E' una storia che non cessa di stupire quella della Abarth e del suo creatore, Carlo Abarth, che proprio ispirandosi al suo segno zodiacale creò a cavallo fra gli anni '50 e '60 una delle più emozionanti avventure nel mondo delle auto da corsa.
Tutto inizia quando Karl Albert Abarth nasce a Vienna, in Austria, da un sottotenente dell'esercito imperiale asburgico. Ma la famiglia paterna era originaria di Merano, e così, quando l'Alto Adige fu annesso all'Italia dopo la fine della 1° Guerra mondiale, Karl e la sua famiglia si trasferirà a Merano. Una veloce ma itnensa esperienza di pilota da corsa, sulle motociclette e sulle auto poi, gli valsero l'ammirazione ma anche l'ostilità di qualche scuderia: le sue fortune furono invece maggiori come revisionista di veicoli e collaudatore di nuove soluzioni. Da qui parte la sua fortuna e la sua passione per il mondo delle auto da corsa.
Le alterne vicende della seconda guerra mondiale lo vedono trasferito a Lubiana, a dirigere una fabbrica di materiale gassoso, poi profugo prima di ritornare in Italia, poi ancora collaboratore di Ferdinand Porsche e persino per un breve periodo venditore di tappeti, fino ad entrare a far parte della Cisitalia. Qui conosce grandi piloti da corsa come Tazio Nuvolari e Piero Taruffi, ma è il legame con Ferry Porsche a costituire la sua maggiore fortuna. Fortuna che finisce quando la Cisitalia chiude, lasciandogli però in eredità le sue macchine e tanti pezzi di ricambio. E da quel materiale (e dal suo ingengo) prende vita la sua grande intuizione: quella di formare dei kit epr la trasformazione e la preparazione di veture da corsa. Scegliendo come simbolo il suo segno zodiacale, lo scorpione, crea così la sua ditta, specializzata in elaborazioni, a Torino.
Il primo prodotto è il kit di trasformazione del comando del cambio della "Topolino". L'invenzione che però renderà celebre il marchio dello scorpione è quella legata all'impianto di scarico dell'auto. Le marmitte elaborate Abarth acquisiscono un suono più potente, oltre a migliorare ampiamente le prestazioni. Altri prodotti Abarth saranno le pompe acqua e i gruppi collettori.
Il suo nome resterà legato per sempre alla rielaborazione della Fiat 600 (1955) per ricavarne la "750 GT" e a quella della 500 (1958), rielaborata insieme ai carrozzieri Zagato e Pininfarina.
E' l'inizio della leggenda: Abarth stipula un accordo con la Fiat di Vittorio Valletta, a cui nel 1971 cederà l'azienda. Prima però si concede ancora un excursus in Porsche, rielaborando e creando la Porsche 356 B GTL.
La storia dello Scorpione non si ferma, e continua con la creazione di tanti modelli, fra cui la Fiat 124, la Fiat 131, la Ritmo, la A 112 e tante altre, tutte auto dai successi inossidabili. Fino ai giorni attuali, in cui il nome dello sscorpione sopravvive (uno dei pochi casi fra i marchi degli anni '60) completando la FIAT 500 Abarth odierna.
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