Correre, viaggiare, a due o a quattro ruote, meglio se d’epoca. Percorrere strade sconosciute, alla ricerca delle sfide e dell’avventura. Questo blog è dedicato a tutti quelli che hanno un’auto o una moto, e una storia da raccontare. Perché non si stancano mai di esplorare il mondo.
Pagine
▼
domenica 30 dicembre 2012
AUDI: una storia sportiva
giovedì 27 dicembre 2012
Regali di Natale: libri libri!
Ecco alcune idee per ricambiare i regali di Natale ricevuti:
ROSEMEYER L'ASSO INVINCIBILE - De Agostini - 50 euro
La storia del famoso pèilota degli anni ruggenti raccontata da Gianni Cancellieri.
MOTO MORINI, UNA STORIA ITALIANA - 39 euro
Raccontata da Massimo Clarcke, la storia della mitica marca italiana.
LANCIA DELTA HF INTEGRALE STORIA DI UN SUCCESSO - 39 euro
Werner Blaettel racconta tutte le vicissitudini dell'auto diventata un successo mondiale.
ROSEMEYER L'ASSO INVINCIBILE - De Agostini - 50 euro
La storia del famoso pèilota degli anni ruggenti raccontata da Gianni Cancellieri.
MOTO MORINI, UNA STORIA ITALIANA - 39 euro
Raccontata da Massimo Clarcke, la storia della mitica marca italiana.
LANCIA DELTA HF INTEGRALE STORIA DI UN SUCCESSO - 39 euro
Werner Blaettel racconta tutte le vicissitudini dell'auto diventata un successo mondiale.
mercoledì 26 dicembre 2012
Museo Niccols: frugando fra i ricordi
Ci sono tante auto, al Museo Niccolis: c'è la vecchia auto anteguerra comprata negli anni '70, c'è la Isotta Fraschini del 1919, carrozzata Castagna, c'è la Lancia Astura usata per anni da banditi che contrabbandavano orologi, c'è la Bianchi Tipo 20-30 HP del 1909, trovata in un granaio.
Tutte auto eccezionali, al Museo Niccolis. Una collezione eccentrica, ma veramente completa, di automobili, a Villafranca di Verona. Situato di fronte allo stabilimento del suo creatore, la Lamacart di Luciano Niccolis, specializzata nella trasformazione della carta riciclata, il Museo Niccolis raccoglie auto dall'inizio della storia automobilistica, ma non solo: ci sono anche moto, e biciclette, macchine fotografiche, giocattoli, e tanto altro.
Il Museo dell'Auto, della Tecnica e della Meccanica Niccolis vale una visita.
Storie italiane che se ne vanno
La Alfa Romeo Duetto è stata la sua creazione più riuscita. Una forma invidiabile. E una storia lunga un secolo. O quasi. E' la storia della Pinifarina, la storia di costruttori di carrozzerie che oggi stanno scomparendo. Dopo la morte dell'ultimo Pininfarina, negli ex stablimenti di Grugliasco ceduti alla IAI di Gian Mario Rossignolo, verranno prodotte le GT De Tomaso.
E che fine ha fatto Bertone? Lilli Bertone, eccentrica moglie del disegnatore della Stratos, ora dirige una piccola azienda che progetta chiavi in mano auto cinesi, ma anche yacht e postazioni di guida di aeroplani. Lo stabilimento storico è stato risucchiato dalla FIAT, e ora forse produrrà Chrysler.
Quando Fiat e Lancia erano insieme ai Rally
1973, anno speciale. Nei rally, in quell'anno, si vedevano partecipare insieme due case automobilistiche italiane: le Lancia, con la Fulvia HF, oramai in via di sostituzione con la Stratos, e la FIAT, con la 124 Abarth. Eppure entrambe le squadre erano dirette dallo stesso team corse: quello di Cesare Florio. Un anno singolare che non si ripeterà più.
Intanto, sempre ripescando dal cassetto dei ricordi, arriviamo al 1989: un anno ancora eccezionale per le due case automobilistiche oramai da tempo sotto un'unica regia. La FIAT ha ancora il 70% del mercato nazionale, la Lancia esce con la Dedra, che sostituisce la Prisma. Auto entrambe di successo.
E poi? E poi si giunge ad oggi. La Lancia chiude (anzi, la FIAT la chiude) dopo averla fatta passare atraverso modelli americaneggianti che non sfondano sul mercato italiano.
Addio, Lancia, il tuo è stato un bel sogno!
San Marino e le sue torri
Se fra tutte le definizioni possibili se ne dovesse scegliere una, quella di città turrita sareppe il più adatto per San Marino.
Incombenti, maestose, domiunano dall'alto di speroni rocciosi le strade che dalla pianura e dalla costa salgono su verso la terrazza montuosa su cui è costruito il centro storico della Repubblica del Titano.
Lo spettacolo di queste fortificazioni possenti non si gode salendo dalla strada principale, quella che da Rimini sale su verso il centro del piccolo Stato costeggiata dabanche e centri commerciali, ora quasi deserti, e interrotta da tante, estenuanti anche se ben progettate rotonde
No, molto meglio salire per le strade che attraversano i piccoli borghi della Repubblica, come Serravalle, e costeggiano speroni di roccia e campi coltivati. Scenari mozzafiato: sotto a perdita d'occhio si stende la pianura fino al mare, sopra le fortezze che si stagliano imponenti contro il cielo, vere protagoniste della storia di questo piccolo Stato.
La Prima Torre, o Guaita, è il nucleo più antico delle fortificazioni. Primo rifugio e posto di guardia dei primi abitatori del Monte Titano, è cinta da due cerchie murarie difensive, è uno dei più antichi fortilizi sul suolo italiano.
La Seconda Torre, o Cesta, sorge sulla vetta più alta del Monte Titano a 755 metri. Il suo nucleo primitivo era una torre d'avvistamento già creata in epoca romana. Nel 1300 venne raccordata al complesso delle fortificazioni della seconda cinta difensiva. Oggi ospita un interessante Museo delle Armi Antiche.
Terza e ultima torre, è quella del Palazzo publico, sede del Parlamento della piccola Repubblica indipendente, che si affaccia sulla piazza principale, vero cuore pulsante della Repubblica del Titano.
Incombenti, maestose, domiunano dall'alto di speroni rocciosi le strade che dalla pianura e dalla costa salgono su verso la terrazza montuosa su cui è costruito il centro storico della Repubblica del Titano.
Lo spettacolo di queste fortificazioni possenti non si gode salendo dalla strada principale, quella che da Rimini sale su verso il centro del piccolo Stato costeggiata dabanche e centri commerciali, ora quasi deserti, e interrotta da tante, estenuanti anche se ben progettate rotonde
No, molto meglio salire per le strade che attraversano i piccoli borghi della Repubblica, come Serravalle, e costeggiano speroni di roccia e campi coltivati. Scenari mozzafiato: sotto a perdita d'occhio si stende la pianura fino al mare, sopra le fortezze che si stagliano imponenti contro il cielo, vere protagoniste della storia di questo piccolo Stato.
La Prima Torre, o Guaita, è il nucleo più antico delle fortificazioni. Primo rifugio e posto di guardia dei primi abitatori del Monte Titano, è cinta da due cerchie murarie difensive, è uno dei più antichi fortilizi sul suolo italiano.
La Seconda Torre, o Cesta, sorge sulla vetta più alta del Monte Titano a 755 metri. Il suo nucleo primitivo era una torre d'avvistamento già creata in epoca romana. Nel 1300 venne raccordata al complesso delle fortificazioni della seconda cinta difensiva. Oggi ospita un interessante Museo delle Armi Antiche.
Terza e ultima torre, è quella del Palazzo publico, sede del Parlamento della piccola Repubblica indipendente, che si affaccia sulla piazza principale, vero cuore pulsante della Repubblica del Titano.
lunedì 24 dicembre 2012
Alpine A110
Una storia durata sino al 1977. E' la storia della Alpine Renault, la Berlinette francese che ancora oggi è una delizia per i collezionisti ed un'auto dalle linee bellissime. Iniziamo così con questa pagina una descrizione in ordine alfabetico di alcune delle più belle auto della storia.
La storia della Alpine, l'auto che ha fatto sognare, inizia nel '52, quando un giovane pilota, Jean Rédélé, chiede a Giovanni Michelotti, giovane ingegnere dello Studio Pinin Farina, di disegnargli una carrozzeria super leggera basata sulla 4 CV Renault. Il risultato: un'automobile tutta in alluminio, dalla forma che ricordava vagamente uno scarabeo. Per testarla, la misero in strada appena costruita, e da Torino puntarono su Dieppe. Un rodaggio veloce. E alla sua prima uscita, al Rally di Dieppe, Rédélé la porta al traguardo al primo posto! Rédélé e la sua auto (che non si chiama ancora Alpine, ma che, oltre alla carrozzeria super leggera, aveva un particolare e avvenieristico cambio a cinque marce) fanno ingresso nella storia dell'automobile. Il nome arriverà più tardi, nel 1955, quando Rédélé omologa il Coach A106 Mille Miglia. A sta per Alpine, perché Rédélé intanto ha vinto la coppa delle Alpi, e Mille Miglia è il nome per onorare la sua vittoria di classe 750 alla competizione italiana nel 1954.
