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La Mini Cooper del vincitore |
Passo Rest,
Sella Cianzutan,
Piancavallo,
Pala Barzana o il
Passo Duron, nomi sconosciuti ai più, ma che suscitano forti ricordi a chi ha vissuto, negli anni ’70, la grande stagione dei rally. Il
San Martino di Castrozza, il
Rally delle Alpi Orientali, il
Piancavallo, si correvano qui. Strade a volte asfaltate, altre volte no, perennemente umide di pioggia o di nebbia, discese fra boschi mai calpestati, al punto che la vegetazione crea gallerie ininterrotte. Non c’è, nelle Dolomiti friulane, l’ampiezza di sguardo delle Alpi trentine, ma spesso le vette di pietra si aprono all’improvviso attraverso gli alberi, dopo chilometri percorsi senza vedere nulla, né un paese né una casa. Tutto ha un gusto selvaggio e incontaminato.
Questo è l’ambiente in cui ogni anno si svolge il
Piancavallo Revival, una gara di regolarità per auto storiche, prova classica del
Supertrofeo Asi Gino Munaron, che vede le auto storiche dei rally protagoniste assolute. Oltre alle
Lancia Fulvia Coupé, nelle versioni
1300,
HF e
Montecarlo, con me ci sono le
Alpine A110, le
Porsche 911, le
Mini Cooper, le
Opel Ascona, le
Fiat 124 spider. Tutte impegnate in questa gara che quest’anno è giunta alla sua decima edizione, sotto la regia del Club pordenonese
Ruote del Passato.
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Porsche 911 |
Partiamo da
Fossa Mala, un’azienda agricola immersa nel verde della campagna friulana, a Fiume Veneto, sabato mattina, 14 luglio, cuore dei
vini della destra del Tagliamento. Si punta subito verso la montagna con la classica salita al Piancavallo una serie di tornanti articolati, ripidi, con una vista mozzafiato sulla pianura friulana. Lo scollinamento arriva all’altezza di 1.500 metri, dopo undici tornanti ed un ricordo particolare all’indimenticato Icio Perissinot ideatore e organizzatore del
Rally Piancavallo. Si prosegue poi per la spettacolare discesa verso Barcis e la Pala Barzana, per arrivare poi al mitico
Passo Rest, la porta della Carnia, che dalla provincia di Pordenone sconfina in quella di Udine.
Quindi, dopo una serie di prove concatenate nel circuito di guida sicura di
Tolmezzo, veloci e impegnative anche per i regolaristi, davvero insidiose sotto la pioggia battente, si arriva a Tolmezzo, con l’esposizione delle auto in piazza. Dopo il pranzo, via per la lunga tappa pomeridiana per raggiungere Paluzza, Logosullo e Paluaro e scendere quindi a valle, passando per Colloredo di Monte Albano e correndo lungo le mura del
castello di Venzone prima dell’arrivo della prima tappa ad Udine.
Domenica, la seconda tappa tre le colline friulane, da Udine a Pordenone, con una sosta al Villaggio del Fanciullo prima dell’arrivo in centro a Pordenone, dove le auto, in stile
Rallye di Montecarlo, sono sfilate sul palco allestito per le presentazioni e le interviste ai piloti per raggogliere le loro impressioni del post-gara.
In due giorni abbiamo percorso più di 300 chilometri e affrontato 60 prove cronometrate, tra strade scavate nella roccia, dallo scenario unico come quella che porta alla
cascata di Salino.
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Cascata di Salino |
A mettere a dura prova driver e navigatori, e dare alla manifestazione un gusto ancor più rallistico, anche tre prove a media imposta, dai 34 ai 35 km/h, un ritmo decisamente veloce su strade di montagna. E alla fine, come da pronostico, ha vinto in solitaria il piacentino
Maurizio Aiolfi, già trionfatore della scorsa edizione, alla guida di una Mini Cooper, davanti a
Amedeo Cicuttini e
Lia Castellano con la
Fulvia Coupé 1300. Due auto agili ed affidabili, con un grande passato di vittorie alle spalle, dalla meccanica ideale per il percorso di questa gara, senza nulla togliere ai piloti, veri protagonisti di questo
10° Piancavallo Revival.
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