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giovedì 30 agosto 2012

Bussana e il terremoto del 1887

Unico nel suo genere, e non solo perchè popolato da artisti e artigiani, è il piccolo borgo di Bussana Vechia, sopra a Sanremo. Un paesino arroccato sulla montagna, con intorno ancora l'odore di macchia mediterranea e di erbe selvatiche, quelle aride delle pietraie, così comuni in Liguria. Un borgo che sente ancora l'odore del mare, distesa azzurra là in lontananza. La sua caratteristica, però, è soprattutto quella di essere stato per lungo tempo un ammasso di rovine dimenticate, lassù sulla collina, dove nessuno andava più dopo la devaztazione del terremoto.
Tutto avvenne in una notte, quella del 23 febbraio 1887. Un violento terremoto semidistrusse il paese di Bussana, situato sopra Sanremo. Dopo il crollo delle case, il paese venne completamente abbandonato dagli abitanti che si spostarono circa tre chilometri più a valle fondando il paese di Bussana Nuova.
Il borgo distrutto rimase deserto e solitario per decenni (come altri nell’entroterra ligure, ricchi di fascino e di mistero: Molini di Triora, Badaluco, Balestrino). Poi, sul finire degli anni ’50, ha ricominciato ad essere abitato da artisti italiani e stranieri, attratti dalla particolarità del luogo, dalle sue origini storiche (Bussana ha origini romane: con l'originario nome di Armedina o Armedana, la zona fu sempre abitata, anche nei periiodi bui del Medioevo, quando le alture della Liguria erano predilette dagli abitanti rispetto alle coste, spesso attaccate dai pirati saraceni) e dal clima asciutto e solare.
Una volta ristrutturati e resi nuovamente abitabili gli edifici meno danneggiati. Bussana Vecchia diventa una comunità internazionale di artisti, con botteghe artigiane ed alcuni punti di ristoro in un'ambientazione da borgo medioevale.
Il mercoledì delle Ceneri del 1887, il 23 febbraio, alle 6:21 si verifica la scossa di terremoto che segnerà per sempre il destino del paese. A quell'ora buona parte della religiosa popolazione si trova in chiesa per seguire la messa. In soli venti secondi il sisma provoca morti e danni ingentissimi: fa crollare la volta della gremita chiesa, e la quasi totalità delle abitazioni della parte alta del villaggio vengono distrutte, seppellendo centinaia di persone.
I sopravvissuti decidono dapprima di accamparsi nella zona bassa del paese, in attesa di capire se sia possibile recuperare in qualche modo le costruzioni meno lesionate e ricostruire le abitazioni crollate. Tuttavia un'apposita commissione istituita per verificare la fattibilità della ricostruzione stabilisce che sia molto più sicuro abbandonare il borgo per ricostruirlo più a valle, anche perché viene presentata la situazione molto più tragica di quanto in realtà non sia, probabilmente per fini legati a speculazioni immobiliari. La maggior parte della popolazione è contraria a questa scelta, in quanto vorrebbe ampliare il borgo originario e sostituire le costruzioni più malandate, tuttavia il vivo ricordo del terremoto e le imposizioni delle autorità convincono la popolazione a fondare il paese di Bussana Nuova, nell'area già nota come Capo Marine.


Nel 1889 viene posta la prima pietra del municipio di Bussana Nuova, e nel 1894 i bussanesi abbandonano definitivamente il borgo originario, celebrando l'ultima messa nella Domenica delle Palme. Il paese, da quel momento, verrà chiamato "Bussana Vecchia".

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