sabato 2 settembre 2023

FINIS TERRAE, ITINERARIO AL CONFINE DELLA TERRA

La maniera più emozionante per avvertire la potenza del mare e il senso dell’ignoto è un viaggio in Bretagna. Percorrendo le strade e i sentieri della costa si può avvertire quello stesso sentimento di paura e insieme di curiosità che fin dall’antichità ha dato il nome a questi angoli remoti. Finistère è infatti il nome di uno dei dipartimenti francesi, quello più estremo e proteso verso l’Oceano, impetuoso e misterioso, che a volte batte possente contro le scogliere, a volte avanza e si ritira, secondo le cadenze delle maree, su spiagge di sabbia deserte e compatte.
A Nantes, città che vale una visita, se non altro per apprezzare come si può trasformare un porto fluviale in uno splendido itinerario di parchi e viali, percorribili a piedi o in bici, da non perdere il Palazzo dei Duchi di Bretagna e il Passage Pomeraye, splendida galleria Art-Déco. Da Nantes si scende velocemente verso sud. Le strade in Bretagna sono comode e veloci, ampie statali dall’asfalto perfetto, immerse nei boschi, e presto si arriva senza difficoltà a Vannes, splendido borgo dalle case a graticcio, che si apre su un’incantevole porticciolo turistico. Silenziosa e accogliente, Vannes  è da scoprire passeggiando per le sue stradine, costeggiando mura di pietra ed ammirando i colori delle balconate. Alla sera accoglie i turisti, mai troppo numerosi, con le sue crèperies dove si assaggia il sidro e si gustano le galettes (simili alle crèpes, ma fatte con grano saraceno), accompagnate da formaggi e salumi, fra cui la saporita andouille de Guémené.
Da Vannes l’tinerario prosegue verso ovest, seguendo la costa, e dopo poco più di mezz’ora si arriva a Carnac, coi suoi celebri megaliti. Carnac non è un sito archeologico, ma un’agglomerato di siti, tutti contraddistinti dalla disposizione, secondo allineamenti e architetture ancora oggi misteriose, di grandi blocchi di granito piantati nel terreno (i menhir) o disposti “a tavola” (i dolmen). I siti risalgono all’era neolitica, e sono visibili seguendo percorsi pedonali che li costeggiano. Ma si può anche scegliere di visitarne uno, più piccolo ma meno circondato dai turisti, a La Trinitè sur Mer. E’ il sito di Petit Ménec, e qui i megaliti non sono visibili da un percorso pedonale, ma liberamente accessibili, si possono vedere da vicino, persino toccare, provando a comprendere quali linee segrete volessero segnare.
Da La Trinitè sur Mer parte il percorso lungo la penisola di Quibéron: una lunga scia di spiagge luccicanti a perdita d’occhio, meta degli appassionati di surf e di landsailing, i velocissimi tricicli a vela che ingaggiano vere e proprie regate sulle strisce di sabbia rese compatte dalle maree.
Da Quiberon i battelli conducono alla Belle-Ile en Mer per una escursione. Da ammirare questa grande isola, la maggiore della Bretagna, contraddistinta da giardini e fiori. Molto più evocativo, però, di un rapporto stretto con il vento e con il mare, è senza dubbio il vicino arcipelago di Glénan, sede della più celebre scuola di vela francese.
Per chi segue la terraferma, invece, sosta immancabile è il dolcissimo paese di Pont-Aven, luogo prediletto da Gauguin per i suoi scorci naturali e la luce del paesaggio: un fiume attraversa il paese, scorrendo su pietre levigate e sotto le pale dei mulini ad acqua, alcuni ancora attivi. Gauguin rimase talmente incantato da questo scenario d’altri tempi che qui fondò una scuola di pittura, ed ancora oggi molti artisti hanno scelto questo luogo per i loro ateliers, in un susseguirsi di eleganti case di pietra e magazzini, cappelle isolate e un castello in rovina.
La strada costiera prosegue verso Concarneau, città murata che conserva il fascino di un borgo di pesca e insieme luogo d’arte e cultura. Passeggiare lungo i suoi bastioni è più interessante che perdersi nelle sue viuzze, sempre troppo affollate di turisti e contraddistinte da immancabili negozi di souvenirs. Per ammirare il tramonto si prosegue verso Pointe du Raz, una falesia di 70 metri a picco sul roboante oceano Atlantico: all’orizzonte solo il faro dell’Ilot de la Vieille, in lontananza l’isola di Sein e dietro la brughiera battuta dai venti. Da qui si può scegliere di fermarsi a Douarnenez o proseguire verso Morlaix. Vale la pena di fermarsi un poco a Pleyben ad ammirare la chiesa parrocchiale di Saint Germain e il suo calvario, prima di tagliare per l’interno. Qui si attraversa uno degli angoli più sperduti e deserti della Bretagna: un paesaggio lunare con colline che si elevano spoglie, sormontate da cappelle votive o croci di granito. E’ il Parco Naturale del Mont d’Arrée, luogo magico evocato da leggende celtiche, al cui centro si apre un lago artificiale, che a volte s’ingrandisce e a volte si prosciuga, lasciando apparire i resti di un antico villaggio.
La baia di Morlaix è un articolato fiordo da percorrere lentamente, fermandosi a Saint Pol de Léon ad ammirare la cattedrale gotica e proseguire fino alla punta, a Roscoff, cittadina portuale ricca di storia. I lunghi moli e le mura di pietra, le dimore antiche e la chiesa, il faro e la passeggiata sulla striscia di sabbia che si rivela quando la marea si ritira fino alle isole e agli scogli che chiudono la piccola baia sono un paesaggio indimenticabile.
Percorrendo la baia di Morlaix sull’altro lato si costeggia Carentec ed il castello di Taureau per affacciarsi sulle spiagge di Locquénole e raggiungere il monumentale Cairn di Barnenez: un complesso megalitico di sepolture dalle mura ciclopiche. Si prosegue lungo la costa fra massi di granito rosa e spiagge bianche: per non perdere l’odore del mare bisogna proseguire fino a Cap Fréhel. Il suo faro monumentale è fra i più famosi di Francia.


