. Non che la cosa sia stata semplice: fra varie rotture, fra cui quella al cambio, che gli ha fatto percorrere la maggior parte del tragitto utilizzando solo la terza e la quarta, ed un radiatore "rattoppato" che lo ha costretto a frequenti "riabbeveramenti", Emanuele ha dovuto impegnare tutta la sua grinta per non rinunciare. D'altronde non è stato l'unico a dover affrontare le insidie di un viaggio così lungo: molte delle vetture storiche hanno avuto bisogno di ogni genere di assistenza, fra cambi, cuscinetti, pneumatici e avviamento. Ed in tutti i casi si è dimostrato essenziale l'apporto tecnico e la preparazione di Claudio Locatelli e del suo team della Pole Position.
Onore anche ai primi classificati nelle varie gare di corredo alla maratona, quella di regolarità soprattutto, che con le sue quasi 60 prove ha visto una combattuta battaglia, con la vittoria finale della coppia di top driver Rimondi-Fava su Porsche 911 davanti a Bonfante-Bruno su Alfa Romeo Duetto.
La Mil-Lon Marathon ha dimostrato così, alla sua seconda edizione, di aver individuato tutti gli elementi giusti per programmare una manifestazione di questo tipo, non ostante qualche piccolo intoppo dovuto alla complessità dell'evento. Punti di forza sono stati la scelta di un team di assistenza efficiente e soprattutto un supporto di ben due auto sostitutive, trasportate su carrello, che hanno seguito i partecipanti per tutto l'evento, disponibili in caso di inconvenienti tecnici non risolvibili. E il caso ha voluto che una di queste sia servita proprio per sostituire la Fiat Multipla dei cronometristi....
Ma la validità della Mil-Lon Marathon (ed anche la sua indubbia difficoltà organizzativa) sta nell'aver predisposto un programma mirato a soddisfare molte esigenze: quelle di chi ama la regolarità classica, quella di chi vuol fare solo del turismo, quella di chi vuole correre in pista, sia con vetture d'epoca che moderne. Trovare occasioni per tutti è stata un'impresa che Roberto Violini, il "patron" dell'evento, ha gestito con disponibilità e abnegazione. Il plauso finale di tutti i concorrenti crediamo lo abbiano ripagato di tanta fatica.
Tutto è cominciato il 9 agosto, a San Colombano al Lambro (già di per sé un piccolo tesoro di storia e di arte), a pochi chilometri da Lodi, con una serata a cena fra tutti i partecipanti per conoscersi. Dopo le verifiche ed una visita al Castello, pizza in piazza per tutti, con l'attesa della partenza.
Il 10 agosto, lasciato San Colombano, il primo approccio con la competizione a Cervesina (PV) al Circuito Tazio Nuvolari per le 3 prime prove di regolarità sul piazzale ed i giri in pista nel circuito per gli appassionati. Ripartiti poi verso il fresco, le auto hanno scavalcato il Passo del Gran San Bernardo (dopo un'altra serie di prove di regolarità ad Aosta) per scendere in territorio svizzero. Attraversata Losanna e costeggiato il lago, i concorrenti sono arrivati ad Aubonne per la prova di media sulla salita del Col de Marcharuz. Un fiume di pioggia li ha poi accompagnati alla fine tappa di questa prima giornata, forse la più lunga, di 500 chilometri, fino a Pontarlier, piccolo villaggio francese dove una volta monsieur Pernod inventò il suo celebre aperitivo.
Il giorno seguente, 11 agosto, un percorso non molto più breve, ma ricco di suggestioni turistiche: dalla visita alle saline di Salins Les Bains (un complesso industriale che, con varie fasi di sfruttamento, risale al 1700), a quella all'abbazia di Saint Seine l'Abbaye, solitaria costruzione gotica in un paese pressoché oramai disabitato, fino a Chatillon sur Seine, con il suo celebre cratere di Vix, spettacolare opera in bronzo di epoca greca, ornamento e tomba di una principessa celtica.
Nella stessa giornata, ancora una serie di prove a Celles Sur Ource, oramai in piena regione dello Champagne (graditissima la degustazione alle cantine Vezien) ed altre tappe di degustazione ad Epernay prima dell'arrivo a Reims.
Da qui il giorno successivo una spettacolare prova sull'antico circuito stradale di Reims, dove i G.P. di Formula 1 si sono corsi fino al 1963 (l'ultimo con la vittoria di un giovanissimo Jacky Ickx). Poi alcuni dei concorrenti hanno preso la via di Parigi, dedicando alla ville lumière una veloce visita, con ripartenza da sotto la Tour Eiffel, mentre altri hanno visitato Reims concedendosi poi un relax nel paesino di Laon, raccolto intorno ad uno splendido complesso religioso del XIII° secolo. Per tutti poi una corsa verso Calais per l'imbarco sui traghetti che sbarcano a Dover.
