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mercoledì 16 luglio 2014

Stella Alpina: tante auto storiche sulle Dolomiti e un successo bresciano


i vincitori Spagnoli-Bellini
L’incanto della Val di Fassa e della Val di Fiemme, le cime delle Dolomiti, la splendida veduta del lago di Garda dall’alto e poi tantissimi momenti di piacere alla guida scollinando sui quattro passi: il Sella, il Gardena, il Pordoi e il Costalunga. E poi Passo Carlomagno e Madonna di Campiglio.
Tutto in poco meno di tre giorni: è la Stella Alpina, la manifestazione nata nel 1984 come rievocazione storica per ricordare una delle più importanti gare di velocità su strada del secolo scorso, organizzata dall’Automobile Club di Trento dal 1947 al 1955 con la partecipazione dei più grandi campioni della storia dell’automobilismo, che con questa sua 29° edizione, in attesa del trentennale che si preannuncia come ancora più sfavillante, ha presentato quest’anno tante novità.
Anche nella classifica: la gara, all’insegna delle regole dell’ASI, ma riservata alle vetture storiche “ante ‘55” che si è conclusa nel fine settimana dell11-13 luglio, ha visto il trionfo dei bresciani Franco Spagnoli con il giovanissimo, 16 anni appena, Michele Bellini, alla loro prima partecipazione, davanti alla coppia Mozzi-Biacca, vincitori dell’ultima Mille Miglia e grandi favoriti della vigilia, che erano alla ricerca del terzo successo nella regolarità trentina dopo le vittorie ottenute nel 2010 e 2013.


Una competizione che, comunque, mantiene sempre le sue caratteristiche di appuntamento molto competitivo e impegnativo per i piloti e le auto, chiamati ad affrontare ben quattro passi dolomitici su 540 km di percorso in tre tappe e quasi cento prove speciali. E lo hanno riconosciuto anche i primi in classifica: all’arrivo il vincitore Franco Spagnoli, 58 anni, imprenditore bresciano, ha detto infatti soddisfatto: ”Mi avevano parlato bene di questa manifestazione e confermo quanto di buono sentivo dagli amici che l’avevano corsa in passato. Percorso davvero unico, con tante prove come piace ai veri driver, impegnativo soprattutto per vetture come la nostra ma che dà soddisfazione quando vedi il traguardo. Se poi concludi in testa alla generale è davvero ancora più bello. Tutto è filato liscio grazie anche al mio navigatore Michele Bellini, studente liceale di 16 anni, che non ha sbagliato un colpo dimostrandosi un vero fenomeno al cronometro.” Giordano Mozzi ha invece commentato: “Venire qui per noi è sempre un piacere ed un onore. Gli amici della STS sono encomiabili sotto ogni punto di vista proponendo una gara per veri piloti. Nel tappone del sabato le cose non sono girate per il verso giusto ma può capitare una giornata storta. Ci siamo riscattati nella terza tappa ma non è bastato. Onore ai vincitori”.
Alla partenza quasi 50 equipaggi, comprese le apripista: una serie di Ferrari moderne che hanno corso per la speciale classifica a loro riservata: primo posto per la coppia Schenk-Schenk davanti a Scaravonati-Fabbro e Zobele-Trentinaglia
19 le auto ante ‘55, fra cui alcuni splendidi esemplari storici come la rara Fiat Ghia 508 S del 1933 del vincitore Franco Spagnoli o la Fiat Giannini 750 dell’unica donna in gara, la coraggiosissima Manuela Gobbi che con la sua Barchetta è arrivata quest’anno seconda alla Mille Miglia. Da ricordare anche la particolare Fiat 1100 103 TV Trasformabile  di Enzo Scapin che ha partecipato a tutte le 29 edizioni della Stella Alpina.
In gara erano anche ammesse, per la speciale classifica della Stella Alpina Touring, le vetture post ’56: altre venticinque auto, dalle 356 Porsche B e C alle MG A, alle Alfa Romeo Giulietta e Spider, fino alla più recente Volkswagen Karman Ghia del ’74.
E’ stata quindi premiata la scelta voluta quattro anni fa dalla Scuderia Trentina Storica, il club organizzatore, con il suo presidente Silingardi, di fare della Stella Alpina una competizione che brilla in solitudine per la sua particolarità.
L’edizione 2014 è stata caratterizzata anche dalla presenza di alcuni equipaggi stranieri, fra cui  la coppia giapponese Horigome-Sakai con la Triumph TR2 del 1955.
Nuovi anche gli sponsor, come la Banca Galileo, che da quest’anno affianca la Scuderia Trentina Storica nel sostenere la manifestazione.
Partenza da Trento, questa volta dallo scenografico piazzale del Muse, il nuovo museo della Scienza progettato da Renzo Piano, e subito una serie di prove su strada, a Pergolese prima e poi nei pressi del Lago di Cavedine, quindi la corsa fino a Ponte Arche per l’ultima serie di prove fra i boschi della campagna trentina. E infine l’arrivo in serata alle Terme di Comano, dove in una piazza affollata gli equipaggi hanno ricevuto il caloroso benvenuto dell’APT locale e degli alpini, per poi proseguire fino al fine tappa a Madonna di Campiglio.
Il sabato la consueta tappona dolomitica, con il giro del Sellaronda, i quattro passi alpini che superano i duemila metri: il Gardena, il Pordoi il Campolongo e il Sella e il passaggio per la Val Gardena, la Val di Fassa e la Val di Fiemme prima del pranzo a Colfosco all'Hotel Cappella.
Una veloce sosta a Cavalese, dopo le serie di prove nei piazzali della funivia del Latemar e del Cermis, prima del ritorno a Madonna di Campiglio per la serata di gala. Domenica, infine la terza e ultima tappa, con la discesa verso il lago di Garda passando per le valli Giudicarie e di Ledro e l’arrivo a Riva con la sfilata sul lungolago, poi il pranzo e le premiazioni all’Hotel du Lac et du Parc Grand Resort.
Dietro i primi sul podio si sono piazzati i novaresi Cristina-Baroli, che nella tappa finale hanno saputo consolidare il piazzamento conquistato a Madonna di Campiglio. Quarta piazza finale per i bresciani Iacovelli-Bertoletti, Porsche 356 del 1954 che al termine del weekend di gara hanno preceduto Ronzoni-Ronzoni, Fiat 1100 /103 Tv del 1956, D’Antinone-De Biase, Mercedes 190 SL del 1959, Colpani-Cristiano, Jaguar XK 120 del 1952, Girardi-Mastellini, Porsche 356 Pre A del 1955, Roversi-Miglioli, Lancia Aurelia B20 del 1954, e Manuela Gobbi, in coppia con Riccardo Riboldi.
Nella speciale classifica riservata alle vetture post ’55 denominata “Stella Alpina Touring” il successo finale edil trofeo Ronzoni è andato al “solitario” Carlo Ballabio, portacolori della Scuderia Trentina Storica su Alfa Romeo Spider Junior del 1969, che ha preceduto sul podio Pighi-Colla, Porsche 356 Roadster del 1961, e Garilli-Draghi, Alfa Romeo Giulia spider del 1962. La Coppa Base riservata alle scuderie è stata invece ad appannaggio della Brescia Corse, mentre la Scuderia Morandi è risultata la più numerosa al via.

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