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lunedì 30 luglio 2012

Raduno del Gusto a Felino

Il Raduno del Gusto è una manifestazione sportiva ed enogastronomica dedicata alle autostoriche, in programma il 15 e 16 settembre 2012 a Felino (Parma), che attira moltissimi appassionati, perchè unisce le bellezze del parmense ed i sapori di quella terra al divertimento di guidare un'auto storica.

La gara si snoderà su un percorso collinare tra la Val Parma, la Val Baganza e la Val Taro, andrà a sfiorare il Castello di Felino ed il Castello di Torrechiara non tralasciando l’aspetto enogastronomico che riteniamo estremamente importante con varie degustazioni poste sul percorso tra cui la scoperta del “cicciolo”.
Per gli equipaggi che provengono da più lontano o che vogliono arrivare a Felino il giorno prima della manifestazione, il ritrovo è fissato per sabato 15 settembre a Felino (PR) per le verifiche e le registrazioni.

Dopo un buon aperitivo saliremo in auto e accompagnati dallo staff del Cero Team, dopo una breve passeggiata turistica, andremo alla scoperta di un locale che ripropone lo stile delle vecchie locande e osterie di un tempo dove potevi degustare al tavolo salumi, formaggi e vini tipici della tradizione parmense: la Trattoria Leoni di Felino (PR).

Domenica 16 settembre si entrerà nel vivo del 7°Raduno del Gusto, alle ore 10.30 puntuali, con la partenza della prova di regolarità a media dalla piazza centrale di Felino (Piazza Miodini) con la presentazione al pubblico delle auto storiche e dei relativi equipaggi.
Pur non essendo una gara di regolarità competitiva, la prova a media imposta, diverte ed impegna i vari equipaggi lungo un tour panoramico selezionato, turisticamente piacevole e con diversi controlli orari “gustosi” (Novità 2012…la prova sterrata facoltativa per i “cuori sportivi”).

Le prove ed i controlli di passaggio non sono obbligatori per coloro che intendono fare esclusivamente i turisti; per questi un servizio di safety car, partirà in anticipo alla prova di abilità e guiderà gli equipaggi lungo tutto il percorso.
Per quelli che amano invece un pizzico di competizione, un motivo in più quindi per partecipare al 7°Raduno del Gusto e prendere parte ad un evento di prestigio che consenta di vivere un’esperienza di convivialità con chi nutre la stessa passione per i motori d’altri tempi e chi desidera trascorrere un giorno diverso e in allegria.

Il comitato organizzatore proprio in questi giorni sta definendo il percorso definitivo della prova di abilità che toccherà le seguenti località: Felino, Barbiano, Torrechiara, Mamiano, Lesignano, Langhirano, Riano, Arola, Pilastro, Sala Baganza, Collecchio e Medesano.
 La prova si svolgerà su strada aperta e comunque a bassa densità di traffico, con velocità medie non superiori a 50Km/h. Il percorso sarà descritto da un road book consegnato all’atto della registrazione.

Il cammino del gusto terminerà inebriato all’Azienda Agricola Bertinelli, un ristorante votato alla tradizione, in cui viene gelosamente custodita l'eccellenza gastronomica del territorio parmigiano, per creare una sinergia perfetta tra tradizione ed innovazione. La torta fritta con il Prosciutto di Parma, il Parmigiano-Reggiano della azienda agricola Bertinelli, i tortelli d’erbetta alla parmigiana, il risotto alla Giuseppe Verdi, saranno alcune delle portate accompagnate da vini tradizionali DOC dei Colli Parmensi.

Il programma della manifestazione prevede:

SABATO 15 SETTEMBRE 2012
ore 14.00-17.00 - Registrazione, verifiche sportive e distribuzione road – book c/o Centro Commerciale Val Parma Felino (PR)
 ore 18.00 - Tour turistico con le auto storiche con sosta per l’aperitivo di benvenuto
 20.00 - Cena presso la Trattoria Leoni di Felino (PR)

DOMENICA 16 SETTEMBRE 2012
 ore 8.00-10.00 - Registrazione, verifiche sportive e distribuzione road – book c/o piazza Miodini - Felino (PR)
 ore 10.00 - Briefing prova di abilità – Partenza percorso turistico (all’interno della prova di abilità saranno effettuate tre soste ristoro, tra cui la «scoperta del “cicciolo”)
 ore 10.30 - Partenza 1° auto (all’interno della prova di abilità saranno effettuati tre controlli orari «gustosi», tra cui la «scoperta del “cicciolo”)
 ore 14.30 - Arrivo 1° auto e pranzo presso il Ristorante Bertinelli
 ore 17.00 – Premiazioni

Il comitato organizzatore assegnerà riconoscimenti ad alcuni equipaggi tra i quali:
- CLASSIFICA ASSOLUTA (1°-2°-3°classificato)
 - CLASSIFICA DI RAGGRUPPAMENTO (1° classificato)
- GIOVANE (all’equipaggio più giovane e meglio classificato)
- CLUB-SCUDERIA CON PIU’ EQUIPAGGI ISCRITTI
- PREMIO SPECIALE ALL’AUTO PIU’ ANTICA
- PREMIO SPECIALE ALL’EQUIPAGGIO FEMMINILE (1°-2°-3° classificato)
- PREMIO SPECIALE ALL’EQUIPAGGIO GIUNTO DA PIU’ LONTANO
- PREMIO SPECIALE AL PRIMO EQUIPAGGIO ISCRITTO
- PREMIO SPECIALE “CEROTEAM” AL PERSONAGGIO PIU’ RAPPRESENTATIVO
- PREMIO “X-CEROTEAM”
- TANTI TANTI ALTRI PREMI “GUSTOSI”... ^_^

Apertura iscrizioni: lunedì 23 luglio 2012
 Chiusura iscrizioni: lunedì 10 settembre 2012

Vi aspettiamo numerosi al...7°Raduno del Gusto!!!

INFO ED ISCRIZIONI:
www.ceroteam.it
 info@ceroteam.it
 tel. 348.7146660
 Facebook “Amici del Ceroteam”

sabato 28 luglio 2012

A Nave di Fontanafredda il 5 agosto

A Nave di Fontanafredda il 5 agosto si terrà il primo Raduno Auto e Moto d’Epoca.
Programma della manifestazione:
* dalle ore 8.00 alle ore 9.45 ritrovo a Nave di Fontanafredda (PN) presso area festeggiamenti per iscrizione con breve colazione: la quota di partecipazione per il solo Tour turistico comprensiva delle due soste e gadget è di euro 12,00 a persona oppure Euro 20,00 comprensiva del pranzo alle ore 13.30
* ore 10.00 partenza percorrendo le strade dell'itinerario (che a breve verrà pubblicato) di circa Km.60 con prima sosta verso le 11.00 alla FATTORIA DI AZZANO dei Principi di... Porcia in Azzano Decimo (PN) ove vi sarà un rinfresco e degustazione vini di propria produzione.
* ore 12.30 circa seconda sosta presso l'Agriturismo e Pesca Sportiva Lago "ORZAIE" sito in localitàù Vigonovo di Fontanafredda (PN) con aperitivo e stuzzichini.
* ore 13.30 arrivo e pranzo presso l'area festeggiamenti con auto e moto in mostra statica in parco chiuso.
Per informazioni nonchè per ragioni organizzative si richiede l'adesione telefonica al 333 7407678 possibilmente entro il 03.08.2012