La giornata del 13 agosto, sotto un clima tipicamente inglese, dopo una serie di prove cronometrate, prevede per tutti il battesimo della guida a sinistra, lungo la motorway per Beaulieu attraversando il parco nazionale New Forest e con una sosta al castello di Arundel, sede e sepoltura dei duchi di Norfolk.
Al pomeriggio torna il sole, e tutti si ritrovano nel centro automobilistico di Beaulieu, dove con stravaganza tutta inglese sono stati raccolti in un museo alcuni dei più begli esemplari di automobili da strada (singolari le ricostruzioni di una pompa di benzina e di un'officina inglese dei primi anni '30) ed alcune vetture da record di velocità. Nell'annessa arena con pista go-kart si disputa un'altra serie di prove cronometrate, tutte concatenate, e già si delineano i primi distacchi fra i più precisi al cronometro e gli altri equipaggi. Alla sera arrivo a Stonehenge, splendida visione con un limpido tramonto, e poi per tutti il riposo in hotel.
Ancora una tappa impegnativa il 14 agosto, con una serie di opportunità che, però, a causa del meteo e di alcune difficoltà al circuito di Silverstone, disperdono il gruppo. Per i turisti la meta principale diventa Oxford e la sua celebre sede universitaria, per gli altri Truxton ed il suo circuito, per gli appassionati di Formula 1 una visita a Silverstone, dove però non si disputano le prove previste (saranno poi recuperate a Colmar-Berg). Per tutti la meta finale è Londra.
Nei giorni successivi viene lasciata ai partecipanti la piena libertà di visitare la città a proprio piacimento, e le occasioni non si sprecano in questa capitale che offre tantissime opportunità: dai musei di arte e di storia ai centri dello shopping, dai teatri ai monumenti più conosciuti, fino al mercato dell'antiquariato di Camden Town.
L'appuntamento è per la cena di saluto a Londra al Ristorante Piccolino di Piccadilly per il 15 agosto. Il 16 agosto, invece, si parte per ritornare in Francia attraverso Canterbury e Dover. L'arrivo è a Calais da dove, il giorno successivo, 17 agosto, si parte per il Lussemburgo attraversando Chimay e la sua abbazia, e ancora per alcuni la possibilità di fare una visita veloce all'autodromo di Spa-Francochamps. All'arrivo poco prima di Lussemburgo nel circuito di preparazione dei piloti Goodyear, l'accoglienza dell'ingegner Panucci che in questo sito ha creato una meravigliosa pista di educazione alla guida sicura, dove i lussemburghesi neopatentati sono chiamati a fare le loro obbligatorie prove di guida. E qui gli appassionati della regolarità hanno la possibilità di sfogarsi, mentre gli amanti del brivido inanellano giri veloci sulla pista della Goodyear.
La serata si conclude all'Hotel Melia di Lussemburgo, a pochi passi dai palazzi delle istituzioni europee.
La tappa del 18 agosto prevede il passaggio per due grandi città francesi, Metz e Nancy, abbellite da splendide cattedrali, e il passaggio attraverso l'Alsazia fino alla rocca di Dabo, splendido picco sulla piana attraversata dal Reno e dalla Marne. C'è anche tempo, per i turisti curiosi di vedere tutto, di fare una puntata a Strasburgo, visitando la città vecchia distesa su una rete di piccoli canali. A Dabo si svolge la prova di regolarità in salita sulle pendici che salgono alla Rocca. Poi da qui una veloce discesa verso Mulhouse con una toccata di sfuggita alla sede Bugatti di Molsheim.
La serata a Mulouse è tutta riservata alle premiazioni, e sono in tanti a ricevere un trofeo, chi per la vittoria nella prova a media, chi per la prova singola alla Rocca di Dabo, chi per la classifica delle prove di regolarità. Ma i premi più apprezzati sono quelli attribuiti ai personaggi di questa Mil-Lon Marathon, dal team dell'assistenza, che con la sua simpatia e competenza ha saputo dare una mano proprio a tutti, a quello all'auto più rappresentativa, attribuito ovviamente alla Topolino di Mr. Azzali, vincitore morale di questa maratona.
L'ultimo giorno è quello degli arrivederci, con ancora una visita turistica interessantissima, quella al museo dell'automobile di Mulhouse, dove, oltre alla storia della Bugatti, si può ripercorrere l'intera storia dell'automobilismo. Poi tanti chilometri ed una serie di passaggi al volante impegnativi, come quello per il passo del San Gottardo e la discesa per il pavè della Tremolada, celebre strada in discesa dalla Svizzera all'Italia, dove infine si arriva per la cena d'addio a Porto Ceresio sulla sponda italiana del lago di Lugano.
Ed alla fine di questa lunga corsa che ha attraversato gran parte dell'Europa le felicitazioni e gli abbracci non sono formali, ma sentiti. Anche se stanchi o preoccupati per le proprie vetture, tutti si sentono rinfrancati e soddisfatti, consapevoli di aver fatto una grande impresa.
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