Le date sono già da tempo nei calendari di tutti gli appassionati: dal 3 al 5 maggio non si può mancare all’appuntamento con ASI MotoShow, il più grande evento italiano e tra i più importanti a livello internazionale dedicato alla storia della moto. All’autodromo di Varano de’ Melegari sono attesi migliaia di bikers con le loro moto vintage, prodotte dalle origini ai primi anni 2000, per confermare l’ormai celebre motto dell’evento: “La storia della moto in pista”.
Anche per questa 21^ edizione fanno il loro ritorno trionfale ad ASI MotoShow i più grandi campioni di tutti i tempi. In particolare, sono 28 i titoli mondiali che 6 nomi di spicco faranno sfilare a Varano: da Giacomo Agostini (15 volte campione iridato) a Manuel Poggiali (2 titoli), da Eugenio Lazzarini a Luca Cadalora (3 mondiali ciascuno), da Pierpaolo Bianchi (3 titoli) a Carlos Lavado (altri 2 campionati del mondo in palmares). Senza dimenticare molti altri riders internazionali di assoluto valore, come Gianfranco Bonera, Giuseppe Ascareggi, Roberto Gallina, Marcellino Lucchi, Marco Riva, Hubert Rigal, Gino Tondo, Jean Francois Baldé e tanti ancora. Scenderanno tutti in pista per la Grande Parata dei Campioni che, come tradizione, chiude l’ASI MotoShow alle 13.30 di domenica.
L’evento, organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano sin dal 2002, vede la presenza ufficiale di due Case motociclistiche come Yamaha e Honda. La prima, con i suoi alfieri Agostini, Cadalora e Lavado, mette in mostra la YZR 500 utilizzata da Eddy Lawson nel mondiale 1986, laYZR 250 che corse con Cadalora nel 1990 e la nuova XSR 900 GP che coniuga lo stile corsaiolo “old school” con la tecnologia più moderna.
Honda, per la prima volta ad ASI MotoShow, celebra con una speciale esposizione i modelli storici prodotti nello stabilimento italiano di Atessa. Per gli affezionati del marchio, inoltre, nella giornata di domenica 5 maggio Honda organizza un tour gratuito alla scoperta del territorio e dà la possibilità di provare la nuova gamma 2024.
ASI MotoShow trasforma il paddock dell’autodromo in un vero museo dinamico. Dalle origini, con il gruppo ASI delle “Centenarie”, all’alba del terzo millennio; dai più piccoli e maneggevoli motocicli alle moto da competizione; dalle “sottocanna” prebelliche alle rabbiose “125” degli anni ’90. Il parterre di ASI MotoShow è tra i più ricchi e completi per illustrare oltre un secolo di evoluzione su due ruote.
Quest’anno, in particolare, sono sviluppate alcune tematiche di notevole interesse, come il focus su Donnino Rumi, uomo dallo spiccato talento artistico fuso con lo spirito imprenditoriale che nel secondo dopoguerra lo ha portato a sviluppare un’industria motociclistica innovativa e all’avanguardia. Alle 13.00 di sabato 4 maggio è prevista una parata in pista con oltre 40 esemplari in rappresentanza dell’intera produzione Rumi: le varie Sport e Competizione, gli eleganti scooter Scoiattolo e Formichino, le moto da gran premio.
Il made in Italy a due ruote è celebrato con la festa per il 75° anniversario della Moto Laverda, marchio di Breganze che ha costruito la sua fama negli anni ’70 con la produzione di “maxi moto” e con le vittorie nelle competizioni Endurance e per quelle riservate alle moto di serie. Due le conferenze a tema, una tenuta da Giovanni Laverda sull’iconico modello 750 e l’altra di Piero Antonio Laverda sul prototipo 1000 V6.
Con un viaggio indietro nel tempo di quasi cento anni si arriva ai “Ruggenti anni ‘30”, tematica sviluppata dal Club Moto d’Epoca Fiorentino e dal Club Piacentino Auto Moto d’Epoca su un periodo storico nel quale la motocicletta ha motorizzato le masse mettendo a punto soluzioni tecniche innovative sulla scia della corrente culturale del Futurismo con la sua esaltazione del progresso e della velocità. Nella mostra sono evidenziati i diversi modi di concepire la moto da parte dei paesi europei e di quelli Oltreoceano.
Stati Uniti protagonisti in un’altra rassegna che ripercorre la produzione a stelle e strisce dalle origini agli anni ’80 con modelli molto rari come due Henderson del 1914 e 1929, le immancabili Harley-Davidson (comprese le varianti militari e da competizione), le Indian Chief del 1935 e 1946 e una Reading Standard.
Le italiane Benelli e MotoBi, molte delle quali provenienti dal Museo Officine Benelli di Pesaro, avranno un box con oltre 20 esemplari per raccontare la storia sportiva dei due marchi. Dalle Benelli 175 degli anni ’20 alle Tornado Superbike del 2003; poi le 350 e 500 portate in pista degli anni ’60 e ’70 dagli indimenticabili Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. Le MotoBi 125, 175 e 250 forniranno invece uno spaccato delle corse Juniores dominate negli anni ’60.
Altre “chicche” da non perdere sono lo scooter francese “antivespa” introdotto all’inizio degli anni ’50 dal costruttore Terrot per arginare l’invasione della Piaggio. Proprio con una Vespa 50, nel 1979, il giornalista Valerio Boni riuscì a percorrere 940 chilometri in 24 ore (senza sosta) e a distanza di 35 anni ha voluto ripetere l’impresa (con lo stesso scooter gelosamente conservato) superando il suo stesso record per essere inserito nel Guinness dei Primati: Boni e la sua Vespa saranno all’ASI MotoShow per aprire la parata degli “Scoppiettanti Cinquantini” sabato 4 maggio alle 13.45.
Un record molto particolare è anche quello di Troy Bayliss, che nella stagione 2006 vinse sia in MotoGP sia in Superbike, unico pilota a riuscire in questa impresa: dopo aver conquistato il mondiale Superbike la Ducati gli affidò una moto per l’ultimo appuntamento della MotoGP a Valencia, che l’australiano non mancò di fare suo. La moto di quella stagione era la Ducati Desmosedici GP e la numero 12, utilizzata a Valencia da Bayliss, sarà all’ASI MotoShow per scendere in pista con in sella Manuel Poggiali.
ASI MotoShow non è una gara, ma una rievocazione della storia della moto. Per le esibizioni in pista, i mezzi sono suddivisi in categorie omogenee, per età o per prestazioni: le “antique veteran” dalle origini al 1918, le “vintage” dal 1919 al 1930, le “post vintage” dal 1931 al 1945, le “classic” dal 1946 al 1960, le “post classic” dal 1961 al 1970 e le “modern”. Alle moto si uniscono ogni anno anche i protagonisti del motociclismo mondiale, a partire dai grandi campioni che hanno contribuito ad alimentare la passione di milioni di persone.
Nessun commento:
Posta un commento