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domenica 23 dicembre 2012

Viaggiare in auto d'epoca: non è solo un piacere

In tempi di crisi la passione per le auto d'epoca non è più soltanto un divertimento di pochi appassionati, magari un po' eccentrici, e nostalgici di uno stile "lento" di viaggiare. E' oramai qualcosa di più. La mania è partita dalla Germania, ed era già conosciuta nel mondo anglosassone: è quella di collezionare auto storiche non solo come divertimento, ma come investimento alternativo ai prodotti finanziari che oggi, sui mercati, danno bassi rendimenti e molti grattacapi.
E non è una tendenza che prende piede fra i membri di una élite altolocata, perchè il mercato delle auto d'epoca, soprattutto in Germania, si interssa oggi prevalentemente di auto cosiddette "newtimers". Sono cioè le auto degli anni '80 e primi anni '90, che con venti anni di anzianità sono le new entries delle storiche.
Un interesse che è vivo anche in Italia, non solo per il fatto che molti modelli degli anni '80 e '90 rappresentano ancora delle icone di stile. C'è un'altra ragione, ed è la possibilità di "risparmiare" su bollo (solo 100 euro) e assicurazione (anche quella intorno ai 100 euro) per qualunque auto qualificata come storica e munita delle necessarie omologazioni. E poi con quell'auto storica si possono ancora fare emozionanti viaggi....
L'impegno economico, per queste auto, è affrontabilissimo: si possono acquistare auto del valore di 2.000 - 2.500 euro, e aspettare che aumentino di valore. Il gioco è semplice e divertente: un maggiolino Volkswagen, ad esempio, non tanto difficile da trovare sul mercato, valeva giusto quella cifra fino a pochi anni fa. E se ne trovavano parecchi, ancora funzionanti ed in buono stato. E oggi ne vale 10.000-12.000.
Anche certi modelli di auto italiane, magari disprezzate ai loro tempi, potrebbero divenire vere auto di successo un domani. Prendiamo la Panda: negli anni '80 auto semplice e "povera", oggi è conservata nei musei: il suo disegno di carrozzeria e i suoi interni sono stati un'innovazione quandro apparì sul mercato.
Una storia a parte merita l'Alfasud. Rappresentò l'ingresso dell'Alfa Romeo nel settore delle vetture di standing medio-basso, tanto che lo stesso Avvocato Agnelli la vide come il fumo negli occhi ed una vera e propria "invasione" in un settore che FIAT considerava tendenzialmente suo monopolio in Italia. Ebbene, oggi un'Alfasud si può trovare, se pur con difficoltà, pagandola molto poco. Ma chissà, forse un domani diverrà l'icona di un'epoca di austerity.
Sempre nella storia dell'Alfa Romeo, merita interesse l'Alfetta. Auto elegante degli anni '70, nelle versioni GTV  coupé era un dissegni di Giugiaro. Un'auto che abbandonava le forme squadrate dei periodi precedenti e conferma i toni aggressivi della casa automobilistica principe dei modelli sportivi. Non a caso, in Germania vanno a ruba.
E infine la Lancia. Non dimentichiamo che il marchio scomparirà. E allora, avere una Lancia (e la mitica Fulvia Coupé, simbolo di questo blog, ne è il più valido esempio) potrebbe diventare un privilegio.
E auto degli anni '80-90, soprattutto francesi, che divennero un mito: le Peugeot 205, le Renault 5, Le Citroen Visa.
E, salendo di qualità e di modello, a prezzi ridotti si possono ancora trovare le vecchie e (magari) non ancora storiche Saab 900... aspettando qualche anno un'auto del '96 si può acqistare a 2.000 euro e magari fra cinque anni trovarsi ad aver accumulato in valore di 5-6.000 euro.
Infine una considerazione: ne sappiamo poco, ma fra gli appassionati di auto d'epoca più agguerriti, ci sono i giapponesi. Che sia il caso di guardare con occhio d'interesse ai loro primi modelli Toyota? Soprattutto le auto da rally erano proprio eccezionali....

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