Da qui si torna un po’ indietro e si arriva finalmente a Saint-Malo. Per comprendere al meglio la posizione strategica di questa città, che è insieme un porto e una fortezza, sede di armatori e di corsari, conviene fermarsi un po’ prima, a Saint Servan, e salire al Mémorial ‘39-45. Qui, dall’alto dei bunker tedeschi che costituivano uno dei punti chiave del Vallo Atlantico, si può capire la configurazione della costa che ha reso Saint-Malo un luogo unico. A sinistra la baia de la Rance con la cittadina di Dinan, e poco sotto i forti tedeschi la Tour Solidor e la rada Vauban, sulla destra Saint-Malo Entre Muros (la cittadella racchiusa dai bastioni, collegata alla terraferma dal lungo molo), e in lontananza alcuni scogli sormontati da forti del XVIII° secolo, che formano un unico baluardo fino all’isola di Cèzembre che accoglieva un tempo i corsari "non legali" (cioè non in possesso di una patente delRe), non ammessi a Saint-Malo. L’isola nel ‘44 era divenuta l’ultimo punto di difesa tedesco a cadere (sette giorni dopo l’entrata degli alleati a Parigi).
La visita di Saint-Malo non richiede un itinerario preciso, né mete consigliate: si fa a caso, salendo e scendendo dai bastioni, ammirando dall’alto il panorama delle case affacciate sul mare, o dal basso osservando le grandi porte d'accesso o le facciate delle case, o ancora perdendosi nelle vie larghe e strette che salgono dal Castello dei Duchi di Bretagna verso la cattedrale di Saint Vincent, oppure cercando angoli nascosti ed eleganti café. La città è però troppo perfetta, coglierne l’anima è difficile, forse perché è stata quasi totalmente distrutta durante le ultime fasi della seconda Guerra mondiale, e la sua ricostruzione è durata fino al 1972.
Molto meglio, allora, volgersi a guardare il mare: qui e lungo la costa le barche a vela sfrecciano veloci, sfruttando un vento che non manca mai, in viaggio sulla Route du Rhum, la regata transatlantica con destinazione Guadalupa.

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