martedì 15 giugno 2021

CON LA STELLA ALPINA ALLA SCOPERTA DELLE MONTAGNE PIU’ BELLE




Sono stati fortunati i partecipanti all’edizione 2021 della Stella Alpina, fortunati e felici. Non solo perché hanno preso parte ad una gara entusiasmante, bella e combattuta, in cui hanno potuto trascorrere tre giornate (dal venerdì 11 a domenica 13 giugno) alla guida delle amate auto storiche, ma soprattutto perché hanno potuto apprezzare strade e luoghi del Trentino e dell'Alto Adige sconosciuti ai più, fuori dai tradizionali percorsi turistici, tra passi, laghi e cascate, le cime delle Dolomiti patrimonio Unesco, con panorami mozzafiato che hanno affascinato non solo gli italiani ma anche gli stranieri, giunti numerosi quest’anno al via. Certamente non tutti erano venuti qui per fare 'i tempi' sulle prove cronometrate, ma piuttosto per conoscere una delle regioni italiane più belle e attraenti; però tutti, grazie al giusto mix di impegno sportivo e spunti turistici, si sono divertiti anche nella competizione. Merito anche degli organizzatori, capitanati dal presidente della Scuderia Trentina Fiorenzo Dalmeri e da Canossa Events, che sono riusciti ad offrire ai partecipanti un'ospitalità d'alto livello e un'avventura che rimarrà di certo tra i ricordi più belli di questa ritrovata stagione agonistica 2021.

Cinquecento i chilometri di gara, suddivisi nelle tre tappe di venerdì pomeriggio, dell’intera giornata di sabato, con il 'tappone' da trecento chilometri, e la domenica mattina, con centro logistico come sempre nell'accogliente capitale delle Dolomiti Madonna di Campiglio.
La gara ha preso il via dal centro di Trento, dopo le verifiche sportive all'aeroporto Caproni, lungo un percorso spettacolare attraverso la val di Non, Andalo e Molveno, sempre circondati dalle splendide cime delle Dolomiti del Brenta, per raggiungere, attraversando la Val Rendena, al centro di Madonna di Campiglio nel tardo pomeriggio, in tempo per godersi anche qualche momento di relax.
La partenza della seconda tappa è stata data di primo mattino dal centro di Madonna di Campiglio, e per entrare nel vivo della gara i concorrenti si sono diretti verso Merano, e Vipiteno, risalendo Campo Carlo Magno e attraversando la Val Passiria, non facendosi mancare le splendide risalite verso il Passo del Giovo e passo Pennes, a 2100 metri di quota, immersi in un indimenticabile paesaggio alpino, con le vette ancora abbondantemente imbiancate dalla neve. Qui si sono svolte le prove a media più impegnative, mentre raggiunta Bolzano le auto si sono dirette verso il Passo della Mendola per le prove a cronometro, per ritornare infine verso Madonna di Campiglio valicando il Passo Palade. Per tutti, anche i più appassionati della regolarità, lo scenario spettacolare sulle strade più belle delle Dolomiti non ha potuto che far perdere un po’ di concentrazione. La serata del sabato è stata poi resa indimenticabile per la cena in quota al rifugio Boch, all’arrivo della funivia Grosté, premiati delle fatiche da un indimenticabile tramonto sulla corona delle montagne, accese dai colori caldi del calare del sole. Strade ancora incantevoli nella tappa della domenica, con la discesa verso Trento attraverso un paesaggio di laghi e montagne: dai passi Daone e Duron fino ai luminosi laghi di Cles e di Toblino, per proseguire lungo le sponde del lago di Cavedine e, superati i passi Santa Barbara e Bordala, costeggiare il lago di Cei con le sue acque smeraldo. Una piacevole sosta ristoro ad Aldeno e poi l’arrivo a Trento per il pranzo e la cerimonia delle premiazioni nel parco del Muse, felicissima conclusione per la trentina gli equipaggi al via con le loro auto storiche. La gioia era tanta per tutti, sia per gli italiani, che sicuramente hanno scoperto bellezze nuove del proprio paese, sia per gli equipaggi stranieri, affascinati dai luoghi visitati. Fra di essi erano numerosi austriaci e tedeschi, ma anche svizzeri e francesi, nonché due coraggiosi equipaggi di altri continenti: i giapponesi Tsuguo Shintani e Sumiko Kokonno su Triumph TR2 ed un coraggioso equipaggio argentino, con Bruno Ricci e Gustavo Gallo alla guida di una splendida Alpine Renault A110. Tanti anche i concorrenti, circa una trentina, al via al volante delle Ferrari, nelle diverse versioni, in corsa per il Tribute Cavallino Ferrari. Fra di essi presenti anche i coniugi inglesi Mayer, arrivati direttamente dalla Gran Bretagna, che non si sono fermati neppure di fronte all’obbligo di quarantena prevista al loro rientro a casa.
Il percorso non ha fatto sconti però ai più agguerriti regolaristi: le sei prove a media, ben congegnate, e le certo non facili prove speciali, oltre 60, hanno premiato chi ha tenuto duro fino alla fine. Alla testa della classifica, sin dall’inizio, si è portata la coppia Lafortezza/Carturan, su Innocenti Mini Cooper MK2 del 1969, primi sul podio a termine gara. Al secondo posto, l’equipaggio Mauro Argenti e Roberta Amorosa su Porsche 911 T 2.2 del 1969, mentre sul terzo gradino si  qualificato l’equipaggio Giovanni Pedrali e Simona Bonomelli su Austin Healey BN4L 100SIX del 1956.
Il primo posto della classifica Ferrari moderne è stata vinta dall’equipaggio Fabio Vergamini e Anna Maria Fabrizi su Ferrari 488 GTB del 2017. L’equipaggio Lucilla Sartori e Monica Meneguzzo su Ferrari GTC4 Lusso del 2016 si è aggiudicata il secondo posto ed anche la Coppa delle Dame. Infine, al terzo posto, si è qualificato l’equipaggio Enrico Zobele e Ivana Trentinaglia su Ferrari 488 Pista Spider del 2020, cheè risultato anche il primo Assoluto nelle Prove di Media auto Moderne. Infine, il premio per l'Assoluto Prove di Media auto Storiche, è stato vinto dall’equipaggio Peter e Marianne Aeschbacher su Porsche 356 C GT del 1964. La prima scuderia classificata è invece stata la AMAMS Tazio Nuvolari, che ha gareggiato con gli equipaggi: Converso- Ameglio (lancia Fulvia), Ginesi- Rohr (Porsche 356) e Farina- Bini (Porsche 911). 
La Stella Alpina quest’anno ha deciso di lasciare ai vincitori un premio del tutto unico e speciale. Le coppe sono state infatti realizzate utilizzando il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia del 2018, che ha abbattuto 30 milioni di alberi. Un piccolo gesto solidale, ma dal grande significato simbolico, che mira a proteggere il nostro bellissimo territorio.


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