Non solo Valli e non solo Nebbie, ma
tante sorprese in questa edizione della gara “storica” per
eccellenza di Ferrara: il Valli e Nebbie , che ha festeggiato
domenica 23 marzo le sue “nozze d’Argento”.
Le auto d’epoca alla partenza erano
come sempre contenute nel limite di 60 , ma questa volta oltre a veri
cimeli storici, tutti rigorosamente costruiti prima del 1970 (e come
sempre tante le anteguerra), c’erano anche alcune auto storiche
particolarmente significative per il loro profilo sportivo.
Un “Valli e Nebbie” sorprendente e
per qualche aspetto diverso dal solito, quindi, anche nella formula
che ha lasciato maggior spazio alla dimensione agonistica, con ben 19
prove speciali concatenate.
Rinnovato anche il percorso, che non ha perso la sua connotazione
squisitamente turistica, con il pregio di aver introdotto spunti
nuovi e inediti.
Una manifestazione che si ripete per un
tal numero di anni si può chiamare a pieno titolo “evento”;
perfetto e appassionato, come il suo Club, quello della Officina
ferrarese, molto sportivo, ma sempre attento al “culturale”,
capace di valorizzare sia le auto storiche c che il territorio, in
una gara che ha già vinto 9 volte la Manovella d'Oro.
Rimanere nei binari della tradizione e
insieme creare spunti di novità è stato il merito più grande di
questa gara, che oramai conta su una base di affezionati partecipanti
indiscutibile: e così anche questa volta al via sabato 22 marzo
c’erano le immancabili: la Bugatti 35 A del 1926 di Paolo e Andrea
Venturelli e quella del 1925 dell’apripista Riccardo Felloni, la
Riley Brookland del 1930 di Arturo Ferrato e la Citroen 11 BL
Roadster traction avant del ’37 di Mario Sandrolini. Sempre fra le
anteguerra, italiane in testa con la Fiat 500 B di Alessio Zaccaria ,
la Fiat 508 Balilla del 1933 di Lorenzo Masetti e Monika Joechler, la
Lancia Lambda 8° serie Torpedo del 1929 di Antonio Calleri e Dolores
Cannon, la sportivissima Alfa Romeo 1750 6cT Cabrio del 1930 di
Arturo Pellegatta/Gianfranco Mazzola e ancora la Lancia Aprilia
Cabriolet Farina del 1938 di Galeazzo e Angelica Marescotti.
Lasciate le anteguerra, fra le inglesi,
presenti molte Jaguar XK 120 degli anni ’50 e le Austin Healey, fra
cui una bellissima 100 BN1 Le Mans del 1954 con alla guida Alice
Reggiani in coppia con Alessandra Garzilli, mentre per gli anni ’60
le tedesche la facevano da padrone con le Porsche 356 e 911.
Fra le case italiane, invece, in questa
gara figuravano le Lancia: l’Aurelia B50 di Sergio Baruffaldi e
Elisa Donelli, l’Aurelia B20 Domenico Morassuti e Filippo Viola, le
Alfa Romeo Giulietta e spyder, oltre alla rara 1900 C Cabrio
Pininfarina del 1953 di Italo Piccagli e Daniela Sola, la splendida
Fiat Stanguellini Sport Corsa del 1948 di Fabrizio Lorenzoni e
Giovanni Monti, l’Abarth 750 gt Zagato del 1957 di Enrico e Ilaria
Bassani.
Particolarissime poi la Aero Prag Werke
Aero 30 del 1937 di Natale Masin e Rosanna Agazzoni esemplare della
celebre casa praghese costruttrice, dal 1923, di aerei e solo dal
1929, di autovetture (fra cui alcune monoposto da competizione),
grazie all’ingegno di Bretislav Novotny, uno dei padri, insieme a
Hans Ledwinka (Tatra) dell’industria automobilistica cecoslovacca.
Molto singolare anche la Hotchkiss
Anjou 1350 di Gelsomino Compostella e Domenica Villanova, fabbricata
prodotta nel 1950 dalla casa franco-statunitense dopo essere
confluita nella Peugeot, un’auto europea dalla comodità tutta
americana. Particolarità non da poco: l’Anjou fu il primo modello
a montare un antenato dei cambi sequenziali, dotato persino di più
marce indietro.
Bellezza delle auto e bellezze
dell'arte: anche quest'anno il Valli e Nebbie comprendeva tanti
luoghi magici: a cominciare dal prologo culturale del venerdì con
la visita L'evento contemporaneo di apertura era la visita alla
mostra di Matisse organizzata da Ferrara Arte al Palazzo dei
Diamanti dedicata alla figura, con l'esposizione di alcune opere
pittoriche e scultoree insieme ad abiti di scena, disegni e bozzetti
che rivelano il carattere più intimo ed estroso del grande maestro
francese, anticipatore del cubismo e dell'astrattismo contemporaneo.
Poi, per chi voleva, una passeggiata
nelle vie e nei vicoli del centro storico di Ferrara (per chi non la
conosce bene, suggeriamo di provare a passeggiare fino alla antica
via dei fondaci medievali, immersa in un'atmosfera d'altri tempi...)
e la ricerca di qualche prelibatezza del palato, fra cappellacci,
salame da sugo e pan pepato...
Al sabato la partenza dalla Piazza del
Castello Estense, la location delle edizioni di qualche anno fa,
causa il rifacimento della pavimentazione della Piazza del Duomo.