La storia della Alpine, l'auto che ha fatto sognare, inizia nel '52, quando un giovane pilota, Jean Rédélé, chiede a Giovanni Michelotti, giovane ingegnere dello Studio Pinin Farina, di disegnargli una carrozzeria super leggera basata sulla 4 CV Renault. Il risultato: un'automobile tutta in alluminio, dalla forma che ricordava vagamente uno scarabeo. Per testarla, la misero in strada appena costruita, e da Torino puntarono su Dieppe. Un rodaggio veloce. E alla sua prima uscita, al Rally di Dieppe, Rédélé la porta al traguardo al primo posto! Rédélé e la sua auto (che non si chiama ancora Alpine, ma che, oltre alla carrozzeria super leggera, aveva un particolare e avvenieristico cambio a cinque marce) fanno ingresso nella storia dell'automobile. Il nome arriverà più tardi, nel 1955, quando Rédélé omologa il Coach A106 Mille Miglia. A sta per Alpine, perché Rédélé intanto ha vinto la coppa delle Alpi, e Mille Miglia è il nome per onorare la sua vittoria di classe 750 alla competizione italiana nel 1954.
Michel Vaillant
Nato dalla penna di Jean Graton, è forse il più affascinante pilota di tutti i tempi. Portatore di valori cavallereschi, coraggioso come pochi, incredibilmente bravo. Michel Vaillant, il pilota protagonista dei fumetti creati a partire dal 1957 ha corso dovunque: da Monza a Le Mans fino in Africa e anche nei cieli.
Il celebre personaggio di tante avventure uscite in Italia a puntate sul Corriere dei Piccoli, e poi sugli Albi Ardimento negli anni '70, è frutto dell'immaginazione del disegnatore francese Jean Graton, che lo ideò nel 1957 ricordando la prima volta che suo padre lo portò a vedere una corsa automobilistica a Le Mans. Apparso in Belgio sulle Bandes Dessinnées di Tintin, si imporrà subito fra i lettori come un idolo. Ma il bello delle avventure di Michel Vaillant, che proprio recentemente sono state riedite con la Gazzetta dello Sport,è che in ogni storia (tutte per lo più ambientate negli anni '70) si merscolano personaggi veri e di fantasia. Ci sono Jacky Ickx, Jean-Pierre Beltoise, ... e tanti altri., E il mondo delle gare automobilistiche è descritto alla perfezione, con disegni meticolosi e vivaci, che ritraggono l'ambiente delle corse in ogni storica con tanti particolari conosciuti solo agli appassionati. Monza, il Nuerburgring, Le Mans, Montecarlo... è come rivivere le stesse emozioni delle gare di allora.
Il celebre personaggio di tante avventure uscite in Italia a puntate sul Corriere dei Piccoli, e poi sugli Albi Ardimento negli anni '70, è frutto dell'immaginazione del disegnatore francese Jean Graton, che lo ideò nel 1957 ricordando la prima volta che suo padre lo portò a vedere una corsa automobilistica a Le Mans. Apparso in Belgio sulle Bandes Dessinnées di Tintin, si imporrà subito fra i lettori come un idolo. Ma il bello delle avventure di Michel Vaillant, che proprio recentemente sono state riedite con la Gazzetta dello Sport,è che in ogni storia (tutte per lo più ambientate negli anni '70) si merscolano personaggi veri e di fantasia. Ci sono Jacky Ickx, Jean-Pierre Beltoise, ... e tanti altri., E il mondo delle gare automobilistiche è descritto alla perfezione, con disegni meticolosi e vivaci, che ritraggono l'ambiente delle corse in ogni storica con tanti particolari conosciuti solo agli appassionati. Monza, il Nuerburgring, Le Mans, Montecarlo... è come rivivere le stesse emozioni delle gare di allora.
Berlino Est, 1986
La Berlino Est di Honnecker, c'era ancora il muro e il confine al Check Point Charlie. Berlino Est era un mondo diverso, eppure così terribilmente vicino all'Occidente. Il confronto fra i due blocchi (quello sovietico e quello americano) era stridente. Bastava passare da una parte all'altra della città per varcare una porta del tempo: a Berlino Ovest una città ricostruita, moderna, opulenta. A Berlino Est, poche auto per le strade, pochi anche i negozi di alimentari. Costruzioni severe, molto spesso ancora quelle di prima della guerra. Poca anche la gente per la strada. E questa foto... sembra la Berlino Est di allora.
E invece non lo è. E' Padova, oggi, lunedì 24 dicembre 2012, vigilia di Natale, alle tre del pomeriggio. Una strada che corre verso il centro. Poche auto in giro, nessuna persona intorno. E a distanza, verso i centri commerciali, non ci saranno nemmeno più le consuete code interminabili per accaparrarsi gli ultimi regali. Effetto della crisi. Ha colpito duro, e forse questa immagine rimarrà una delle più sincere a documentare questo assurdo periodo che stiamo vivendo. Come una Berlino Est di tanti anni fa.
domenica 23 dicembre 2012
Goodwood: un aeroporto divenuto kermesse d'eleganza. E in Italia....
Merita un viaggio, Goodwood, solo il fatto che sia stato forse l'ispiratore di uno dei più bei libri di Alessandro Baricco. Il circuito è Goodwood, in Gran Bretagna. E il libro è "Questa Storia", un romanzo lungo una vita, che racconta la passione e l'amore di una donna per un uomo solitario, particolare, unico. Un uomo che "disegnava" i circuiti con i suoi sogni di bambino. Una storia che ha una dolcezza infinita. Ecco, Goodwood è così. Un circuito dolce. Che corre intorno ad un aeroporto. Lo circonda, lo abbraccia. Un circuito dimenticato, nascosto nell'Inghilterra del sud. Un circuito che, per la passione di alcuni eccentrici, si trasforma ogni estate in una festa delle auto da corsa di tutti i tempi. Auto che ritornano a correre in pista dopo anni e anni, uscendo dai musei. Come le mitiche argentate, le Audi e le Mercedes. O le rosse italiane: le Alfa Romeo e le Ferrari.
Goodwood è anche un festival, con tanto di Concorso d'Eleganza con personaggi vestiti come all'epoca delle loro auto. Cose come solo gli inglesi sanno fare.
Ma anche noi in Italia non scherziamo. Un evento simile, almeno per quel che riguarda in Concorso d'Eleganza, è "Unique Special Ones", che riunisce per iniziativa dello stilista fiorentino Stefano Ricci in collaborazione con MAC Group di Sandro Binelli, già organizzatore della Mille Miglia,le più belle auto di sempre all'Hotel Four Seasons a Firenze, nello splendido Giardino della Gherardesca. Sempre che la rassegna rimanga in Italia: mentre Goodwood non si sposterà mai (a meno che non spostino il circuito...), per l'evento di Stefano Ricci si parla già di un'edizione in Russia (o in Cina). Intanto, si pensa di creare un archivio delle auto "uniche", quelle cioè divenute ormai l'unico esemplare esistente di certi modelli.
Ma anche noi in Italia non scherziamo. Un evento simile, almeno per quel che riguarda in Concorso d'Eleganza, è "Unique Special Ones", che riunisce per iniziativa dello stilista fiorentino Stefano Ricci in collaborazione con MAC Group di Sandro Binelli, già organizzatore della Mille Miglia,le più belle auto di sempre all'Hotel Four Seasons a Firenze, nello splendido Giardino della Gherardesca. Sempre che la rassegna rimanga in Italia: mentre Goodwood non si sposterà mai (a meno che non spostino il circuito...), per l'evento di Stefano Ricci si parla già di un'edizione in Russia (o in Cina). Intanto, si pensa di creare un archivio delle auto "uniche", quelle cioè divenute ormai l'unico esemplare esistente di certi modelli.
Vespa: si torna all'antico
Uno stile tutto rétro per la prossima Vespa in presentazione presso la Piaggio. L'ispirazione che ha condotto al prossimo modello Vespa 946 porta nel numero e nelle linee il ricordo netto della prima Vespa del 1946. Anche se la tecnologia ha fatto un bel balzo in avanti.....
Viaggiare in auto d'epoca: non è solo un piacere
In tempi di crisi la passione per le auto d'epoca non è più soltanto un divertimento di pochi appassionati, magari un po' eccentrici, e nostalgici di uno stile "lento" di viaggiare. E' oramai qualcosa di più. La mania è partita dalla Germania, ed era già conosciuta nel mondo anglosassone: è quella di collezionare auto storiche non solo come divertimento, ma come investimento alternativo ai prodotti finanziari che oggi, sui mercati, danno bassi rendimenti e molti grattacapi.
E non è una tendenza che prende piede fra i membri di una élite altolocata, perchè il mercato delle auto d'epoca, soprattutto in Germania, si interssa oggi prevalentemente di auto cosiddette "newtimers". Sono cioè le auto degli anni '80 e primi anni '90, che con venti anni di anzianità sono le new entries delle storiche.
Un interesse che è vivo anche in Italia, non solo per il fatto che molti modelli degli anni '80 e '90 rappresentano ancora delle icone di stile. C'è un'altra ragione, ed è la possibilità di "risparmiare" su bollo (solo 100 euro) e assicurazione (anche quella intorno ai 100 euro) per qualunque auto qualificata come storica e munita delle necessarie omologazioni. E poi con quell'auto storica si possono ancora fare emozionanti viaggi....
