mercoledì 3 aprile 2013

Un itinerario nel Delta del Po: Scano Boa

Esistono luoghi che ti entrano nel cuore e non se ne vanno più. E' così per Scano Boa, un'isoletta nel Delta del Po. Un posto un tempo abitato dai pescatori, in cui sorgono ancora vecchi casoni (sono pochi, oramai, ma una volta erano molto più numerosi) fatti di giunchi palustri e di fango. I vecchi ancora ci vanno, a volte, così come qualche coppia che conosce questi luoghi appartati. Una volta queste case venivano abitate da piccoli nuclei famigliari, che vigilavano qui l'arrivo degli storioni. Una vita semplice, immersa in un mondo silenzioso e immobile. Povero, sì, ma sereno. Descritto in un libro del 1960, "Scano Boa", scritto da Gian Antonio Cibotto.
Per rivivere le atmosfere del libro e riscoprire questo luogo magico, bisogna percorrere la strada che da Porto Tolle arriva al Po della Pila, e a Pila prendere il battello che attraversa la Busa di Tramontana per arrivare all'altra sponda. Da lì, costeggiando i canneti, si arriva al Faro. E' qui che il Po incontra il mare: una spiaggia incontaminata, vasta e selvaggia, con i casoni al fondo e i voli radenti dei gabbiani.
Un'isola solitaria semisommersa si allunga verso iol mare: è la Batteria: una duna  di sabbia trasportata e commersa dal fiume, come una gigantesca balena arenata qui da secoli. Il mare entra nella terra e la terra cresce nel mare: una natura in continuo mutamento, e insieme immobile. Silenziosi, ascoltate il rumore del fiume: è qui che lentamente sta creando le sue nuove terre.

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