Sotto gli spalti della fortezza le auto sono transitate ad una ad una
sul tappeto di velluto, ammirate sai Ferraresi accorsi come ogni anno
per assistere alla partenza. Fenomeno ancora più gradito perché
generalmente non così comune nelle altre manifestazioni e pregio di
una città che nutre un particolare affetto con le auto storiche:
basta ricordare il calore e il bagno di folla che ha sempre
contraddistinto le fine tappa avvenute negli anni passati in questa
città in occasione del passaggio della rievocazione della Mille
Miglia. D’altronde, alcune delle auto in gara erano fra quelle che
in passato hanno partecipato alla Freccia Rossa. Una passione che
forse è dovuta alle campagne ferraresi, ammantate dalla coltre
della nebbia o battute dalla calura implacabile, dove le strade
corrono sinuose sopra gli argini e fanno venir voglia di lanciare i
motori, provare qualche azzardo spericolato.
Subito fuori Ferrara la prima sosta con
la visita al Museo del Modellismo di Voghiera: un luogo del tutto
peculiare e poco conosciuto, ma che presenta per certi versi una
originalità maggiore di quella di molte altre raccolte di modellini
di auto e altri mezzi di trasporto o di soldatini. In questo Museo,
infatti, sono raccolti quasi esclusivamente modelli creati dagli
stessi soci con una passione ed una capacità propria di chi ha fatto
del modellismo una passione ed insieme un mestiere. Auto e camion in
miniatura curati in ogni dettaglio, con parti staccabili ed interni
accurati come l’esterno, mezzi militari, civili, navali e aerei,
auto da record della velocità, percorsi ferroviari funzionanti e
ricostruzioni militari con elementi di approfondimento storico degli
di una manuale di scuola di guerra, plastici curatissimi che
potrebbero mandare in visibilio Bruno Vespa. Come quello dell’hotel
(con relativa auto e casa sulla collina) del film Psycho di Alfred
Hitchcock. Al primo piano del museo, invece, una raccolta
incredibilmente ricca e variegata di personaggi in miniatura di tutte
le guerre: dai cavalieri medievali ai soldati europei, dai pellerossa
ai Maya, Aztechi e Incas, insieme alle ricostruzioni di ambientazioni
particolari, come i castelli estensi o le trincee della I° Guerra
mondiale. E ancora: la sala delle navi , gli studi sul costume della
Signoria Estense, ed una ricchissima biblioteca.
A Voghiera, dopo la prima serie di
prove a cronometro (ammessi solo strumenti meccanici), un passaggio
davanti al fienile in cui nacque la prima Bugatti e appena il tempo
di cogliere uno scorcio della Delizia di Belriguardo, vero omaggio al
Rinascimento e all'eleganza della vita di corte degli Estensi.
L'itinerario proseguiva poi verso
Comacchio, per la sosta nel cuore della città d'acqua, con i suoi
ponti e i canali, per visitare il particolarissimo museo della nave
romana (ritrovamento archeologico di grande importanza: una raccolta
dettagliata e ricca che espone il carico di un antico barcone adibito
a trasporto fluviale e vendita di manufatti comuni: vasellame,
pentole e lucerne, olio e vino, barre di piombo, idoli ed effigi di
divinità per i culti casalinghi, un po' come nelle case di un tempo
si conservavano immagini sacre e santini. Singolari anche i reperti
legati all'abbigliamento dei marinai, come sandali e grembiuli, o
quelli legati alla navigazione, come la grande ancora originariamente
appoggiata sulla prua.
Dopo la sosta e altre serie di prove,
la corsa veloce verso il mare, approfittando della bella giornata di
sole, da Portomaggiore fino a Porto Garibaldi e ancora avanti verso i
lidi estensi, fino a Lido degli Scacchi per il pranzo al Ristorante
Monna Lisa.
Poi nel pomeriggio ancora prove
all'Holiday Village Florenz per le prove cronometrate, il passaggio
al centro Aliper xsponsor della manifestazione ed il transito per
Massafiscaglia per le ultime prove prima dell'arrivo alle antiche
mura di Ferrara e l'attraversamento del centro storico costeggiando
la Casa del Boia e il palazzo dei Diamanti.
Domenica partenza ancora da Piazza
Castello, questa volta sotto la pioggia, che per fortuna ha presto
lasciato spazio ad un sole incerto. Dopo le prove nella piazza del
Castello estense, una visita al museo della bonifica ed all'impianto
idrovoro di Saiarino sul fiume Reno. Una creazione degli inizi del
novecento che per la sua genialità e potenza rappresenta una delle
principali opere di un'Italia ancora ben poco industrializzata (le
turbine in funzione sono di una ditta ancora esistente), e poi una
corsa verso il più tipico ambiente delle Valli, quello del delta del
Po, con il passaggio attraverso la pianeggiante Oasi di Val Campotto
con un percorso naturalistico fino all'Oasi valle Santa. Canneti e
laghi salmastri, un ambiente salmastro fra fiumi e mare popolato da
mille specie di uccelli che in questo angolo di pace nidificano ogni
anno.
Pranzo e premiazioni al Ridotto del
Teatro di Ferrara, una sala settecentesca arricchita da affreschi,
vetrate dipinte e stucchi in stile Impero, vero gioiello cittadino e
degno accompagnamento del piccolo ma elegante teatro particolarmente
caro a Claudio Abbado, che per anni ha riunito proprio a Ferrara le
orchestre da lui fondate. Attorno ai vincitori: Mario Sandrolini e
Giordano si sono stretti tutti i concorrenti e il Club Officina
Ferrarese, con il Presidente Riccardo Zavatti e tutti gli altri, a
cui è andato il plauso ed i ringraziamenti di tutti per la magnifica
organizzazione, le attenzioni e li sforzi per garantire la perfetta
riuscita di questo Valli e Nebbie. Sforzi e attenzioni che hanno dato
come sempre un risultato encomiabile.
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