L'impegno economico, per queste auto, è affrontabilissimo: si possono acquistare auto del valore di 2.000 - 2.500 euro, e aspettare che aumentino di valore. Il gioco è semplice e divertente: un maggiolino Volkswagen, ad esempio, non tanto difficile da trovare sul mercato, valeva giusto quella cifra fino a pochi anni fa. E se ne trovavano parecchi, ancora funzionanti ed in buono stato. E oggi ne vale 10.000-12.000.
Anche certi modelli di auto italiane, magari disprezzate ai loro tempi, potrebbero divenire vere auto di successo un domani. Prendiamo la Panda: negli anni '80 auto semplice e "povera", oggi è conservata nei musei: il suo disegno di carrozzeria e i suoi interni sono stati un'innovazione quandro apparì sul mercato.
E non è una tendenza che prende piede fra i membri di una élite altolocata, perchè il mercato delle auto d'epoca, soprattutto in Germania, si interssa oggi prevalentemente di auto cosiddette "newtimers". Sono cioè le auto degli anni '80 e primi anni '90, che con venti anni di anzianità sono le new entries delle storiche.
Un interesse che è vivo anche in Italia, non solo per il fatto che molti modelli degli anni '80 e '90 rappresentano ancora delle icone di stile. C'è un'altra ragione, ed è la possibilità di "risparmiare" su bollo (solo 100 euro) e assicurazione (anche quella intorno ai 100 euro) per qualunque auto qualificata come storica e munita delle necessarie omologazioni. E poi con quell'auto storica si possono ancora fare emozionanti viaggi....
L'impegno economico, per queste auto, è affrontabilissimo: si possono acquistare auto del valore di 2.000 - 2.500 euro, e aspettare che aumentino di valore. Il gioco è semplice e divertente: un maggiolino Volkswagen, ad esempio, non tanto difficile da trovare sul mercato, valeva giusto quella cifra fino a pochi anni fa. E se ne trovavano parecchi, ancora funzionanti ed in buono stato. E oggi ne vale 10.000-12.000.
Anche certi modelli di auto italiane, magari disprezzate ai loro tempi, potrebbero divenire vere auto di successo un domani. Prendiamo la Panda: negli anni '80 auto semplice e "povera", oggi è conservata nei musei: il suo disegno di carrozzeria e i suoi interni sono stati un'innovazione quandro apparì sul mercato.
Una storia a parte merita l'Alfasud. Rappresentò l'ingresso dell'Alfa Romeo nel settore delle vetture di standing medio-basso, tanto che lo stesso Avvocato Agnelli la vide come il fumo negli occhi ed una vera e propria "invasione" in un settore che FIAT considerava tendenzialmente suo monopolio in Italia. Ebbene, oggi un'Alfasud si può trovare, se pur con difficoltà, pagandola molto poco. Ma chissà, forse un domani diverrà l'icona di un'epoca di austerity.
Sempre nella storia dell'Alfa Romeo, merita interesse l'Alfetta. Auto elegante degli anni '70, nelle versioni GTV coupé era un dissegni di Giugiaro. Un'auto che abbandonava le forme squadrate dei periodi precedenti e conferma i toni aggressivi della casa automobilistica principe dei modelli sportivi. Non a caso, in Germania vanno a ruba.
E infine la Lancia. Non dimentichiamo che il marchio scomparirà. E allora, avere una Lancia (e la mitica Fulvia Coupé, simbolo di questo blog, ne è il più valido esempio) potrebbe diventare un privilegio.
E auto degli anni '80-90, soprattutto francesi, che divennero un mito: le Peugeot 205, le Renault 5, Le Citroen Visa.
E, salendo di qualità e di modello, a prezzi ridotti si possono ancora trovare le vecchie e (magari) non ancora storiche Saab 900... aspettando qualche anno un'auto del '96 si può acqistare a 2.000 euro e magari fra cinque anni trovarsi ad aver accumulato in valore di 5-6.000 euro.
Infine una considerazione: ne sappiamo poco, ma fra gli appassionati di auto d'epoca più agguerriti, ci sono i giapponesi. Che sia il caso di guardare con occhio d'interesse ai loro primi modelli Toyota? Soprattutto le auto da rally erano proprio eccezionali....
mercoledì 19 dicembre 2012
Riva: motoscafi icone di stile
Ritorna con un motoscafo dallo stile vintage dal nome suadente di Virtus 63, il marchio Riva, storico cantiere di produzione di imbarcazioni in mogano dallo stile inconfondibile (avete presente i taxi di Venezia?).
Il Virtus 63 è un vero e proprio yacht, ma dalle forme rétro, che esprime il meglio dello stile e del design italiano. Come le automobili di una volta. E molte sono le similitudini: areodinamicità, linee filanti, materiali pregiati. Tutti elementi che oggi non troviamo più così diffusamente, nè nelle auto nè nelle imbarcazioni. Ma Riva è un'eccezione.
Lo storico marchio è nato nel 1842 sul Lago d'Iseo, ed è presto diventato un'icona dell'eleganza. Amato dalle star e dal jet set, apparso su tanti film, il motoscafo Riva con i suoi modelli storici (Tritone, Corsaro, Florida) facevano parate d'eleganza sulla Costa Azzurra. Ed oggi che il marchio Riva (detenuto da Ferretti Group) presenta la propria nuova imbarcazione, è stata Saint-Tropez, era inevitabile, la cittadina scelta per la presentazione di questo gioiello superiore ai 18 metri.
lunedì 17 dicembre 2012
Historic Christmas a San Marino: la festa degli auguri
Cosa c'è di più bello di una festa degli auguri, auguri di Natale sinceri, magari nella calorosa ambientazione di un paese medievale addobbato a festa e abbellito da mercatini e luminarie?
Ecco, è in questa straordinaria atmosfera che si sono ritrovati i settanta fortunati che sono arrivati in tempo ad iscriversi per l'Historic Christmas di San Marino, una festa più che una gara, disputatasi nel fine settimana del 15 e 16 dicembre a San Marino.
Una terra che di passione per le corse automobilistiche ne ha tanta, San Marino,m sin dai tempi del rally, che allora si disputava in buona parte su strade sterrate.
Oggi, invece, le strade sono asfaltate, ma hanno percorsi a tratti dolci e a tratti impervi in questo piccolo Stato tanto geloso delle sue libertà. E proprio sulle strade, da su in alto sulla Rocca del Titano fino giù, a toccare tutti i dieci Castelli della Repubblica, hanno corso settanta splendide auto d'epoca con i loro piloti ed i loro navigatori per la quarta edizione dell'Historic Christmas di San Marino, una gara di regolarità che ogni anno oramai segna la fine della stagione delle gare di regolarità per auto storiche.
Gli organizzatori del club Regolaristi Sammarinesi, i giovanissimi Isaia e Valentino, quest'anno hanno faticato a mantenere fermo al numero massimo di settanta il numero degli iscritti, perché le richieste di adesione, provenienti da tutta Italia, erano più di cento. E fra i nomi degli iscritti c'erano nomi famosi, fra loro anche Giuliano Cané, plurivincitore della Mille Miglia.
Ma non è stato soltanto l'aspetto agonistico a decretare come negli anni passati il successo di questa manifestazione, che quest'anno è riuscita nell'impresa di migliorarsi ancora. Il grande pregio è dato infatti dall'ospitalità, sempre eccellente, con il saluto di giovani Babbi Natali e immancabili Renne, e dal richiamo turistico che dà un quid in più. Difatti, appena arrivati i partecipanti sono stati accompagnati in una visita guidata ai principali palazzi storici della Repubblica. Poi, alle 18, la partenza per un affascinante prologo di gara "in notturna", con sei prove cronometrate molto tecniche e rese difficili dal buio e dal clima freddo della sera. Avvincente il percorso collinare, illuminato solo dai fari fluorescenti e dai pressostati luminosi portati a San Marino dalla Scuderia 3A, in questa prima anticipazione della gara vinta da Gibertini-Ferrari su Porsche 356, che si sono così' aggiudicati il trofeo messo in palio dagli organizzatori: la Coppa Alutitan.
Il giorno successivo, domenica 16 dicembre, sotto un sole raggiante le auto sono partite per la gara vera e propria, resa impegnativa dalle 23 prove cronometrate a percorso misto. Un percorso impegnativo, che ha attraversato in lungo e in largo il piccolo Stato: rocce, torrioni e castelli a sovrastare in ogni luogo le strade che salgono e scendono seguendo la conformazione montuosa del territorio, e che si aprono a tratti, con scorci suggestivi, sulla pianura lontana. E questo spettacolo ha accompagnato per quasi cento chilometri, tutti mangiati via in una mezza giornata, i concorrenti nelle loro prove. Un'occasione unica per apprezzare questo luogo che sembra nato apposta per le corse in automobile. Ma anche un'occasione per conoscere i prodotti di questa terra, che ha molte somiglianze con la nostra Romagna, ma con uno stile e una connotazione tutta sua. Così i concorrenti si sono visti offrire lungo il percorso tanti doni e tanti assaggi di prodotti locali: dal miele al vino, dal formaggio di fossa alla birra cruda. E con molto estro e grande ospitalità, nel fine gara, gli organizzatori non hanno mancato di fare avere un premio per ciascuno dei concorrenti, sia per coloro che hanno trionfato in classifica che per gli altri.