Rombi Divini

Venerdì 31 agosto si terrà la prima edizione di Rombi Divini , manifestazione ideata e fortemente voluta dall' Associazione Piero Taruffi di Bagnoregio con lo scopo di creare un evento innovativo nel panorama del calendario nazionale dell'  ASI.
Rombi divini si propone come un contenitore pronto ad accogliere le differenti espressioni culturali, turistiche ed enogastronomiche del nostro territorio e, facendo perno sull' indiscutibile fascino delle auto d' epoca, offrirà al pubblico ed ai partecipanti la possibilità di approfondire la conoscenza di queste eccellenze.
Un raduno di auto storiche di grande livello che avrà per protagonista il vino, inteso come
espressione culturale del territorio, come prodotto finale di una cultura che affonda le sue radici in un passato millenario: Orvieto e Montefiascone sono città che non possono non legare la loro
immagine a quella del vino!
Convegni, mostre, dibattiti, visite guidate da esperti, degustazioni a tema: questo sarà Rombi divini!
Sarà possibile partecipare alle degustazioni che danno il nome all' evento alle quali presenzieranno piloti automobilistici del passato e del presente, saranno aperte al pubblico interessanti mostre di pittura tra le quali quella della giovane artista salentina Arianna Greco che realizza le sue opere con il vino e che legherà il suo nome a quello del Museo Taruffi donando una sua opera di ispirazione automobilistica dalla quale verrà tratta la litografia che costituirà il gadget del 2013, anno che segna il venticinquesimo di fondazione dell' Associazione ed il quindicesimo di attività del Museo; altre interessanti mostre pittoriche quella del trevigiano Renato Verzaro che dipinge solo soggetti automobilistici e quella di Cassandra Wainhouse, famosa per le sue etichette per i vini.
Il Museo Taruffi ospiterà anche delle installazioni in "realtà aumentata" grazie alla collaborazione con Archeoares già consolidata in occasione della presentazione della cartolina celebrativa del trentennale della scomparsa di Gilles Villeneuve realizzata appunto con questa avveniristica tecnica.
Naturalmente il filo conduttore di tutto l' evento saranno le auto d' epoca che, nel corso della visita al Museo del vino di Castiglione in Teverina, saranno protagoniste di un singolare Concorso di eleganza enoautomobilistica dove ad ognuna di esse verrà abbinato per sorteggio un vino locale; due differenti giurie tecniche valuteranno le auto ed i vini ( degustati alla cieca ) per poi stilare le relative classifiche.
Una manifestazione nuova questa creata dall' Associazione Piero Taruffi che ancora una volta si
mette in gioco per consolidare la fama di leader a livello organizzativo nel mondo delle auto
storiche nel quale ha ricevuto encomi e riconoscimenti per la sua attività ormai ultra ventennale.

Motodolomitica dal 1° settembre


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 L’1 e 2 settembre sulle strade del Trentino si svolgerà la quarta edizione della MotoDolomitica, raduno di moto d'epoca organizzato dalla Scuderia Trentina Storica.
Nata quasi per caso la MotoDolomitica ha già raggiunto la quarta edizione, grazie alla tenacia dei soci motociclisti della Scuderia Trentina Storica che anno dopo anno vedono crescere il numero di amici pronti a riportare sulle strade splendidi modelli di moto d’epoca in un evento dedicato al loro glorioso passato.
Il nome della manifestazione turistica già identifica l’evento: Moto e Dolomiti, un binomio sempre vincente, soprattutto se unito alla cura per l’ospitalità che i partecipanti alle manifestazioni messe in cantiere dal sodalizio motoristico trentino, presieduto da Enzo Siligardi, riconoscono da oltre vent’anni.
La manifestazione riservata alle due ruote è aperta a tutte le motociclette costruite fino al 1992, con un doveroso occhio di riguardo per  quelle
certificate A.S.I. e per le più datate.
L’appuntamento è per la mattina di sabato 1 settembre nella storica piazza di Piedicastello a Trento dove dalle 11 alle 13.30 si svolgeranno le tradizionali operazioni di verifiche delle motociclette partecipanti e l’open buffet. Alle 14 lo start della quarta edizione della moto turistica trentina che vedrà i partecipanti affrontare ad andatura turistica un percorso di circa 150 chilometri che toccherà in successione Vigolo Vattaro, Caldonazzo, Levico, Pergine Valsugana, Canzolino, Madrano, Baselga di Pinè, Cembra, con sosta all’agritur “l’Olivo”, Giovo, San Michele all’Adige, Campodenno, Tenno, costeggiare quindi il lago di Santa Giustina, Cles e Terzolas con arrivo al Pippo Hotel per la cena con animazione seguita dal meritato riposo per piloti e per le amate motociclette.
Domenica 2 settembre, ore 9, partenza per la seconda tappa, di circa 140 chilometri, che vedrà i partecipanti impegnati su di un percorso che vedrà come primo momento la scalata a passo Carlo Magno e la discesa  su Madonna di Campiglio, e poi toccherà Pinzolo, il passo Duron e Ballino,  Tenno, Riva del Garda, Cavedine, Toblino, Terlago, Lamar ed arrivo finale nuovamente ai piedi del Doss Trento, che domina il capoluogo trentino, giusto in tempo per degustare i piatti tipici della cucina trentina nelle accoglienti sale della trattoria “Piedicastello” dove si svolgerà anche la cerimonia di premiazione e di commiato.
Nei due giorni i biker che parteciperanno alla quarta edizione della MotoDolomitica avranno modo di transitare nelle più belle valli dolomitiche, scalare e poi scendere passi alpini e costeggiare ben sedici laghi del Trentino, ammirando paesaggi unici diventati patrimonio dell’Unesco.

Torna la magia del San Martino di Castrozza

A luglio il Rally di Proserpina (Enna) è stato sostituito a calendario con il San Martino di Castrozza, già prova del campionato italiano, che si terrà il sabato 15 settembre, sarà anche rally su terra e abbinerà lo spettacolo delle “world rally car” alle vetture del Campionato italiano, e le storiche.
Una bella notizia per appassionati e tifosi e qualcuno già propone di invitare fuori classifica le regine dell’asfalto ad esibirsi nella prova spettacolo (giovedì sera 13 settembre) sul piazzale Rosalpina. Di sicuro i protagonisti troveranno terreno ideale per divertirsi sulle prove speciali del “Manghen” (15,21 km) e di “Val Malene” (26,41) da ripetere due volte. Una sfida emozionante e praticamente irripetibile, che conferma la
magia del San Martino.
Ufficio Stampa Rallye San Martino 2012 (com 5) – Carlo Ragogna, cell. 320.4384799

