venerdì 27 settembre 2019

AL MOTORGALLERY I GIOVANI INCONTRANO L'ING.FORGHIERI



In occasione del Motorgallery, Fiera di Modena dedicata alle auto storiche, l’Ing. Mauro Forghieri si è incontrato con gli studenti universitari di Unimore, nel corso della quale è stato intervistato. Ecco le sue risposte.

Ingegnere, come è nata la sua passione per l’automobilismo sportivo?
Ero stato destinato là, anche se non era esattamente quello che io volevo fare. Mio padre fece parte di un gruppo di tecnici (fra cui Enzo Ferrari) che avevano preparato un motore di una vettura che ha segnato l’automobilismo: l’Alfa Romeo. E quindi quando mi sono laureato Ferrari mi ha chiamato. E sono dovuto entrare

E così è stato nel suo periodo in Ferrari l’artefice di tante auto vincenti. Ad esempio la 312 T.
Quando si fa parte di una squadra devi fare il meglio e quella macchina era una auto che avevamo dovuto fare per essere davanti agli altri. Fare progetti riusciti fa parte uno sviluppo logico: la 312 T è nata perché facevamo la nostra esperienza nelle gare di Formula 1, in cui devi sempre essere davanti agli altri. Eravamo nel mondo delle gare e imparavamo dai piloti e dagli errori nostri e degli altri.
Capita di fare degli errori e di conseguenza capita di capire che cosa bisogna fare per non ripeterne.

Quale era l’ingrediente segreto ?
Posso dire che il coinvolgimento di tutti è il segreto. Il coinvolgimento deve portare d’istinto a progettare cose nuove: devi fare il meglio che puoi, tutti devono fare il meglio che possono, e così eviti di essere meno bravo degli altri.

E quale è stata la sua macchina migliore?
La macchina migliore è quella che ha vinto di più.

Il suo punto di vista sulla Formula 1 di oggi?
Ora il mondo è cambiato rispetto ad allora, e per questo la Formula 1 è dovuta cambiare.
Le aspettative di allora erano diverse: oggi le aspettative sono altre. Direi comunque che non è vero che si sia perso qualcosa. La tecnologia di oggi è diversa da quella di allora, ma è naturale. Però la tecnologia ha fatto un matrimonio e un divorzio : perché siamo noi che abbiamo creato questa nuova tecnologia, l’abbiamo sposata, e abbiamo divorziato da quella vecchia. Ma insieme abbiamo conservato qualcosa del nostro passato, ed è la cultura. E oggi la cultura ci ha dato delle belle cose.

Quali sono le tecnologie che hanno futuro e quali no ?
Noi uomini non siamo per natura mai portati a perdere le cose: avremo varie tecnologie nuove ma anche quelle antiche. Per esempio, non credo che nel futuro esisteranno solo auto elettriche o che spariranno le auto a benzina o a diesel. Ci saranno dei progressi in tutte le tipologie. D’altronde io non credo che la macchina sia la cosa più inquinante. La macchina non ha le colpe esagerate che le si attribuiscono. Anche le tendenze contro il diesel ne sono la prova: cercando le giuste soluzioni anche il motore diesel diventa meno inquinante. Quello che conta è offrire anche ai cittadini vetture economiche e confortevoli. E anche se l’auto ha i suoi peccati, gli uomini possono e devono migliorare e risolvere i problemi delle emissioni. E la strada che stiamo perseguendo è quella giusta. Anche se le scelte devono tener conto del denaro… D’altonde la nostra società si è sviluppata perché c’era molto denaro.

Ci sono innovazioni che non le piacciono?
I risultati vengono dal connubio di motori e dall’aerodinamica, ma nel passato si è dato un peso eccessivo all’aerodinamica. Mentre il successo è il connubio dei due elementi. E anche del terzo elemento: il denaro. Si può dire che le soluzioni vincenti nascono da soluzioni equilibrate: dare il giusto peso a tutte le componenti.

Avrebbe rifatto tutto quello che ha fatto?
Quello che si fa è sempre una scelta che è frutto di un compromesso. Quindi non sarà mai la stessa la scelta faresti se potessi tornare indietro.

Un consiglio per i giovani che si accingono a studiare le bellissime materie in cui Lei è stato campione?
Un consiglio che mi sento di dare è questo: bisogna che il tecnico abbia sempre una base culturale, non solo per trovare le soluzioni tecniche, ma per farsi accettare.
Noi italiani abbiamo una grande fortuna: un grande bagaglio d cultura. Non siamo ricchi, non abbiamo la forza, le possibilità tecnologiche di alti paesi, ma siamo ricchi di una cultura umanistica che è fondamentale. Su quella poi puoi costruire le tue basi tecniche. Ma quella diventerà la tua arma vincente per essere diverso e più bravo.

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