Un merito particolare ad Armando Fontana, che ha vinto affermando la sua precisione al cronometro, con una media di penalità complessiva che si aggira sui due centesimi di secondo, quasi un record, mentre secondo staccato di 12 centesimi si è piazzato Mario Passanante, giunto sin qui dalla Sicilia. Terzo Rimondi e quarto il supercampione Canè, che ha trovato qui dei degni avversari. E poi via via tutti gli altri, tutti soddisfatti di una manifestazione, questo Historic Christmas, che oramai ha raggiunto fama e livello nazionale.
Ecco, è in questa straordinaria atmosfera che si sono ritrovati i settanta fortunati che sono arrivati in tempo ad iscriversi per l'Historic Christmas di San Marino, una festa più che una gara, disputatasi nel fine settimana del 15 e 16 dicembre a San Marino.
Una terra che di passione per le corse automobilistiche ne ha tanta, San Marino,m sin dai tempi del rally, che allora si disputava in buona parte su strade sterrate.
Oggi, invece, le strade sono asfaltate, ma hanno percorsi a tratti dolci e a tratti impervi in questo piccolo Stato tanto geloso delle sue libertà. E proprio sulle strade, da su in alto sulla Rocca del Titano fino giù, a toccare tutti i dieci Castelli della Repubblica, hanno corso settanta splendide auto d'epoca con i loro piloti ed i loro navigatori per la quarta edizione dell'Historic Christmas di San Marino, una gara di regolarità che ogni anno oramai segna la fine della stagione delle gare di regolarità per auto storiche.
Gli organizzatori del club Regolaristi Sammarinesi, i giovanissimi Isaia e Valentino, quest'anno hanno faticato a mantenere fermo al numero massimo di settanta il numero degli iscritti, perché le richieste di adesione, provenienti da tutta Italia, erano più di cento. E fra i nomi degli iscritti c'erano nomi famosi, fra loro anche Giuliano Cané, plurivincitore della Mille Miglia.
Ma non è stato soltanto l'aspetto agonistico a decretare come negli anni passati il successo di questa manifestazione, che quest'anno è riuscita nell'impresa di migliorarsi ancora. Il grande pregio è dato infatti dall'ospitalità, sempre eccellente, con il saluto di giovani Babbi Natali e immancabili Renne, e dal richiamo turistico che dà un quid in più. Difatti, appena arrivati i partecipanti sono stati accompagnati in una visita guidata ai principali palazzi storici della Repubblica. Poi, alle 18, la partenza per un affascinante prologo di gara "in notturna", con sei prove cronometrate molto tecniche e rese difficili dal buio e dal clima freddo della sera. Avvincente il percorso collinare, illuminato solo dai fari fluorescenti e dai pressostati luminosi portati a San Marino dalla Scuderia 3A, in questa prima anticipazione della gara vinta da Gibertini-Ferrari su Porsche 356, che si sono così' aggiudicati il trofeo messo in palio dagli organizzatori: la Coppa Alutitan.
Il giorno successivo, domenica 16 dicembre, sotto un sole raggiante le auto sono partite per la gara vera e propria, resa impegnativa dalle 23 prove cronometrate a percorso misto. Un percorso impegnativo, che ha attraversato in lungo e in largo il piccolo Stato: rocce, torrioni e castelli a sovrastare in ogni luogo le strade che salgono e scendono seguendo la conformazione montuosa del territorio, e che si aprono a tratti, con scorci suggestivi, sulla pianura lontana. E questo spettacolo ha accompagnato per quasi cento chilometri, tutti mangiati via in una mezza giornata, i concorrenti nelle loro prove. Un'occasione unica per apprezzare questo luogo che sembra nato apposta per le corse in automobile. Ma anche un'occasione per conoscere i prodotti di questa terra, che ha molte somiglianze con la nostra Romagna, ma con uno stile e una connotazione tutta sua. Così i concorrenti si sono visti offrire lungo il percorso tanti doni e tanti assaggi di prodotti locali: dal miele al vino, dal formaggio di fossa alla birra cruda. E con molto estro e grande ospitalità, nel fine gara, gli organizzatori non hanno mancato di fare avere un premio per ciascuno dei concorrenti, sia per coloro che hanno trionfato in classifica che per gli altri.
Un merito particolare ad Armando Fontana, che ha vinto affermando la sua precisione al cronometro, con una media di penalità complessiva che si aggira sui due centesimi di secondo, quasi un record, mentre secondo staccato di 12 centesimi si è piazzato Mario Passanante, giunto sin qui dalla Sicilia. Terzo Rimondi e quarto il supercampione Canè, che ha trovato qui dei degni avversari. E poi via via tutti gli altri, tutti soddisfatti di una manifestazione, questo Historic Christmas, che oramai ha raggiunto fama e livello nazionale.
venerdì 14 dicembre 2012
La Leggenda di San Marino
San Marino... una storia scolpita nella roccia
All'epoca degli imperatori romani Diocleziano e Massimiano, quando la persecuzione contro i Cristiani e la loro religione era al culmine, la città di Rimini fu completamente distrutta dalla flotta di Demostene,. Nell'anno 257 i due imperatori decisero di emanare un decreto per ricostruire la città. Tale decreto prevedeva che tutti i popoli d'Europa inviassero operai qualificati nei vari mestieri: architetti, mattonai, tagliapietre e scalpellini per la lavorazioni in pietra. Tra coloro che si trasferirono a Rimini da ogni parte d'Europa arrivarono dalla coste della Dalmazia anche parecchi tagliapietre, tra cui Leo e Marino, uomini dotati di eccezionali virtù e qualità morali. Dopo qualche tempo venne dato ordine agli scalpellini di salire sul Monte Titano per procacciare pietra con cui elevare le mura di Rimini. Vi andarono anche Leo e Marino e vi rimasero per tre ani impegnati in un lavoro durissimo. Passato questo periodo, i due compagni decisero di separare le loro strade: Leo si ritirò sul Monte Feretro (detto anche Montefeltro), là costruì con i compagni di viaggio una piccola celletta nella roccia e dedicò un oratorio a Dio. L'insediamento, così fondato, prenderà, con il passare del tempo, il primo il nome di San Leo. Marino, invece, ritornò a Rimini, dove vi rimase per 12 anni predicando il Vangelo del Signore, combattendo l'idolatria e continuando con i suoi lavori di scalpellino che lo resero molto conosciuto. Avendo però ormai Marino raggiunto fama di fervido lettore del Vangelo, che voleva vivere intensamente e diffondere, fu costretto a fuggire dalla città di Rimini per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani nascondendosi in mezzo alle aspre rupi del Monte Titano che lui conosceva bene e garantivano una vita di solitudine e penitenza. Dopo dodici mesi, però, l'eremita Marino venne scoperto casualmente da alcuni pastori di porci che subito divulgarono ovunque la notizia. Il fatto di avere un eremita nei proprio possedimento non era affatto gradito a Verissimo, figlio di una nobile vedova di nome Felicissima, proprietaria delle terre dove era l'eremita Marino. Egli cercò il litigio col Santo per poterlo scacciare, ma presagendo le minacciose intenzioni del ragazzo, Marino pregò la provvidenza perché lo aiutasse. Un giorno Verissimo venne colpito da una grave paralisi. Trasportato a casa dalla madre, questa gli chiese cosa fosse la sua improvvisa malattia e se potesse dipendere da qualche sgarbo fatto al Sant'uomo che sapeva essersi rifugiato sulle sue terre. Verissimo dovette ammetterlo, per cui Felicissima, disperata, si recò da Marino per implorarlo ad aiutare il disgraziatissimo figlio. Come ricompensa gli avrebbe concesso qualunque cosa Marino desiderasse. Marino le disse che egli non desiderava altro che la loro conversione ed il loro battesimo, oltre ad un lembo di monte dove poter essere solo. La vedova rispose che avrebbe concesso a Marino ed ai suoi discendenti molto più del richiesto: gli avrebbe donato il monte ed il suo circondario per sempre estendendolo anche alla sua discendenza. Detto questo, la paralisi di Verissimo scomparve così come era sopraggiunta; la donna e tutti i suoi familiari, in tutto 53 persone, si convertirono al Cristianesimo. Nello stesso periodo era giunto a Rimini il vescovo San Gaudenzio per convertire al Cristianesimo gli abitanti e quelli della zona. Venendo a conoscenza della fama benigna di Leo e Marino, egli li chiamò a sé per nome e fece Leo sacerdote e Marino diacono. Marino prosegui nella propria opera di evangelizzazione, operando i primi battesimi sul Monte Titano e nella vicina località di Acquaviva dove si ritiene sia avvenuto il miracolo della guarigione di Verissimo, figlio di Felicissima. Ritornando sul Titano dove aveva fondato una piccola comunità cristiana, Marino, che nei lavori giornalieri si faceva di solito aiutare da un umile asinello, ebbe la triste sorpresa di trovare un ferocissimo orso all'interno del suo orto che aveva ucciso e divorato il suo fedele compagno di lavoro. Subito ordinò all'orso di sostituire il suo asino e questo, divenuto improvvisamente docile e mansueto, cominciò a sbrigare i lavori che il Santo gli dava. Marino visse poi sempre sul Monte Titano; qui morì il 3 settembre dell'anno 301 d.C. e venne sepolto all'intero della chiesa da lui edificata, ma prima che lasciasse per l'eternità la vita terrena chiamò a sé gli abitanti del piccolo insediamento, nato sul Titano e pronunciò le parole:
“Relinquo vos libero, ab utroque homine” Vi lascio liberi da entrambi gli uomini"
I due uomini da cui Marino avrebbe "liberato" i concittadini erano l'imperatore ed il papa, sovrano dell'Impero l'altro dello Stato Pontificio: queste parole sono il fondamento dell'indipendenza della Repubblica salvaguardata nel corso dei secoli.