Montagne d'Argento

A Cavalese, in Valle di Fiemme, nelle Dolomiti Patrimonio dell’Unesco, si terrà la seconda edizione di Montagne d’Argento, evento che ha ottenuto l’ambito riconoscimento La
Manovella d’ Oro lo scorso anno.
Grazie al patrocinio dell’Amministrazione Comunale e dell’Azienda Turismo della Valle di Fiemme e col sostegno di alcune realtà economiche della zona sarà possibile realizzare per questa manifestazione un programma sicuramente interessante sia per gli appassionati del cronometro (47 prove di precisione con strumentazione libera) sia per chi apprezza i panorami e l’ospitalità che contraddistinguono le gare organizzate dalla Scuderia Trentina Storica.
Appuntamento sabato 15 settembre nel pomeriggio con le verifiche in piazza Italia, nel pieno centro di Cavalese e poi subito una tappa di una trentina di chilometri con le prime 21 prove, di cui 6 nella centrale via Bronzetti chiusa al traffico: una sfilata fra gli applausi del pubblico.
La cena con le specialità preparate dagli chef dell’Hotel la Stua completerà la giornata di sabato.
Domenica mattina si riparte da via Bronzetti per un tour Dolomitico di circa 90 chilometri, uno spettacolo per gli amanti dei paesaggi montani, con boschi, laghetti alpini, vallate e passi tutti da ammirare.
Dopo il gran finale con le ultime tre prove subito prima dell’arrivo, una visita al palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme e poi il trasferimento a Valfloriana per il pranzo tipico al termine del quale s saprà chi ha vinto il “prezioso” premio in palio fra i partecipanti a questa seconda edizione di Montagne d’Argento.

martedì 24 luglio 2012

Introduzione alla regolarità

Fiat 500 "Topolino"
Beh, per una volta bisogna essere sinceri con sé stessi. Un’auto non è fatta solo per correre, per lasciarsi dietro la polvere della strada. Un’auto vuole essere guidata. Come una compagna fedele, non vuole essere solo l’oggetto che ti sta a fianco (o meglio, sotto il deretano!) ma vuole sentire che conta qualcosa. Anche le auto hanno un’anima! E le loro esigenze, eccome!
E se sono sfruttate troppo, correndo a perdifiato senza mai fermarsi, se sono maltrattate, saltano le valvole.
Per questo mi sono felicemente convertita alla regolarità. E’ la disciplina sportiva, nel campo delle gare automobilistiche, in cui l’auto può veramente dire che conta. Soprattutto se è un’auto storica. Non ci sono dubbi, la bravura del pilota fa sempre la differenza, ma la fa ancora di più la potenza del motore, la lunghezza del muso, i freni, le ruote, la capacità di scaricare la potenza sull’asfalto su un tragitto breve e magari insidioso.
Cosa è la regolarità? Difficile da capire di primo acchito. Meglio provare. Si tratta di una disciplina (e la parola disciplina in questo caso ha veramente un senso) automobilistica in cui i concorrenti sono chiamati a percorrere un tratto di strada (più o meno lungo, con curve, salite e discese, fondi stradali asfaltati e non) in un tempo prestabilito. Non un centesimo di secondo di più, non un centesimo di secondo di meno. Pressostati o cellule fotoelettriche visibili misurano il tempo di entrata e di uscita.
Tutto qui. Vi sembra che basti? Provate! C’è gente che coglie nel battito delle ciglia gli innumerevoli centesimi di secondi contenuti in quell’attimo. Come fanno? Hanno imparato guidando le proprie fide automobili.
Il tempo assegnato è quello e solo quello, e non serve correre, anzi, è controproducente. Il massimo di un regolarista è “spaccare” il centesimo di secondo, e per farlo non serve andare forte. Nelle prove di regolarità (come nei rally) le auto entrano una alla volta nei tratti di strada destinati alle prove, ma mentre nei rally si tratta di strade chiuse al traffico, nel caso della regolarità le strade non sono chiuse a nessuno. Aanche se i tratti di prove speciali molto brevi, quelle che si devono compiere in una manciata di secondi, di solito avvengono in piazzali, strade chiuse, parcheggi, ma spesso con in più l’insidia di un percorso tortuoso, quasi uno slalom.
Una gara di regolarità è solitamente composta di questi più o meno lunghi tratti di prova, e di lunghi (o meno) tratti – o tappe- di trasferimento. Esistono però anche gare che sono un tutt’uno: le prove cronometrate si susseguono senza interruzione, si esce da una prova e si entra immediatamente nella successiva, e i tempi imposti cambiano per ogni prova. Sono le gare più difficili, quelle che richiedono maggior concentrazione da parte del pilota e del navigatore. Perché in queste tipologie di gare, non è quasi mai il mezzo meccanico ad “intoppare” (od il piede del pilota a sbagliare): lo è sempre la distrazione umana. Le strade delle gare di regolarità sono tappezzate di buone intenzioni…e di concorrenti distratti che non hanno segnato il giusto tempo imposto nella prova o non hanno fatto partire il cronometro al momento giusto.
Esistono invece gare in cui le prove cronometrate (abituiamoci a chiamarle “prove speciali” da adesso in poi, perché questo è il loro nome) sono unite in gruppi di più prove (due- tre, fino anche a sei o sette) ed interrotte da tappe di trasferimento. Oppure sono solitarie e staccate le une dalle altre, come avviene tipicamente nelle gare di regolarità sport.
Sì, perché parlando di regolarità bisogna anche fare qualche distinzione.
Poiché organizzare una gara di regolarità non è semplice, esistono anche degli enti appositi che dettano (e fanno rispettare) le regole del gioco. Uno di questi enti è l’ACI (Automobile Club d’Italia), che con la sua apposita sezione sportiva, che si chiama CSAI (Commissione Sportiva Automobili Italiane) soprasiede alla organizzazione di tutte le gare di auto di qualunque tipo (in circuito, su strada, gare in salita, gare di rally o di regolarità, per auto d’epoca e attuali, per l’appunto). A questa entità si rivolgono i club che intendono organizzare una gara. La CSAI provvede allora a fornire agli organizzatori autorizzazioni e permessi (oltre che quelli che dovrà concedere ogni Comune attraversato). Le gare di regolarità CSAI sono distinte in tre tipi, a seconda della difficoltà e di quanto è “impegnativa” la gara: Turistica, Classica e Sport. In pratica, se siete dei principianti, o se vi piace più fare un giro turistico che una vera gara, la classe Turistica fa per voi. Un po’ più impegnativa, ma sempre abbordabile, sarà una gara Classica. Al top della classifica ci sono le gare di classe Sport, quelle che richiedono anche un po’ di allenamento fisico e di “pestare” un po’ più il piede, perché i tempi imposti sono più brevi. Ma, come detto, solitamente le prove speciali nella regolarità sport non sono concatenate fra loro.
Esistono, però, anche altre gare, e sono le gare ASI (Associazione Automoto Storiche). L’ASI è un’associazione che raccoglie gli appassionati di auto e moto storiche ed i vari club o associazioni di proprietari e appassionati di auto storiche, presenti sul territorio nazionale e riuniti in sodalizio sotto l’unica bandiera della passione per le auto storiche e la salvaguardia del patrimonio auto storiche inteso in senso lato. L’ASI da anni si occupa di organizzare varie manifestazioni dedicate esclusivamente alle auto storiche: raduni, gite sociali, mostre e visite a musei e, naturalmente, gare di regolarità per auto e moto storiche. Anche l’ASI, come la CSAI, è l’ente a cui i club si possono rivolgere per organizzare una gara di auto storiche. Però l’ASI richiede che si rispettino alcuni principi basilari, che corrispondono al mantenimento di una sorta di “purezza” del contesto storico. Chi organizza (e chi partecipa) ad una gara ASI deve cioè, rispettare alcuni fondamentali principi, e cioè: l’auto deve essere munita di una omologazione, rilasciata dall’ASI stessa, che certifica che l’auto è veramente d’epoca, che i suoi pezzi sono originali o sono stati sostituiti con pezzi originali, che non è stata oggetto di manomissioni o trasformazioni, ecc. (insomma, un’auto ASI è come un mobile antico, al quale non sono stati rifatti i cassetti con legno nuovo). Ugualmente, in alcune (non tutte, però) le gare ASI non è permesso (o per lo meno – non dovrebbe essere permesso) utilizzare aiuti tecnologici che non corrispondano all’epoca della vettura. Quindi, niente cronometro computerizzato sul cruscotto, GPS o altre diavolerie moderne: i cronometri devono essere meccanici, da azionare con i pulsanti, e non scandiscono acusticamente lo scorrere dei secondi. Come i bellissimi cronometri manuali di lucido acciaio della Panerai, che costano un’occhio della testa, ma che sono meccanicamente perfetti e stupisce ancora oggi pensare quanta perfezione c’è nella loro meccanica non dettata dal quarzo, ma solo dalla capacità costruttiva dell’uomo.
In tutti i tipi di gara, poi, esiste una sorta di stradario che agevola i concorrenti per “trovare la giusta via”. I percorsi, infatti, non sono mai tutti lineari, e spesso (sia nelle gare CSAI che nelle gare ASI, ma in queste ultime di più) le competizioni si svolgono in contesti interessanti dal punto di vista turistico, ambientale ed enogastronomico, insomma, in posti belli! E quindi, per raggiungere questi posti, e per percorrere tutte le strade della gara, viene fornito ai concorrenti un radar, o road book: un libretto fatto in forma di vignette consecutive che indica la via da seguire.
Il compito di leggere questo libretto al pilota spetta  al navigatore, che è chiamato in questo caso al difficile impegno di non distrarsi (soprattutto quando il paesaggio fuori dal finestrino è particolarmente affascinante) e di interpretare i simboli riportati sul radar rapportandoli a ciò che vede lungo la strada.
Infine, alcune parole sui meccanismi per “contare il tempo”. Oltre alla voce (uno, due, tre…., o meglio ancora, la più esatta metodologia di conteggio dei subacquei: milleuno, milledue, milletre), per scandire lo scorrere dei secondi esistono vari strumenti: i cronometri meccanici (quelli che visivamente fanno passare le lancette dei secondi sui numeri) ed i cronometri digitali (sono identici, ma hanno quadranti luminosi in cui i numeri avanzano uno dopo l’altro); ed infine (è un’invenzione molto più recente) i computer digitali. Si tratta di piccole macchine da posizionare sul cruscotto che, azionate con un pulsante, eseguono un count-down visivo (i numeri appaiono su un display) accompagnato da un beep sonoro ad ogni scorrere di secondo. Come detto sopra, in alcune gare sono ammessi solo strumenti meccanici, in altre sono ammessi anche strumenti digitali purchè non sonori, ma le possibilità non si fermano qui. Occorre sempre informarsi bene sulle “regole del gioco” esaminando il regolamento di gara: un testo (di solito poche paginette che accompagnano il road book) che andrebbe letto sempre con attenzione, insieme al road book, prima di ogni gara.
Scegliete lo strumento che preferite in base alle gare che farete (ed alla spesa che intendete affrontare) e poi…provate ad usare lo strumento prima della gara, per imparare a conoscerlo.
A questo punto, avete imparato tutto (o quasi tutto) sulla regolarità. E allora, buon divertimento!

