lunedì 22 luglio 2013

Piancavallo Revival: quando il diavolo ci mette lo zampino

Una gara perfetta e divertente, il Piancavallo Revival. Dalla prima edizione alla undicesima, l'attuale, che si è disputata da sabato 20 a domenica 21 luglio. Perfetta per l'itinerario, con strade impegnative dai panorami suggestivi, che in parte ricalcava il percorso degli anni precedenti, in parte ricercava posti nuovi, passaggi di  montagna e piccoli paesi che ad andarli a trovare su una carta stradale ancora oggi faresti fatica. Basterebbe questo per fare di questo fine settimana un momento spettacolare. E invece la maledizione del diavolo ha fatto sì che, per una svista in fase di stampa, alcune prove speciali avessero nel roadbook tempi diversi rispetto a quelli della tabella di marcia. E' stato questo a far sì che una parte di equipaggi rispettasse i tempi della tabella di marcia, e una parte quelli del roadbook. A questo hanno fatto seguito ricorsi e polemiche, e non è bastata la presenza e la decisione del Delegato ASI che, a norma di regolamento, decretava la prevalenza dei tempi della  tabella di marcia rispetto agli altri, per placare gli animi.
Peccato, perchè la fatica degli organizzatori di Ruote del Passato, che è ben maggiore di quanto ciascuno di noi concorrenti possiamo mai immaginare, non meritava troppe accuse: in fondo le scuse ci sono state, per gli errori compiuti, errori umani, comunque che ci stanno tutti nell'organizzazione di una gara così complessa. In fondo, sbaglia chi fa, come tutti sanno.
A noi, però, piace ricordare questo Piancavallo piuttosto per quei passaggi di montagna, con tortuosi saliscendi e l'accoglienza della gente, pronta a salutare le auto al loro passaggio con applausi e incitamenti che da tempo non si vedevano più nemmeno nelle gare vere. E ci piace anche far notare che l'essenziale in queste gare non è tanto arrivare a stilare una classifica (in fondo, si tratta solo di una lista di nomi, qualcuno sopra e qualcuno sotto, ma non ci sono tante differenze), quanto piuttosto tornare a guidare un'auto storica, magari da troppo tempo ferma,  sentire i suoi odori di cuoio vecchio e di benzina vera, ritrovarsi un po' scomodi e appiccicosi per il caldo a fare un percorso all'indietro nel tempo.
Per questo, non parleremo di chi è fra i primi e di chi meritava di esserci, ma non si ci è trovato, e solo Solo per dovere di cronaca diremo che ha vinto Tiziano Baldissera. Parleremo, invece, delle belle auto che hanno caratterizzato questa edizione: le Bugatti T 35 e 23 Brescia, le Austin Healey Frog Eye e Sprite, la Lancia Flaminia e la Hotchkiss Anjou, e delle belle parole di Nanni Cifarelli, giornalista della Manovella, alle premiazioni, che ha fatto notare come in questa gara, come ogni anno caratterizzata dalla presenza di tanti equipaggi che vanno oltre il tempo, con i nonni ed i nipoti uniti dalla stessa passione, è così importante dare ai giovani un esempio di sportività e gentilezza. Senza dimenticare che il termine gentilezza vuol dire saper stare bene con la gente.

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