All'epoca degli imperatori romani Diocleziano e Massimiano, quando la persecuzione contro i Cristiani e la loro religione era al culmine, la città di Rimini fu completamente distrutta dalla flotta di Demostene,. Nell'anno 257 i due imperatori decisero di emanare un decreto per ricostruire la città. Tale decreto prevedeva che tutti i popoli d'Europa inviassero operai qualificati nei vari mestieri: architetti, mattonai, tagliapietre e scalpellini per la lavorazioni in pietra. Tra coloro che si trasferirono a Rimini da ogni parte d'Europa arrivarono dalla coste della Dalmazia anche parecchi tagliapietre, tra cui Leo e Marino, uomini dotati di eccezionali virtù e qualità morali. Dopo qualche tempo venne dato ordine agli scalpellini di salire sul Monte Titano per procacciare pietra con cui elevare le mura di Rimini. Vi andarono anche Leo e Marino e vi rimasero per tre ani impegnati in un lavoro durissimo. Passato questo periodo, i due compagni decisero di separare le loro strade: Leo si ritirò sul Monte Feretro (detto anche Montefeltro), là costruì con i compagni di viaggio una piccola celletta nella roccia e dedicò un oratorio a Dio. L'insediamento, così fondato, prenderà, con il passare del tempo, il primo il nome di San Leo. Marino, invece, ritornò a Rimini, dove vi rimase per 12 anni predicando il Vangelo del Signore, combattendo l'idolatria e continuando con i suoi lavori di scalpellino che lo resero molto conosciuto. Avendo però ormai Marino raggiunto fama di fervido lettore del Vangelo, che voleva vivere intensamente e diffondere, fu costretto a fuggire dalla città di Rimini per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani nascondendosi in mezzo alle aspre rupi del Monte Titano che lui conosceva bene e garantivano una vita di solitudine e penitenza. Dopo dodici mesi, però, l'eremita Marino venne scoperto casualmente da alcuni pastori di porci che subito divulgarono ovunque la notizia. Il fatto di avere un eremita nei proprio possedimento non era affatto gradito a Verissimo, figlio di una nobile vedova di nome Felicissima, proprietaria delle terre dove era l'eremita Marino. Egli cercò il litigio col Santo per poterlo scacciare, ma presagendo le minacciose intenzioni del ragazzo, Marino pregò la provvidenza perché lo aiutasse. Un giorno Verissimo venne colpito da una grave paralisi. Trasportato a casa dalla madre, questa gli chiese cosa fosse la sua improvvisa malattia e se potesse dipendere da qualche sgarbo fatto al Sant'uomo che sapeva essersi rifugiato sulle sue terre. Verissimo dovette ammetterlo, per cui Felicissima, disperata, si recò da Marino per implorarlo ad aiutare il disgraziatissimo figlio. Come ricompensa gli avrebbe concesso qualunque cosa Marino desiderasse. Marino le disse che egli non desiderava altro che la loro conversione ed il loro battesimo, oltre ad un lembo di monte dove poter essere solo. La vedova rispose che avrebbe concesso a Marino ed ai suoi discendenti molto più del richiesto: gli avrebbe donato il monte ed il suo circondario per sempre estendendolo anche alla sua discendenza. Detto questo, la paralisi di Verissimo scomparve così come era sopraggiunta; la donna e tutti i suoi familiari, in tutto 53 persone, si convertirono al Cristianesimo. Nello stesso periodo era giunto a Rimini il vescovo San Gaudenzio per convertire al Cristianesimo gli abitanti e quelli della zona. Venendo a conoscenza della fama benigna di Leo e Marino, egli li chiamò a sé per nome e fece Leo sacerdote e Marino diacono. Marino prosegui nella propria opera di evangelizzazione, operando i primi battesimi sul Monte Titano e nella vicina località di Acquaviva dove si ritiene sia avvenuto il miracolo della guarigione di Verissimo, figlio di Felicissima. Ritornando sul Titano dove aveva fondato una piccola comunità cristiana, Marino, che nei lavori giornalieri si faceva di solito aiutare da un umile asinello, ebbe la triste sorpresa di trovare un ferocissimo orso all'interno del suo orto che aveva ucciso e divorato il suo fedele compagno di lavoro. Subito ordinò all'orso di sostituire il suo asino e questo, divenuto improvvisamente docile e mansueto, cominciò a sbrigare i lavori che il Santo gli dava. Marino visse poi sempre sul Monte Titano; qui morì il 3 settembre dell'anno 301 d.C. e venne sepolto all'intero della chiesa da lui edificata, ma prima che lasciasse per l'eternità la vita terrena chiamò a sé gli abitanti del piccolo insediamento, nato sul Titano e pronunciò le parole:
“Relinquo vos libero, ab utroque homine” Vi lascio liberi da entrambi gli uomini"
I due uomini da cui Marino avrebbe "liberato" i concittadini erano l'imperatore ed il papa, sovrano dell'Impero l'altro dello Stato Pontificio: queste parole sono il fondamento dell'indipendenza della Repubblica salvaguardata nel corso dei secoli.
mercoledì 12 dicembre 2012
Belle epoque film
Andare alla scoperta di tempi passati attraverso i filmati che raccontano epoche e vicissitudini sportive è il sogno di molti. Una possibilità ed un'opportunità divertente per fare percorsi emozionanti all'indietro ce la dà la Belle Epoque Film, una realtà nata dalla passione per la propria regione, il Veneto, e che conserva probabilmente la più ricca videoteca ed il più grande archivio di video del Veneto.
Pergli amanti dello sport in generale, invece, c'è solo l'imbarazzo della scelta: dal golf allo sci passando per la nautica. In particolare, poi, per gli amanti dei rally, interessantissima è la collezione di video e DVD di gare su strada e su terra del passato e del presente.
Tutto su: http://www.belleepoquefilm.it/catalogo_videorally.htmUna domenica con i campioni
Bella, emozionante, divertente. Come la festa per una grande vittoria. O una rimpatriata fra grandi (e piccoli) campioni. E campioni si sono sentiti un po' tutti i partecipanti alla "Domenica con i Campioni" lo scorso 8 dicembre a Montegrotto Terme, nell'Hotel Apollo riuniti per l'oramai tradizionale saluto di Natale con i grandi piloti dell'automobilismo di oggi, del futuro e del passato.
La manifestazione, allietata da un pranzo conviviale, è stata come sempre organizzata dal Veneto Rally Club, un gruppo molto attivo nel campo dell'automobilismo, che vanta come Presidente Onorario Sandro Munari, il Drago di Cavarzere. Proprio lui, insieme a Walter Rohl, altro grande asso del Mondiale Rally, hanno allietato i presenti con i racconti delle loro imprese. A Sandro Munari non è mancata l'occasione per raccontare e commentare alcune bellissime foto e filmati delle sue imprese, per Rohl è stata un'occasione per mettere alla prova il suo buon italiano e dare saggi suggerimenti ai piloti del futuro. Non è mancata l'occasione, però, come era giusto che fosse, di esprimere il dispiacere per la sorte odierna dei rally, ristretti da un regolamento poco lungimirante (e dalla crisi) a disputarsi con auto poco simili alle vetture che circolano su strada, spesso nel breve periodo di una mezza giornata, perdendo così molto del loro fascino legato alle lunghe tappe di trasferimento in cui poteva succedere di tutto, o alle sorprese per i risultati sorprendenti di auto non "di scuderia", ma guidate magari da astri nascenti che per mettersi in mostra anche con mezzi non adeguati sapevano trarre il meglio da sé stessi e dalle automobili.
E proprio alcune bellissime auto da rally degli anni passati e recenti erano esposte nel parco dell'hotel: Porsche 911, Lancia Stratos, Opel Kadett e Alpine Renault fra le molte.
A fianco al Veneto Rally Club nell'organizzare l'evento c'era anche l'ACI Padova, che ha dato il suo supporto all'iniziativa e all'attività del Club con l'apertura del prossimo corso per navigatori, che si terrà fra febbraio e marzo 2013 nella sede dell'ACI Padova, aperto a tutti gli appassionati, che con una cifra modica (si parla di un centinaio di euro) potranno avvicinarsi al mondo dell'agonismo automobilistico.
E infine, una chicca divertente per tutti e un'occasione per mettersi alla prova come pilota lo hanno offerto le stupende postazioni di guida virtuale allestite nel foyer dell'hotel e messe a disposizione dei partecipanti. Particolarmente apprezzate dai giovani. E fra i giovani, da non dimenticare i nomi di due partecipanti speciali: Luca Cantamessa, campione italiano in carica di rally, e Riccardo Agostini, campione italiano di Formula 3, diciottenne promessa dell'automobilismo che proprio quest'anno è salito per la prima volta sulla Ferrari Formula 1 per una prova a Fiorano.
Bellissimi i premi e i regali distribuiti nel corso della lotteria finale, fra cui un corso di guida sicura ed uno per guida veloce (uno dedicato esclusivamente alle donne!).
