Pubblichiamo volentieri questo resoconto di Oreste Morzenti
Era il titolo di un film, un capolavoro del maestro Ettore Scola, nel quale due
mostri sacri come Sofia Loren e Marcello Mastroianni recitavano, con pochi
altri attori, una delle opere più toccanti e commoventi della nostra
cinematografia.
Mi è venuto in mente sabato scorso 15 giugno, mentre nel tardo pomeriggio
lasciavo l'Alpine Centre di Viale Certosa, a Milano.
Perchè ho ripensato a quet titolo? Perchè quel giorno, per me, è stato
davvero insolito e particolare.
Invitati dallo staff italiano di Alpine, avevamo assistito in diretta alla
partenza della 24 Heures du Mans.
Le immagini sul monitor non erano quelle ufficiali dell'ACO, ma una cosa
molto più interessante ed emozionante. Si trattava dell'on-board camera,
direttamente dall'abitacolo della A470 Alpine, che 24 ore dopo avrebbe
trionfato nella sua categoria, la LMP2, con un prestigioso sesto posto
assoluto.
Tutto era cominciato alle ore 13,30, con una titpica accoglienza in stile Alpine.
Gentilezza, amicizia, convivialità. Questa è la ricetta che accomuna gli eventi
che si svolgono nel nome della marca con”le A flèché", la A con la freccia.
L'universo Alpine è una grande famiglia. Quando quelli come me,
innamorati persi della Berlinette, si trovano in mezzo a queste vetture, la
cosa più bella che notiamo è che non ci sono divisioni sociali.
Non c'è classismo, nè gelosia e nemmeno invidia. Si respirano solo amicizia e
condivisione. Non solo perchè la vista di un buon numero di A110, nuove
ed antiche in questo caso, genera in noi lo stesso sentimento di gioia e di
passione per la marca.
Il motivo, secondo me, è che il nome Alpine si traduce sempre in qualche
cosa di magico, di sorprendente. Ogni volta si ritrovano vecchi amici (tra cui
il presidente del CRAGI, Giorgio De Luca, giunto espressamente dalle sue
lontane terre friulane), si fanno nuove conoscenze, e si condivide la passione,
per il solo piacere di trovarsi insieme.
Un ricco brunch, che ci ha permesso di nutrirci e dissetarci a nostro
piacimento, è stato preceduto dalla consegna di un simpatico omaggio ad
ogni partecipante. Uguale per tutti, ricchi o poveri, possessori di Berlinette o
semplici appassionati, perchè nel mondo Alpine non si fanno differenze.
Siamo tutti sullo stesso piano e non ci sono preferenze per nessuno. Il fatto
che il nuovo corso Alpine, che ha appena mosso i suoi primi passi, mantenga
questa caratteristica conviviale, dimostra che le persone che stanno
svolgendo questo lavoro hanno capito alla perfezione qual'è lo spirito della
marca che amiamo da tanti anni.
La presentazione in video della nuova A110 S, direttamente dalle voci dei
tecnici della fabbrica di Dieppe, è stato il giusto preludio all'avvenimento
“clou” della giornata, la partenza della 24 ore.
E come sempre, l'argomento delle conversazioni si è sviluppato sulla tecnica,
sui motori e sulle prestazioni. Per poi sfociare nella discussione di progetti
futuri, uniti al ricordo di incontri passati, linfa vitale per chi vive di questa
passione.
Come dicevo all'inizio, una giornata particolare.
Mentre attraverso la città, diretto verso casa, non posso fare a meno di
ritornare con la mente indietro nel tempo, ai primi anni settanta, quando mi
capitò, ancora bambino, di innamorarmi della Berlinette, vedendo in TV un
reportage sul rallye di Montecarlo. Da quel giorno sono passati quasi 50 anni,
ed è piacevole accorgersi, dopo tanto tempo, che le cose belle ed i sentimenti
sinceri non hanno tempo. Non si esauriscono mai, e ci aiutano a vivere.
La magìa dell'Alpine è anche questo, e sono certo che durerà ancora per molti
anni.
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