A 80 anni gira l'Europa in Topolino

"Ho voluto ringiovanire di cinquant'anni e così ho deciso di fare un viaggio con i metodi che avrei usato mezzo secolo fa, senza navigatori".
Così dice Gastone Sgobbi a chi gli chiede dei suoi incredibili viaggi. Sì, perché Gastone Sgobbi, classe 1928, di Montegrotto Terme, con l'amico meccanico Odillo Barbiero detto "Furo", si gira l’Europa e non solo ancora a bordo di una vecchia Topolino rossa di 60 anni.
"Ora il mondo mi va stretto" ha dichiarato recentemente ad un giornale patavino nel corso di una intervista.
Fiat 500 "Topolino"
In garage Gastone Sgobbi ha una collezione di 28 macchine d'epoca: Topolino (ne ha quattro), Bianchina, Millecento, Alfa e 850 Spider, e anche Fiat X19 e Cinquecento. Ma per i viaggi lui usa sempre quella, la Topolino rossa. Nella sua ultima avventura ha attraversato l'Europa: partenza il 28 maggio e rientro a luglio. Da Padova ad Auschwitz, passando per Varsavia, Amsterdam e poi di nuovo giù verso Praga, tante strade percorse a non più di 75 chilometri all’ora, a volte per autostrade, molto più spesso su statali e anche meno….
Tanta gente incontrata, tanti curiosi ad accompagnare il suo passaggio, tante nuove amicizie. "Ho voluto ringiovanire di cinquant'anni» ha spiegato Gastone « così ho deciso di fare un viaggio con i metodi che avrei usato mezzo secolo fa, senza navigatori, solo affidandomi alle cartine geografiche e fermandomi di volta in volta tra alberghetti e case private. Un viaggio impensabile in Italia, dove per un giro del genere ti tolgono anche la camicia".
Difficoltà? Macchè. L'unico intoppo è stato il cambio d una gomma, causato da un difetto della valvola.
Gastone è già stato in molti posti: in Mongolia, dove ha vissuto per 40 giorni con le tribù nomadi del deserto, o in Australia e Nuova Zelanda dove ha percorso trentamila chilometri in sei mesi: "Quest'ultima è choccante: a mezzogiorno scii sul monte Cook le cui vette arrivano a 3.600 metri e qualche ora più tardi puoi immergerti in acque tropicali, circondato dalle palme".
All'appello manca ancora il Brasile, ma "prima o poi ci vado", mentre ad ottobre Sgobbi tornerà in Sudafrica, in attesa di una nuova impresa fissata per il 2013, raggiungere la Piazza Rossa a Mosca con la fedele Topolino.

lunedì 23 luglio 2012

Cos'è la Parigi-Dakar

Il sito della Parigi-Dakar
La Parigi-Dakar è un rally, o meglio un raid per la durezza del percorso (che è cambiato molte volte di edizione in edizione) per vetture a quattro e due ruote, da sempre disputatosi nel mese di gennaio.
Come rally estremo, si sviluppa su un arco di tempo (Dura circa tre settimane) e su terreni  più duri rispetto a quelli affrontati dalle “normali” vetture che partecipano al Campionato Mondiale Rally.

Il nome deriva dal fatto che la partenza era stabilita nella capitale francese, mentre l’arrivo in quella senegalese. Così è stato per un quindicennio, fino al 1995, anno dal quale il percorso ha iniziato ad essere modificato di volta in volta.
La corsa nasce su idea del francese Thierry Sabine, che nel 1977, durante il rally estremo tra Abidjan e Nizza, si perse, rimanendo tre giorni nel deserto del Ténéré prima di essere tratto in salvo. Sabine matura allora la decisione di provare ad organizzare una corsa ad orientamento, con partenza da Parigi. La prima Parigi-Dakar è già un successo, ma sarà nel  1982 che la Parigi-Dakar assurgerà a grande visibilità grazie alla presenza in quell'edizione di Mark Thatcher, figlio del primo ministro britannico: Mark si perde nel deserto, e viene ritrovato dopo tre giorni. Nella storia della Dakar infatti, non prevalgono i piloti di professione, anche se sono molti i campioni che si sono cimentati in questa corsa estrama. È il caso di cinque piloti di Formula 1, come Jackie Ickx, Clay Regazzoni, Patrick Tambay, Henri Pescarolo e Jacques Laffite.
Il migliore è stato senza ombra di dubbio il belga Ickx, che è riuscito ad affermarsi nel raid del 1983 e a concludere altre due volte al secondo posto, mentre il più sfortunato è di sicuro il francese Laffite, che nel 1989 si perde sulla tangenziale di Parigi e arriva in ritardo alla partenza venendo squalificato prima ancora di iniziare la gara.