Per tutti, poi, la possibilità di rivivere i momenti più belli della manifestazione sul sito http://www.tizianobiasioli.it/Rally_Domenica.htm , che ha pubblicato le foto dei momenti salienti dell'evento e dei partecipanti.
Bellissimi i premi e i regali distribuiti nel corso della lotteria finale, fra cui un corso di guida sicura ed uno per guida veloce (uno dedicato esclusivamente alle donne!).
Per tutti, poi, la possibilità di rivivere i momenti più belli della manifestazione sul sito http://www.tizianobiasioli.it/Rally_Domenica.htm , che ha pubblicato le foto dei momenti salienti dell'evento e dei partecipanti.
A Rétromobile l'anniversario della Peugeot 205
A Parigi, Porte de Versailles, dal 6 al 10 febbraio si terrà l'oramai classico appuntamento delle vetture storiche di Rétromobile. Quest'anno un'occasione ancora più interessante, fra le molte, per ammirare le più belle auto storiche provenienti da tutto il mondo e gli stand delle case automobilistiche e dei club di appassionati, sarà quello di andare a vedere la spettacolare esposizione che nel corso della mostra sarà dedicata alla intramontabile Peugeot 205 nel suo anniversario dei trent'anni.
L'età più bella, il fiore degli anni per questo modello Peugeot apparso nel febbraio 1983. Alla sua nascita la piccolina di casa Peugeot avrebbe dovuto essere battezzata 105, ma la possibilità già prefigurata di costruire un giorno una gamma ancora inferiore fece sì che fosse ...saltato un numero!
E così la Peugeot 205 rimpiazza la spartana 104 e assume un tono più elegante e sbarazzino.
Giovane e dinamica, le sue linee sono il frutto della collaborazione fra la sede Peugeot della Garonne e lo studio Pininfarina.
<proposta in quattro motorizzazioni, da 45 a 80 cv., sarà soprattutto sulla terra battuta che questa brillante macchinina mostrerà il suo spirito battagliero e la sua vena sportiva. La variante turbo 16 e la GTI diventano protagoniste battagliere nel mondiale rally in cui spiccano per tutto il periodo degli anni a cavallo ra '80 e '90.
Luzzago fa rinascere i miti
A Brescia la casa d'aste Luzzago registra l'arrivo di una serie ineguagliabile di nuove occasioni. Vetture storiche eccezionali che saranno esposte a partire dall'8 dicembre nella sede Luzzago per la vendita ai collezionisti.
Ecco alcune delle auto presenti:
Ecco alcune delle auto presenti:
IX° Maggiolino Show di Natale
Il Maggiolino Volkswagen rimane nell'immaginario di molti la vettura per eccellenza. Nata per viaggiare liberi, per innamorarsi, per avere un approccio diverso e più "tenero" con l'automobile di quanto lasci pensare la tecnologia contenuta fra queste lamiere un po' bombate, dalla forma ancora vagamente di carrozzina, un po' dolce e un po' materna,il Maggiolino Volkswagen vanta ancora oggi molti estimatori.
E l'occasione per vedere radunate tutte insieme tante Masggiolino ci sarà, proprio sotto Natale.
Infatti, il Club Volkswagen Italia (club ufficialmente riconosciuto da Volkswagen Group ), con il patrocinio dell’A.A.V.S. (Associazione Amatori Veicoli Storici, federata F.I.V.A) e di Volkswagen Group Firenze, organizza sabato 15 Dicembre 2012 il IX° Maggiolino Show di Natale.
L'esclusivo Showroom di Volkswagen Firenze farà da punto di incontro per festeggiare tra tanti maggiolinisti provenienti da ogni parte d’Italia le prossime festività natalizie con scambio di auguri e regali.
La concomitante Mostra sul progetto "Il Sogno Museo" suggellerà l'ideale passaggio di consegne con il Club Volkswagen Italia coinvolto nell'ideazione di un particolarissimo polo museale sulla Storia dell'auto più famosa e più amata del mondo: il Maggiolino.
Il programma prevede l’accoglienza presso le sale e i locali service della Concessionaria, Tour per le vie di Firenze, pranzo a buffet offerto ai partecipanti, premiazioni ed intrattenimenti nella prima parte del pomeriggio. Saluto di commiato e brindisi augurale.
Firenze, Città emblematica di cultura, storia ed arte, è oggi anche sede di questa nuova realtà Volkswagen. Il Club Volkswagen Italia è estremamente fiero ed onorato di partecipare a questo “Sogno” e festeggiare insieme la IX^ edizione del Maggiolino Show di Natale, raduno invernale di Club Volkswagen Italia, consolidato ed imperdibile per Soci e amici del sodalizio.
L’appuntamento è quindi per sabato 15 dicembre dalle ore 9.30 presso la sede di Volkswagen Group Firenze in via Pratese 166.
Si potranno ammirare le varie versioni di questa storica vettura che ha fatto la storia dell’automobile e della motorizzazione anche della nostra Italia e che oggi continua con il suo fascino semplice ma immortale a riportare ricordi del passato, agli anziani, e stimolando i giovani per la cura e la custodia di questa icona dell’automobilismo.
Per informazioni : www.clubvolkswagenitalia.it
segreteria@clubvolkswagenitalia.it
info : 335 6150500
E l'occasione per vedere radunate tutte insieme tante Masggiolino ci sarà, proprio sotto Natale.
Infatti, il Club Volkswagen Italia (club ufficialmente riconosciuto da Volkswagen Group ), con il patrocinio dell’A.A.V.S. (Associazione Amatori Veicoli Storici, federata F.I.V.A) e di Volkswagen Group Firenze, organizza sabato 15 Dicembre 2012 il IX° Maggiolino Show di Natale.
L'esclusivo Showroom di Volkswagen Firenze farà da punto di incontro per festeggiare tra tanti maggiolinisti provenienti da ogni parte d’Italia le prossime festività natalizie con scambio di auguri e regali.
La concomitante Mostra sul progetto "Il Sogno Museo" suggellerà l'ideale passaggio di consegne con il Club Volkswagen Italia coinvolto nell'ideazione di un particolarissimo polo museale sulla Storia dell'auto più famosa e più amata del mondo: il Maggiolino.
Il programma prevede l’accoglienza presso le sale e i locali service della Concessionaria, Tour per le vie di Firenze, pranzo a buffet offerto ai partecipanti, premiazioni ed intrattenimenti nella prima parte del pomeriggio. Saluto di commiato e brindisi augurale.
Firenze, Città emblematica di cultura, storia ed arte, è oggi anche sede di questa nuova realtà Volkswagen. Il Club Volkswagen Italia è estremamente fiero ed onorato di partecipare a questo “Sogno” e festeggiare insieme la IX^ edizione del Maggiolino Show di Natale, raduno invernale di Club Volkswagen Italia, consolidato ed imperdibile per Soci e amici del sodalizio.
L’appuntamento è quindi per sabato 15 dicembre dalle ore 9.30 presso la sede di Volkswagen Group Firenze in via Pratese 166.
Si potranno ammirare le varie versioni di questa storica vettura che ha fatto la storia dell’automobile e della motorizzazione anche della nostra Italia e che oggi continua con il suo fascino semplice ma immortale a riportare ricordi del passato, agli anziani, e stimolando i giovani per la cura e la custodia di questa icona dell’automobilismo.
Per informazioni : www.clubvolkswagenitalia.it
segreteria@clubvolkswagenitalia.it
info : 335 6150500
Un "Virtual Temporary Musseum" dell'automobile a Firenze
TROVANO SEMPRE NUOVE STRADE LE AUTO IN QUESTI TEMPI DI CRISI. E' così per Showroom Volkswagen Firenze, recentemente inaugurato presso la sede Volkswagen Group, dove con un investimento di oltre 2 milioni di Euro, è stato creato un vero e proprio “temporary museum” virtuale.
In via Pratese 166, con un inedito tocco culturale, è nato così un museo dedicato alla storia dell'automobile, premiando insieme il lavoro di tre giovani studenti, neolaureati alla facoltà di architettura di Firenze. Tutta la parte frontale dello showroom della filiale fiorentina di Volkswagen Italia è stato così trasformato in “temporary museum” virtuale, con una originale ed inedita presentazione - così come è stato immaginato in due diverse tesi di laurea - di quello che potrebbe diventare, un giorno, il sogno di un gruppo di appassionati di Motorismo Storico: il Museo dell'Automobile di Firenze.
L'esposizione, progettata graficamente dai tre giovani designer, alterna immagini delle due tesi di laurea. La prima, realizzata da Lorenzo Bruni e Rosario Lobosco - prevede di far sorgere il museo in uno spazio dell'hinterland del capoluogo toscano, in particolare nell'area prospicente Villa Montalvo, nel Comune di Campi Bisenzio, dove riposano le spoglie dell'ingegner Felice Matteucci, che con il Padre scolopio Eugenio Barsanti progettò il primo motore a scoppio nel 1853. La seconda tesi, che porta la firma di Domenico Pelle, prevede invece la riconversione in area museale dell'area dismessa dell'ex caserma Gonzaga dei “Lupi di Toscana” di Firenze, già sede del glorioso 78° Reggimento dei “Lupi di Toscana”. Gli elaborati grafici realizzati nelle loro tesi, riportati su pannelli “lenticolari”, ricostruiscono in modo “virtuale” gli ambienti di un ipotetico museo dell'auto: dalla sala dell’esposizione permanente con la storia dell’automobile e della motocicletta, dalla sala convegni alla sala multimediale, la biblioteca, il mini circuito esterno sino alla sala dell’esposizione temporanea che vedrà cambiare il tema degli eventi. Completano la scena due “gioielli” dell’ ingegno automobilistico toscano: la prima “barchetta” di Pasquino Ermini, vincitrice della Coppa Toscana del 1949 e la sport Bizzarrini 128 Prototipo costruita espressamente per partecipare alla Targa Florio.
