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domenica 11 novembre 2012

Venezia porta del Levante

Venezia porta verso l'Oriente. E' questa la vocazione nei secoli della città lagunare. Pochi sanno, però, che anche lo storico simbolo veneziano, il Leone di San Marco, è in realtà un simbolo orientale. Il simbolo araldico del sovrano del Cairo Baybars, per la precisione, che nel 1261 lo aveva eletto a proprio vessillo, e proprio soprannome. "Il Leone d'Egitto", lo chiamavano infatti. E da quel simbolo i veneziani, che che già nel 1.100 avevano avviato fiorenti commerci con l'Egitto, trassero il loro leone. Ma non solo. Il faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo, che rimase intatto fino all'XI secolo, quando venne abbattuto da un terremoto, servì da ispirazione al campanile di una delle più antiche chiese veneziane, quella di San Pietro in Castello.
Ma uno degli esempi più tipici dei legami fra Venezia e l'Oriente è l'intensa attività diplomatica che nei secoli intraprese la Serenissima nei confronti delle potenze orientali del tempo. Nel 1502 il Consiglio dei Dieci, massimo organo della Repubblica Serenissima, affidò al suo Diplomatico Benedetto Sanudo il compito di sottoscrivere un accordo con il Soldano, suggerendogli, in via molto riservata, le direttive da seguire per ottenere l'accordo, destinato a far prosperare "tutti i traffici, tutto l'oro e l'argento..." La missione era delicatissima e destinata a rimanere segreta: infatti, da poco era stato doppiato il Capo di Buona Speranza (1497) e ancora poco prima era stata scoperta l'America (1492). Il compito del Sanudo era quello di evitare che tutti i traffici con l'Oriente prendessero la via dell'Atlantico e "che tutte le merci di quel paese (L'Egitto) fossero portate verso il Regno del Portogallo".

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