Altro evento da sottolineare è la prima vittoria di una donna in una corsa da sempre aperta a sfide al femminile, da quando già nella prima edizione ben tre centaure riuscirono a terminare la corsa. Nel 2001 la tedesca Jutta Kleinschmidt, che già aveva partecipato al rally su una moto, si afferma tra le auto con la sua Mitsubishi precedendo i colleghi maschi e collezionando nella sua carriera altri tre podi.
La storia della Parigi-Dakar cambia poi radicalmente dal 2008, quando a causa delle minacce terroristiche la gara viene cancellata e poi spostata in Sud America con arrivo e partenza da Buenos Aires.
Con questo nuovo tragitto si perdono peculiarità e luoghi storici della Dakar: si abbandona il deserto del Ténéré, non si passa più tra vecchi villaggi, dune sabbiose o davanti a tribù di nomadi col chech in testa, non si rischierà più di incontrare sulla propria strada mandrie di cammelli .... Restano comunque nei libri di storia le imprese dei molti che in  quasi trent’anni si sono cimentati nella più famosa corsa africana.

Perchè guidare ancora

Probabilmente quello che  dico qui non avrà senso per i più, ma ha senso per coloro che non possono stare senza una strada da percorrere e una meta da inventare.
Viaggiare, al volante di un'auto o in sella a una moto, seguendo una strada mai predefinita, è libertà, e può anche essere una ragione di vita. Così è per quelli che sentono costante il bisogno di lanciare una sfida al mondo e ai propri limiti, è provare emozioni forti e profonde. Perchè la sfida, nel mondo dei motori, è sempre una lotta contro il tempo, ma soprattutto contro i limiti umani e meccanici dei mezzi.
Pensate soltanto a coloro che corrono ogni anno la Parigi-Dakar, vogliosi di cimentarsi in una gara dura, in cui conta anche solo arrivare al traguardo. O ancora, a quei folli che corrono nel catino di Indianapolis, o ancora, per chi ama andare indietro nel tempo, i primi  concorrenti del raid Pechino-Parigi.
Provate dunque a non giudicare, o meglio a sforzarvi di capire, di accettare le ragioni che spingono i piloti ad affrontare competizioni pericolose o viaggi estenuanti solo per il gusto di ammirare la bellezza dei paesaggi o un senso di avventura assoluto.
Solo così si può ancora capire, e soffrendo in silenzio accettare, la morte orribile, ancora una volta, di due piloti in una gara di rally. Un saluto e un abbraccio forte, a Valerio Catelani e Daniela Bertoneri, morti pochi giorni fa in un incidente al 47° Rally Città di Lucca. I loro nomi rimarranno per sempre nei nostri cuori.

giovedì 19 luglio 2012

Sulle Dolomiti Friulane con il Piancavallo Revival

La Mini Cooper del vincitore
Passo Rest, Sella Cianzutan, Piancavallo, Pala Barzana o il Passo Duron, nomi sconosciuti ai più, ma che suscitano forti ricordi a chi ha vissuto, negli anni ’70, la grande stagione dei rally. Il San Martino di Castrozza, il Rally delle Alpi Orientali, il Piancavallo, si correvano qui. Strade a volte asfaltate, altre volte no, perennemente umide di pioggia o di nebbia, discese fra boschi mai calpestati, al punto che la vegetazione crea gallerie ininterrotte. Non c’è, nelle Dolomiti friulane, l’ampiezza di sguardo delle Alpi trentine, ma spesso le vette di pietra si aprono all’improvviso attraverso gli alberi, dopo chilometri percorsi senza vedere nulla, né un paese né una casa. Tutto ha un gusto selvaggio e incontaminato.
Questo è l’ambiente in cui ogni anno si svolge il Piancavallo Revival, una gara di regolarità per auto storiche, prova classica del Supertrofeo Asi Gino Munaron, che vede le auto storiche dei rally protagoniste assolute. Oltre alle Lancia Fulvia Coupé, nelle versioni 1300, HF e Montecarlo, con me ci sono le Alpine A110, le Porsche 911, le Mini Cooper, le Opel Ascona, le Fiat 124 spider. Tutte impegnate in questa gara che quest’anno è giunta alla sua decima edizione, sotto la regia del Club pordenonese Ruote del Passato.
Porsche 911
Partiamo da Fossa Mala, un’azienda agricola immersa nel verde della campagna friulana, a Fiume Veneto, sabato mattina, 14 luglio, cuore dei vini della destra del Tagliamento. Si punta subito verso la montagna con la classica salita al Piancavallo una serie di tornanti articolati, ripidi, con una vista mozzafiato sulla pianura friulana. Lo scollinamento arriva all’altezza di 1.500 metri, dopo undici tornanti ed un ricordo particolare all’indimenticato Icio Perissinot ideatore e organizzatore del Rally Piancavallo. Si prosegue poi per la spettacolare discesa verso Barcis e la Pala Barzana, per arrivare poi al mitico Passo Rest, la porta della Carnia, che dalla provincia di Pordenone sconfina in quella di Udine.
Quindi, dopo una serie di prove concatenate nel circuito di guida sicura di Tolmezzo, veloci e impegnative anche per i regolaristi, davvero insidiose sotto la pioggia battente, si arriva a Tolmezzo, con l’esposizione delle auto in piazza. Dopo il pranzo, via per la lunga tappa pomeridiana per raggiungere Paluzza, Logosullo e Paluaro e scendere quindi a valle, passando per Colloredo di Monte Albano e correndo lungo le mura del castello di Venzone prima dell’arrivo della prima tappa ad Udine.
Domenica, la seconda tappa tre le colline friulane, da Udine a Pordenone, con una sosta al Villaggio del Fanciullo prima dell’arrivo in centro a Pordenone, dove le auto, in stile Rallye di Montecarlo, sono sfilate sul palco allestito per le presentazioni e le interviste ai piloti per raggogliere le loro impressioni del post-gara.
In due giorni abbiamo percorso più di 300 chilometri e affrontato 60 prove cronometrate, tra strade scavate nella roccia, dallo scenario unico come quella che porta alla cascata di Salino.
Cascata di Salino
A mettere a dura prova driver e navigatori, e dare alla manifestazione un gusto ancor più rallistico, anche tre prove a media imposta, dai 34 ai 35 km/h, un ritmo decisamente veloce su strade di montagna. E alla fine, come da pronostico, ha vinto in solitaria il piacentino Maurizio Aiolfi, già trionfatore della scorsa edizione, alla guida di una Mini Cooper, davanti a Amedeo Cicuttini  e Lia Castellano con la Fulvia Coupé 1300. Due auto agili ed affidabili, con un grande passato di vittorie alle spalle, dalla meccanica ideale per il percorso di questa gara, senza nulla togliere ai piloti, veri protagonisti di questo 10° Piancavallo Revival.