Il museo virtuale dell'automobile, inaugurato ieri, giovedì 15 novembre assieme alla nuova sede che lo ospita - può essere visitato ogni giorno, e per un mese intero, negli orari di apertura della concessionaria, i cui lavori di rifacimento hanno comportato per Volkswagen Group Firenze un investimento di oltre 2 milioni di €. “Un impegno davvero significativo” dice Luca Bedin, Direttore Generale di Volkswagen Group Firenze, considerando anche il difficile momento del mercato automobilistico italiano. Ma questa rinnovata sede, più moderna, luminosa e razionale, che inauguriamo proprio in occasione del lancio della nuova Golf, è la conferma di quanto il Gruppo Volkswagen creda non solo nella città di Firenze e nella sua area metropolitana ma, ancora una volta, nei giovani e nella cultura”.
In via Pratese 166, con un inedito tocco culturale, è nato così un museo dedicato alla storia dell'automobile, premiando insieme il lavoro di tre giovani studenti, neolaureati alla facoltà di architettura di Firenze. Tutta la parte frontale dello showroom della filiale fiorentina di Volkswagen Italia è stato così trasformato in “temporary museum” virtuale, con una originale ed inedita presentazione - così come è stato immaginato in due diverse tesi di laurea - di quello che potrebbe diventare, un giorno, il sogno di un gruppo di appassionati di Motorismo Storico: il Museo dell'Automobile di Firenze.
L'esposizione, progettata graficamente dai tre giovani designer, alterna immagini delle due tesi di laurea. La prima, realizzata da Lorenzo Bruni e Rosario Lobosco - prevede di far sorgere il museo in uno spazio dell'hinterland del capoluogo toscano, in particolare nell'area prospicente Villa Montalvo, nel Comune di Campi Bisenzio, dove riposano le spoglie dell'ingegner Felice Matteucci, che con il Padre scolopio Eugenio Barsanti progettò il primo motore a scoppio nel 1853. La seconda tesi, che porta la firma di Domenico Pelle, prevede invece la riconversione in area museale dell'area dismessa dell'ex caserma Gonzaga dei “Lupi di Toscana” di Firenze, già sede del glorioso 78° Reggimento dei “Lupi di Toscana”. Gli elaborati grafici realizzati nelle loro tesi, riportati su pannelli “lenticolari”, ricostruiscono in modo “virtuale” gli ambienti di un ipotetico museo dell'auto: dalla sala dell’esposizione permanente con la storia dell’automobile e della motocicletta, dalla sala convegni alla sala multimediale, la biblioteca, il mini circuito esterno sino alla sala dell’esposizione temporanea che vedrà cambiare il tema degli eventi. Completano la scena due “gioielli” dell’ ingegno automobilistico toscano: la prima “barchetta” di Pasquino Ermini, vincitrice della Coppa Toscana del 1949 e la sport Bizzarrini 128 Prototipo costruita espressamente per partecipare alla Targa Florio.
Il museo virtuale dell'automobile, inaugurato ieri, giovedì 15 novembre assieme alla nuova sede che lo ospita - può essere visitato ogni giorno, e per un mese intero, negli orari di apertura della concessionaria, i cui lavori di rifacimento hanno comportato per Volkswagen Group Firenze un investimento di oltre 2 milioni di €. “Un impegno davvero significativo” dice Luca Bedin, Direttore Generale di Volkswagen Group Firenze, considerando anche il difficile momento del mercato automobilistico italiano. Ma questa rinnovata sede, più moderna, luminosa e razionale, che inauguriamo proprio in occasione del lancio della nuova Golf, è la conferma di quanto il Gruppo Volkswagen creda non solo nella città di Firenze e nella sua area metropolitana ma, ancora una volta, nei giovani e nella cultura”.
sabato 8 dicembre 2012
Una giornata di Siegfried Stohr
Una scuola di guida sicura molto affermata, quella aperta da Siegfried Stohr, attiva dal 1982. Si chiama Scuola di Guida Sicura Guidare Pilotare ed ha sede a Misano. L'ha creata un pilota molto particolare. Siegfried Stohr, romagnolo non ostante il nome teutonico, protagonista di tante gare in Formula Italia (ha vinto il campionato nel 1977) ed anche di una stagione in Formula 1 con la Arrows. La scuola di guida sicura da lui creata si rivolge sia ai privati sia ai professionisti della guida, e ai tanti sportivi che vogliono approcciare il mondo delle corse automobilistiche o motociclistiche. Incredibilmente ricco di argomenti, Siegfried Stohr ha una capacità unica di introdurre in modo particolare le lezioni ed i corsi pratici: grazie ad una laurea in psicologia conseguita nel 1975 ha infatti introdotto una lettura nuova del rapporto uomo-macchina, ed insegna prima di tutto a sentire dentro sè stessi cosa si vuole raggiungere attraverso la guida. Poi, l'approccio alla pista, viene da sè.
E non basta: la scuola di Siegfried Stohr propone anche corsi e aggiornamenti on line per chi vuole perfezionare la guida.
E infine: una serie interessantissima di filmati proposti su internet rendono possibile visionare tutte le prove e le emozioni di una vera corsa su pista.
martedì 4 dicembre 2012
In viaggio con la regina dei rally
Lancia, Lancia, mon amour. Lancia Fulvia 1300, Lancia Fulvia HF, LLancia Delta. Questi i nomi che fanno ancora oggi sognare per chi si ricorda l'era mitica dei rally. Peccato che il marchio storico Lancia sia oramai sulla strada segnata di un lento ma inesorabile declino.
Però per chi sa ancora apprezzare le cose belle, vale la pena guidare ancora, come se fosse un'auto di oggi, la Lancia Delta. Forse meno lontana dalle auto di oggi della Fulvia 1300, senz'altro molto più grintosa, ma soprattutto un'icona della storia dell'auto. E la Lancia Delta. Nata come un'elegante berlinetta dalla penna di Giorgetto Giugiaro nel 1979e nel 1980 è già un successo. Ma è nel 1986 che esplode la passione Delta: con il restyling appare l'iniezione elettronica. E soprattutto la Delta HF 4WD, la Delta nata per essere su misura con il nuovo regolamento del Mondiale Rally. Capostipite di una stirpe trionfale, sarà per antonomasia la regina dei rally. Per la sua storia leggi http://it.wikipedia.org/wiki/Lancia_Delta_(1979).
UN CONSIGLIO PER TUTTI I COLLEZIONISTI: PRENDETE UNA LANCIA DELTA E TENETELA: PRENDERA' VALORE!
Però per chi sa ancora apprezzare le cose belle, vale la pena guidare ancora, come se fosse un'auto di oggi, la Lancia Delta. Forse meno lontana dalle auto di oggi della Fulvia 1300, senz'altro molto più grintosa, ma soprattutto un'icona della storia dell'auto. E la Lancia Delta. Nata come un'elegante berlinetta dalla penna di Giorgetto Giugiaro nel 1979e nel 1980 è già un successo. Ma è nel 1986 che esplode la passione Delta: con il restyling appare l'iniezione elettronica. E soprattutto la Delta HF 4WD, la Delta nata per essere su misura con il nuovo regolamento del Mondiale Rally. Capostipite di una stirpe trionfale, sarà per antonomasia la regina dei rally. Per la sua storia leggi http://it.wikipedia.org/wiki/Lancia_Delta_(1979).
UN CONSIGLIO PER TUTTI I COLLEZIONISTI: PRENDETE UNA LANCIA DELTA E TENETELA: PRENDERA' VALORE!
domenica 2 dicembre 2012
Voglio una vita come Steve McQueen
E' passato alla storia per le sue interpretazioni cinematografiche, ma è stato anche un pilota vero, Steve McQueen, uomo simbolo di una vita vissuta intensamente. Che fosse un unomo singoalre e dal carattere scontroso e difficile non ci sono dubbi, ma questa sua scontrosità e avversione ad ogni imposizione ne hanno fatto anche un uomo eroico, oltre che un attore di successo, che ha sempre voluto provare ogni emozione fino al limite.
Singolare e unica la sua interpretazione nel film dedicato alla 24 ore di Le Mans, girato in pista ma non durante la gara (per divieto del produttore) anche se Steve McQueen girò in pista con una Porsche 908 su cui era montata una pesante telecamera...e lui guidava sempre al limite!
Ma Steve McQueen non disdegnava nemmeno di partecipare a corse vere, automobilistiche e motociclistiche, rischiando spesso di mettere in forse la sua integrità fisica e la sua carriera d'attore. Nel 1970 partecipò alle 12 ore di Sebring insieme a Peter Revson con una Porsche 908 spyder (guidandola con un piede fasciato a causa di un precedente incidente motociclistico), arrivando primo nella sua categoria e secondo assoluto a soli 23" dal vincitore Mario Andretti su Ferrari.