mercoledì 18 luglio 2012

Rallye San Martino di Castrozza: Forcella Rest



Le auto storiche sulle strade del San Martino di Castrozza: La Marmolada
Forcella Rest fu nel 1973, insieme a Ligosullo, una delle prove speciali a tempo imposto del Rally di San Martino di Castrozza, che in quell’anno (e solo allora) sconfinò in Friuli “rubando” il terreno al Rally delle Alpi Orientali. D’altro canto, il San Martino di Castrozza (nato nel 1964) assunse, dopo le prime edizioni, rilievo internazionale. La manifestazione scalò tutti i gradi di validità internazionale raggiungendo prima il Campionato europeo, poi il Campionato mondiale conduttori. Fino all’ultima edizione del 1977 quando condizioni impossibili imposte dalla Pubblica Amministrazione costrinsero a rinunciare alla organizzazione del Rallye.

martedì 17 luglio 2012

I vini della Destra Tagliamento

Colloredo di Monte Albano
La zona del pordenonese è una terra poco conosciuta per la qualità dei suoi vigneti, eppure è una zona da conoscere meglio sotto questo aspetto. La diffusione della viticultura è agevolata dalla presenza delle “grave”, estensioni di terreni alluvionali che, in Friuli, occupano tutta la vasta area centrale, compresa la pianura formata dal fiume Tagliamento tra le province di Udine e di Pordenone.
Un microclima ideale, generato dalla protezione offerta dalle Alpi e dalla presenza del mare a sud,  facilita le coltivazioni. La pianura, di origine glaciale e alluvionale per la presenza dei fiumi, è caratterizzata dalla presenza di una varietà di terreni distinti tra Alta e Bassa pianura.
La parte alta è solitamente caratterizzata da imponenti accumuli di ghiaie e sassi definiti "Magredi" (terre magre). In questa estensione,  di origine alluvionale, i terreni danno un habitat ideale per la coltura della vite.
A sud,  il carattere torrentizio dei fiumi si fa lento e calmo a creare una pianura solcata da molte acque: il fiume Meduna, il Noncello, il Fiume e molti altri rivoli danno ricchezza idrica alla zona, la rendono insolitamente ricca di limo e di argilla, ideale per vitigni autoctoni che acquistano grande forza e vigore.
 Le "Grave Grasse" di Fiume Veneto, per esempio, danno vita a vini dalla struttura originale.
Il Friulano, una volta chiamato Tocai, ha ora con questo nome una maggiore tradizione.
La raccolta delle uve avviene nelle prime due settimane di settembre e il mosto ottenuto è una cuvee di mosto vinificato in bianco e macerato, per esaltare la tipicità del vitigno. Ha colore giallo paglierino intenso, delicato e fruttato.
Il Refosco, note tipiche del vitigno sono forza, personalità e unicità. L'uva, raccolta i primi giorni di ottobre, viene macerata insieme alle bucce per circa due settimane. Completata la fermentazione, il vino trascorre un lungo periodo in serbatoio d’acciaio dove l'alternanza delle stagioni garantisce il raggiungimento del suo equilibrio. Colore rosso rubino intenso, con profumo vinoso selvatico
Il Traminer Aromatico, detto anche Sclins, "Scricciolo" in lingua friulana, è ottenuto da uve passite. L'uva, raccolta a fine ottobre in piccole cassettine, viene posta ad appassire per 4/6 settimane.
Successivamente il poco mosto ottenuto fermenta lentissimamente in tonneaux di rovere francese e in serbatoio d'acciaio. La fermentazione si arresterà naturalmente dando un vino di rara bellezza ed equilibrio. Ha tutte le caratteristiche aromatiche del Traminer, amplificate dalla passitura e un bellissimo colore giallo dorato.

La Tavola Peutingeriana

Tabula Peutingeriana
A Vienna, presso la Biblioteca Nazionale, si trova un'interessante, e unica nel suo genere, carta stradale romana giunta sino a noi. E' la Tabula Peutingeriana, così chiamata dal nome del suo primo proprietario conosciuto, Konrad Peutinger. Il luogo del ritrovamento non è conosciuto, ma datga del 1507. La Tavola, invece, è una riedizione medievale (sembrerebbe del XII secolo) di uno di quei testi romani chiamati "Itineraria", che riproducevano su più pergamene arrotolate e cucite fra loro il mondo conosciuto fino allora, visto attraverso la pianta delle strade romane.
E’ una mappa singolare, che va dalle Colonne d’Ercole (lo Stretto di Gibilterra) fino all’India, con la sola mancanza della Britannia e della penisola iberica (la Spagna), non perché non fossero conosciute, ma perché queste porzioni della mappa sono andate perdute.
La tabula si estende fino all’estremo limite orientale, disegnando anche (non sappiamo se per conoscenza diretta o per sentito dire) le terre al di là del confine dell'Impero romano (oltre all’India, si riconosce la Birmania, l’isola di Ceylon, Le Maldive e la Cina).
Proprio la sua connotazione estremamente moderna e pratica di carta stradale la rende tanto singolare. I territori risultano schiacciati e allungati per venire incontro alle esigenze di privilegiare il disegno dei percorsi stradali, lastricati e non, rendendo per sommi capi le parti geografiche (mari, colline e catene montuose, fiumi e città, grandi foreste e zone desertiche). Anche il riferimento ai punti cardinali viene abbandonato per privilegiare la direzione delle strade, tanto che interi territori assumono una posizione leggermente deformata rispetto alla realtà e i paesi ritenuti più importanti occupano una superficie maggiore rispetto a quella reale. Ad esempio, l’Italia è disegnata in posizione orizzontale invece che secondo la classica direttiva nord-sud, e si estende su ben cinque pergamene.
L’intero sistema viario è invece dettagliatamente disegnato, con i suoi elementi salienti: punti di sosta per il cambio dei cavalli, guadi di fiumi e traghettatori, passi di montagna, e addirittura le strade a senso unico! Non mancavano, ovviamente, le indicazioni delle distanze esatte tra un centro abitato e quello successivo, espresse in miglia romane oppure in leghe (per la Gallia), nonché le informazioni "turistiche", con l’indicazione, ad esempio, dei centri termali oppure di vere e proprie osterie con tanto di nome. Insomma, una sorta di guida Michelin ante litteram.

lunedì 16 luglio 2012

La Stella Alpina

Negli anni dal 1947 al 1955 la Stella Alpina era una gara di velocità in salita, con un percorso di  circa 1.130 chilometri, una sorta di rally in cui 120,500 chilometri erano costituiti da tratti di velocità in salita che determinavano la classifica finale. Nel ’55 Gendebien la fece in 1ora 39’15”1/5, alla media di 72,843 Km/h.

La Jaguar SS 100

La Jaguar SS 100 dei coniugi De Tassis
La Jaguar SS 100 fu disegnata da Sir William Lyons, e prodotta fra il 1936 e il 1940 dalla SS Cars Ltd di Coventry, England. L’ultima vettura pare fosse stata consegnata nel 1941. Nel 1936 il nome Jaguar fu dato ad un nuovo Salone e dopo di allora a tutte le auto della casa inglese. Dopo la guerra, visto il cattivo ricordo che avrebbe generato la sigla SS, la casa automobilistica fu chiamata “Jaguar”.