Lo spericolato Terence Steve McQueen era nato a Beech Grove nel 1930. A 14 anni era già membro di una gang di strada e la madre si vide costretta a mandare il ragazzo presso una scuola di correzione californiana. Da lì passò direttamente al corpo dei Marines, dove si distinse per il coraggio e la disponibilità verso i compagni. Entrato negli Actor's Studios, esordì nel mondo del cinema con un piccolo ruolo in "Lassu' qualcuno mi ama", per poi passare a ruoli di primo piano in vari film Western. La sua consacrazione (e il suo personaggio più famoso) rimase però quella che gli diede il film "La Grande Fuga" in cui interpretava un capitano americano che tentava di fuggire da un campo di prigionia tedesco. Rimase mitica la sua fuga in motocicletta, scena lunghissima e spericolata, in cui lui stesso guidò la moto della fuga, senza servirsi di stuntman.
Un altro grande film in cui le sue capacità di spericolato pilota vennero in luce fu Bullitt. Sua la guida della Ford Mustang durante il famoso inseguimento per le strade a salischendi di San Francisco.
Ma la sua più grande interpretazione restò il film Papillon, che lo consacrò fra i più grandi attori itnernazionali. Ancora una grande interpretazione fu L'Inferno di Cristallo, suo ultimo grande film. Alla fine degli anni '70 gli fu diagnosticato un mesotelioma, e la sua ultima battaglia, contro il cancro stavolta, fu condotta con grande coraggio fino al 1980. Ma non venne mai dimenticato dai suoi fans.
Steve McQueen fu anche un grande collezionista: nella sua collezione c'erano alcune tra le più famose auto sportive dell'epoca come ad esempio: Porsche 908, Porsche 917, Porsche 356 e Porsche 911 Carrera S, Ferrari 512 e Ferrari 250 Lusso Berlinetta, Jaguar D-Type XKSS. Ma non riuscì mai ad acquistare la Ford Mustang del celebre inseguimento di Bullitt.
Singolare e unica la sua interpretazione nel film dedicato alla 24 ore di Le Mans, girato in pista ma non durante la gara (per divieto del produttore) anche se Steve McQueen girò in pista con una Porsche 908 su cui era montata una pesante telecamera...e lui guidava sempre al limite!
Ma Steve McQueen non disdegnava nemmeno di partecipare a corse vere, automobilistiche e motociclistiche, rischiando spesso di mettere in forse la sua integrità fisica e la sua carriera d'attore. Nel 1970 partecipò alle 12 ore di Sebring insieme a Peter Revson con una Porsche 908 spyder (guidandola con un piede fasciato a causa di un precedente incidente motociclistico), arrivando primo nella sua categoria e secondo assoluto a soli 23" dal vincitore Mario Andretti su Ferrari.
Lo spericolato Terence Steve McQueen era nato a Beech Grove nel 1930. A 14 anni era già membro di una gang di strada e la madre si vide costretta a mandare il ragazzo presso una scuola di correzione californiana. Da lì passò direttamente al corpo dei Marines, dove si distinse per il coraggio e la disponibilità verso i compagni. Entrato negli Actor's Studios, esordì nel mondo del cinema con un piccolo ruolo in "Lassu' qualcuno mi ama", per poi passare a ruoli di primo piano in vari film Western. La sua consacrazione (e il suo personaggio più famoso) rimase però quella che gli diede il film "La Grande Fuga" in cui interpretava un capitano americano che tentava di fuggire da un campo di prigionia tedesco. Rimase mitica la sua fuga in motocicletta, scena lunghissima e spericolata, in cui lui stesso guidò la moto della fuga, senza servirsi di stuntman.
Un altro grande film in cui le sue capacità di spericolato pilota vennero in luce fu Bullitt. Sua la guida della Ford Mustang durante il famoso inseguimento per le strade a salischendi di San Francisco.
Ma la sua più grande interpretazione restò il film Papillon, che lo consacrò fra i più grandi attori itnernazionali. Ancora una grande interpretazione fu L'Inferno di Cristallo, suo ultimo grande film. Alla fine degli anni '70 gli fu diagnosticato un mesotelioma, e la sua ultima battaglia, contro il cancro stavolta, fu condotta con grande coraggio fino al 1980. Ma non venne mai dimenticato dai suoi fans.
Steve McQueen fu anche un grande collezionista: nella sua collezione c'erano alcune tra le più famose auto sportive dell'epoca come ad esempio: Porsche 908, Porsche 917, Porsche 356 e Porsche 911 Carrera S, Ferrari 512 e Ferrari 250 Lusso Berlinetta, Jaguar D-Type XKSS. Ma non riuscì mai ad acquistare la Ford Mustang del celebre inseguimento di Bullitt.
Torna il Rally delle Prealpi
E'un richiamo inarrestabile quello del Rally delle Prealpi, che rivive oggi nella sua forma di revival per ricordare a Sernaglia, nel Trevigiano, le battaglie storiche delle Lancia Delta Integrale nel Campionato Italiano.
E' vero che oramai i tempi storici dei rally sono finiti, e l'attuale crisi economica ha anche spazzato via gli ultimi rombi del campionato WRC. Ma per la rievocazione storica si muovono ancora molti appassionati ed anche le vecchie glorie.
Questa domenica 2 dicembre infatti insieme ai 140 equipaggi che hanno partecipato fra sabato 1 e domenica 2 dicembre al Rally Ronde Prealpi Trevigiane valido per il Challenge Csai Raceday, c'era anche Juha Kankkunen, mitico campione rally internazionale, quattro volte campione del mondo.
Il rally Ronde Trevigiane, evento clou del Prealpi Master Show, era aperto alle auto moderne ed alle auto storiche. Tante le prove speciali, fra le quali spiccava la famosissima Farra di Soligo, una classica di 8,6 Km da percorrere ben 4 volte, scartando la prova peggiore. La gara si è chiusa con la vittoria in assoluto di Trentin/De Marco su Ford Focus.
Tanti gli spettatori per questo percorso che offre un'ottima visibilità anche agli spettatori.
sabato 1 dicembre 2012
Al Museo Bonfanti Vimar rottami eccellenti
Un modello restaurato |
Pochi conoscono però il piccolo borgo di Romano d'Ezzelino, dove si trova un singolare museo dell'automobile, il Museo Bonfanti Vimar. E' una raccolta molto curata di auto che hanno fatto la storia della tecnologia. Ci sono i modelli più famosi della storia dell'auto, sia di auto su strada che auto da corsa, soprattutto da rally.
Il Museo “Bonfanti-Vimar” è noto a livello internazionale per essere stato il primo ad attuare una filosofia espositiva unica ed innovativa.
Ogni sei mesi, in primavera ed autunno, infatti il Museo cambia totalmente i contenuti, proponendo ogni volta un tema diverso.
L’innovativo Museo Veneto è molto attivo ed organizza, ancora una volta unico in Europa, dei corsi per restauratori di veicoli d’epoca. Un’arte altrimenti destinata a sparire con gli ultimi vecchi artigiani.
E recentemente al Museo Bonfanti Vimar c'è una singolare mostra. Una mostra di...rottami da salvare. Il Museo ha messo infatti in vista alcuni pezzi da restaurare, sia di auto che di moto, ed ha aperto agli appassionati un singolare mercato di scambio. Così, otre alla possibilità di scambiare modelli, agli appassionati si apre anche la possibilità di vedere il.... prima e dopo... di una vettura. Da rottame a splendida primadonna.
Un suggerimento: correre con un'auto d'epoca in Costa Azzurra
La bellezza del mare, piccoli borghi stupendi, o anche grandi e lussuose città: tutto questo è la Costa Azzurra, coi suoi colori e i suoi profumi. Lavanda violacea, un cielo azzurro ed un mare blu profondo, l'ocra gialla delle case antiche, mattoni scuri e tetti rossastri. Andate a vedere Eze, o Gordes, per farvene un'idea. E poi Nizza, Cannes, Saint-Tropez.....
Percorrere la Haute, o la Moyenne Corniche, con un'auto storica è un'esperienza unica, che ricorda i più bei film di Alfred Hitchcock o di James Bond.
Per fare tutto questo, andate a vedere il sito www.ffsa.org, dove ci sono le più belle gare per auto d'epoca di Francia.
Ed un consiglio per tutti: a settembre non perdetevi il Rallye Jean Behra Historique, organizzato ogni anno dall'Automobile Club di Nizza. E' un rallye storico di regolarità che si corre su strade aperte , con prove riservate a vetture vecchie di più di 30 anni, riservato a due categirie: regolarità e turismo.
Partenza e arrivo a Nizza.
E per scegliere altri appuntamenti francesi:
www.passionautomobile.com
www.historic3a66.free.fr
www.autovesubie.org
Percorrere la Haute, o la Moyenne Corniche, con un'auto storica è un'esperienza unica, che ricorda i più bei film di Alfred Hitchcock o di James Bond.
Per fare tutto questo, andate a vedere il sito www.ffsa.org, dove ci sono le più belle gare per auto d'epoca di Francia.
Ed un consiglio per tutti: a settembre non perdetevi il Rallye Jean Behra Historique, organizzato ogni anno dall'Automobile Club di Nizza. E' un rallye storico di regolarità che si corre su strade aperte , con prove riservate a vetture vecchie di più di 30 anni, riservato a due categirie: regolarità e turismo.
Partenza e arrivo a Nizza.
E per scegliere altri appuntamenti francesi:
www.passionautomobile.com
www.historic3a66.free.fr
www.autovesubie.org