Curiosità di Cles

Cles oggi è un piccolo borgo al centro della Val di Non, che si estende intorno ad un promontorio su cui sorge il castello di Cles. Una fortezza possente e articolata, costruita forse attorno ai resti di una torre di vedetta romana, che si specchia nelle acque del lago artificiale di Santa Giustina. Una volta la collina su cui sorge il castello sorvegliava il ponte in legno che collegava la borgata di Cles all'Alta Anaunia, oggi sommerso dalle acque del lago. Da questa fortezza arrivarono attorno all'anno mille i Signori di Castel Cles, il cui capostipite fu Vitale de Clesio e il cui più illustre personaggio fu Bernardo Clesio, cardinale e Principe Vescovo di Trento, Cancelliere Supremo nonché presidente del Gran Consiglio segreto del re Ferdinando I.
Nel 21869 a Cles fu scoperta la Tabula Clesiana, un’iscrizione romana in bronzo datata 15 marzo 46 (d.C.) che porta inciso l'editto col quale l'Imperatore Tiberio Claudio concedeva la cittadinanza romana agli Anauni, ai Tulliassi (che forse identificava il popolo dell'attuale Val Rendena) e ai Sindoni (con ogni probabilità le popolazioni della Val di Sole). Con questo atto le popolazioni delle valli entravano a far parte del Municipium di Trento ricevendo così lo stesso trattamento di quelli delle città, e tutte le irregolarità compiute nel passato venivano sanate. L'editto di Claudio era probabilmente esposto al pubblico mediante affissione ad una parete. L'iscrizione, ritrovata casualmente durante uno scavo, oggi è conservata a Trento al Civico Museo del Castello del Buonconsiglio; una copia è visibile a Cles nella piazza del Municipio.

giovedì 12 luglio 2012

Eva al Volante arriva a quattro

eva al volante 2010 Roma
Al volante solo donne per Eva al Volante. Donne pilota che ogni anno a fine estate si sfidano sulle strade in un viaggio-competizione organizzato dall’ASI (Associazione Automoto Storiche) per promuovere la passione femminile per le auto d'epoca. Una dopo l’altra tre edizioni  passate di questa manifestazione si sono svolte sempre a Roma, con un programma di viaggio originale: giro turistico in auto storica per la capitale, gettandosi a capofitto nel traffico cittadino, ma con la scorta della Polizia in motocicletta, per arrivare a Piazza Venezia dopo aver percorso le vie principali della città e aver sfilato per i Fori Imperiali, e poi, il giorno dopo, la più classica gita fuori porta. Nel 2010 il programma comprendeva una passeggiata al Campidoglio e la visita della grande struttura interna dell’Altare al Milite Ignoto, e poi il cocktail di benvenuto della città alla Taverna Ulpia sopra il Foro di Traiano, mentre le auto restavano esposte ai turisti. Alla sera cena di gala all'Antico Circolo del Tiro a Volo ai Parioli e, per il giorno seguente, una visita alla chiesa bizantina di San Nilo a Grottaferrata per concludere la gara dopo alcune prove cronometrate con il pranzo nella splendida Villa Tuscolana a Frascati.
Quest’anno, però, a sorpresa, Eva al Volante si sposta a Riccione. Saranno infatti la riviera romagnola e il Principato di San Marino ad ospitare le pilotesse e i loro equipaggi. La data prevista: sabato 13 e domenica 14 ottobre, mentre il programma prevede, per il primo giorno, dalle 8.00 alle 10.00 le verifiche e poi tre tappe molto impegnative ricche di prove di regolarità: ore 10,30 partenza della 1° tappa Riccione - San Marino con arrivo in Piazza della Repubblica. Saluto delle Autorità e Cambio della Guardia al Palazzo del Governo. Pranzo e visita libera al centro Storico. Ore 15.00 partenza 2° tappa San Marino - Riccione con numerosi rilevamenti. Sistemazione presso l'Hotel Promenade di Riccione e possibilità di Wellness presso il Prana Spa. Cena di gala e sfilata di moda abbinata alle vetture in Viale Ceccarini.
Domenica 14 ottobre Ore 10.00 partenza da Viale Ceccarini per la 3° tappa Riccione - Gradara con numerose prove di precisione. Arrivo a Gradara e visita del Borgo medioevale e del suo castello, dove si conobbero Paolo e Francesca,  i celebri amanti cantati da Dante. Ore 13.00 pranzo presso il "Mastin Vecchio" in ambiente medioevale e premiazione degli equipaggi. Una due giorni molto intensa e severa dal punto di vista sportivo, a testimonianza della maturità agonistica ormai acquisita da questa gara, pur con gli spunti turistici e culturali immancabili in ogni gara ASI.

mercoledì 11 luglio 2012

Stella Alpina: una giostra medievale in chiave moderna

Trento, città di vescovi e di castelli, accoglie ogni anno una sfida che ha il sapore del passato. Un passato recente però, diverso da quello delle sue torri e dei suoi palazzi antichi. E’ la Stella Alpina, una competizione di auto d’epoca che ricorda le giostre e i tornei medievali, sia per l’impegno agonistico che richiede, sia per lo spirito di cavalleria che accomuna i suoi concorrenti.
Tre giorni di gara, dal 6 all’8 luglio, 600 chilometri di percorso che scavalca spesso i duemila metri e misura i concorrenti su 99 prove speciali di regolarità a tempo imposto e 11 controlli orari.
C’ero anch’io quest’anno, ma c’erano soprattutto auto storiche di quelle come se ne vedono di raro. Quelle che per guidarle, su queste strade di montagna, bisogna avere muscoli nelle braccia e orecchio allenato ai giri del motore nei cambi di marcia. Come la Aston Martin Le Mans del 1933 di Giordano Mozzi e Stefania Biacca, un’auto di cui furono costruiti solamente 130 esemplari, o la Jaguar SS 100 del 1938 guidata da Rinaldo De Tassis, la prima a segnare l’ingresso nell’automobilismo del nome Jaguar. C’era la Fiat Morettini 508 S dell’equipaggio Riboldi-Riboldi, e due Lancia Aprilia del 1938 e del 1939, una ciascuna per i campioni Giuliano Cané con la navigatrice Giovanna Gallini e per Mario Passanante e consorte. E c’era anche la Fiat 1100/103 cabriolet “Monterosa” classe 1955 del duo Scapin-Morandi, che ha disputato tutte le 27 edizioni di questa gara.
Gara che si ripete oggi nella sua formula per auto storiche, ma che dal 1947 al 1955 era una di quelle terribili gare di velocità in salita, e che salite! Dodici edizioni per la Stella Alpina in versione velocità (con vincitori famosi come Taruffi e Bertone) e 27 edizioni per la rievocazione storica in versione regolarità per auto storiche, organizzata dalla Scuderia Trentina  Storica, che negli ultimi tre anni ha riservato il premio alle auto create entro il 1955, e aperto le porte alle auto storiche post 1955 con un trofeo speciale, la Stella Alpina Touring.
L’avventura è iniziata venerdì 6 giugno, con l’arrivo a Trento e la visita al Castello del Buonconsiglio, dove era allestita quest’anno, guarda caso, la mostra “I Cavalieri dell’Imperatore. Tornei, battaglie e castelli”. Nelle sale del Castello, rifugio al calore di questo luglio torrido, armature, spade e codici antichi fanno scordare per un attimo il mondo esterno. Si ammirano le prime copie stampate dell’Orlando Furioso, o i manuali di vestizione e di giostra con le loro illustrazioni dettagliate. E gli affreschi: si passa dalle scene di vita comune dipinte dal Romanino del cinquecentesco Magno Palazzo, a tratti comiche e a tratti cruente, alle gotiche allegorie dei mesi nella Torre Aquila, di mano sconosciuta.
 Un breve viaggio nel tempo prima della partenza della gara da piazza Dante per la prima tappa, che ci porta subito ad Andalo dopo dodici prove speciali, con una sosta alla collezione Bruno Tait, raccolta di auto d’epoca italiane e straniere con pezzi unici, come una delle prime automobili Ford costruite in America.
 Andiamo ancora avanti, costeggiando il Lago di Santa Giustina e Molveno. Subito l’aria si fa fresca, e immancabile arriva il temporale: dai finestrini appannati si vede poco, ma quanto basta per ammirare il castello di Cles, e poi ridiscendere verso il Parco Naturale dell’Adamello fino a Pinzolo. Ancora una salita per arrivare infine al Passo Carlomagno in serata, dopo 110 chilometri, e per la sfilata nel centro di Madonna di Campiglio, fra turisti un po’ stupiti e curiosi ad ascoltare lo speaker che descrive auto e concorrenti al loro passaggio. Senza sosta, si sale al Rifugio alpino di Malga Montagnoli, il cuore delle Dolomiti di Brenta.  La pioggia ci lascia, la coltre delle nuvole spesse rimane a fondo valle e noi, lassù a 1850 metri, ammiriamo qualche stella.
Il sabato seguente è la giornata più dura: quattro passi alpini, 350 chilometri, 71 prove speciali. Sfilano via veloci Pietralba in Valdegna e il suo Santuario, il Cernis e il Latemar, il Passo Lavazé, Cavalese e la Val di Fiemme, la Val di Fassa, il Passo Sella, la Val Gardena e l’Alpe di Siusi con Ortisei e Castelrotto, Bolzano, il Passo Mendola, la val di Sole e ancora una volta Passo Carlomagno. Ritorniamo a Madonna di Campiglio per il controllo orario e una breve sosta, prima della cena di gala al Carlomagno Zeledria Hotel Resort & SPA. L’ospitalità fa la differenza in questi casi, e da questo punto di vista, grazie agli organizzatori della Scuderia Trentina Storica, c’è tutto quello che non doveva mancare.

Cena e dopo un sonno pesante, la partenza per l’ultima tappa, quella che ci porta al Passo Duron per poi scendere giù a costeggiare i laghi di Toblino e di Cavedine, e poi fino a Riva del Garda.
A Riva le auto fanno passerella, poi si fermano nella piazza sotto il Municipio, e la folla è tanta ad ammirarle. Un bambino curioso, che arriva appena all’altezza del parafango, s’intrufola nell’abitacolo di una storica, si aggrappa stupito e felice al grande volante in radica prima che i genitori lo sollevino per trascinarlo via.
Al pranzo e cerimonia di chiusura presso l’Hotel du Lac et du Parc di Riva del Garda, tanti premi per tutti, bottiglie di spumante, pneumatici e skipass, grazie agli sponsor Cantine Ferrari, Pneumatici Marangoni e l’APT della Provincia di Trento, ma soprattutto trofei per i vincitori della Stella Alpina. Giuliano Cané, grazie alla sua esperienza ha superato Mario Passanante e Giordano Mozzi, ma è un podio eccezionale: Cané è plurivincitore della Mille Miglia, Mario Passanante annovera tanti trofei ASI e CSAI, e Mozzi è reduce della vittoria alla Mille Miglia del 2011.
Premi anche per chi viene da più lontano: al Direttore dell’Alfa Romeo Brasile, Wanderley Natali, presidente del club Alfa Romeo Brasile, che ha corso in coppia con la moglie sull’Alfa Romeo dell’amico trentino Rinaldo De Tassis, e ancora un tocco di internazionalità per la presenza al quinto posto del trio Colpani-Horigome e signora su Fiat 1100/103 del 1957, equipaggio misto bresciano-giapponese, la prima del Sol Levante alla Stella alpina.
Per me un secondo posto nella speciale classifica Stella Alpina Touring riservata a vetture post ’55, dopo qualche difficoltà con la strumentazione impazzita e qualche inventiva estemporanea del mio navigatore, dotato di poco senso d’orientamento. Ma è comunque un successo. E la gioia di essere arrivati in fondo: in tre giorni abbiamo fatto di tutto: scalato passi da 1600 metri e oltre, corso per strade sconosciute, sfidato la temperatura dell’acqua in costante salita nel motore. Ma abbiamo respirato anche l’atmosfera vera del Trentino, quello delle malghe solitarie fra i covoni di fieno, foreste di pini e prati che si aprono improvvisi come un grande respiro. Un angolo tranquillo di quelli che rimangono a lungo nel cuore.

giovedì 5 luglio 2012

La Prima Volta: Vienna-Trieste

La mia prima avventura è stato l’Oldtimers Rallye Wien-Triest (la Vienna Trieste, come la chiamano gli italiani). Un raduno per auto d’epoca da non perdere, di quelli come oramai se ne trovano di rado. Partenza da Vienna, tantissima gente, da tutta Europa. Tutti su auto stupende. E poi c’era la bellezza di quella città mitteleuropea a fare il resto. Insomma, già da subito mi sono persa. Ma è stato un piacere, girare per Vienna, affiancarsi alle auto così grandi, così diverse, del giorno d’oggi. La Lancia Fulvia coupé ai suoi tempi non era un’auto particolarmente piccola, anzi, era un coupé assai comodo. Ma oggi le automobili hanno altezze vertiginose, e la larghezza, poi….Ad ogni momento mi sembrava di venir spazzata via.
Alla fine, però, sono arrivata allo
Schloss Schoenbrunn, il Castello di Sissi, e poi in un attimo ero fuori città. Ho potuto correre, scappare via verso la campagna assolata. Era un sabato di fine agosto, le strade semideserte ed il percorso studiato dagli organizzatori della Oldtimer passava attraverso silenziosi paesini dalle vie lastricate, le case tappezzate di gerani. Un castello o una fortezza qua e là, a dominare qualche piccola collina. Poi ho ritrovato gli altri concorrenti. Certo non ero l’auto più vecchia, ce n’erano di molto più antiche di me. Prime fra tutte, le Alfa Romeo 8C, mitiche eroine della Mille Miglia, uscite per l’occasione dal Museo Alfa di Arese. C’erano le eleganti Balilla Coppa d’Oro, con le grandi ruote e la forma ancora così simile alle carrozze di una volta.  Vederle correre giù per quelle strade bianche, immerse nel verde, sembrava di fare un salto nel tempo. Dovunque passassimo, la folla si assiepava ai bordi delle strade, si affacciava alla finestra e ci salutava! Poi, passata la Carinzia e una volta arrivati alla Strada Alpina del Grossglockner, ci hanno accolti immancabili i temporali…e allora ho ringraziato la mia trazione anteriore e la mia sicura tenuta di strada, soprattutto nel breve tratto in territorio sloveno, strade dall’asfalto insidioso, il fango che correva a fiumi.
E infine, a due giorni dalla partenza ed altrettante soste in paesini di cui è difficile ricordare il nome, l’arrivo in Italia. Un veloce passaggio per Palmanova e poi a Sistiana, sul mare. E infine Trieste. Un tramonto magnifico ci ha accolto nella nostra sfilata lungo le Rive. Poi, posteggiate in bella mostra in Piazza Unità d’Italia, per farsi ammirare da tanta gente. Alla fine, per la prima volta ce l’avevo fatta, ero arrivata in fondo. E dopo questa prima sfida una cosa mi sono portata dietro per sempre: la certezza che, se hai lo spirito giusto, né gli anni né i chilometri ti faranno mai invecchiare!