Era il 1959. Il Primo Segretario preso l'Ambasciata Italiana a Teheran riceve una lettera di trasferimento. Nella vita professionale di un addetto d'ambasciata, si sa, i trasferimenti sono la prassi. Ma questa volta si tratta di un ritorno a casa. Si va a Roma. Per sempre. Renzo Falaschi, che era arrivato in Iran pochi anni prima con la famiglia, si era fatto trasportare nella capitale persiana, via mare, la sua inseparabile Giulietta Sprint. E ora che deve ritornare in Italia, decide di non rinunciare alla sua auto ma, per evitare di doverla rispedire via mare, ha una brillante idea. Decide così di partire in auto, proprio con la sua amata Giulietta, e di affrontare gli oltre 5.000 chilometri (di cui 3.000 non asfaltati) che lo separano dalla sua destinazione finale proprio in auto.
La sua avventura, testimoniata da una serena lettera inviata alla casa automobilistica Alfa Romeo per raccontare la sua avventura, ed un filmato 8 mm. Ferraniacolor testimoniano il suo viaggio. Un'avventura che sembra di rivivere nelle poche righe del suo racconto: partito con carte, riserva d'acqua e di carburante, olio, vari utensili, Falaschi insieme alla moglie e il figlio diciassettenne non si spaventa di dover guidare per chilometri e chilometri mantenendo le ruote sempre posizionate sulla cresta della carreggiata, per evitare di strisciare la pancia della vettura sul suolo, si beve in dieci tappe ilpercorso che ha messo alla prova vetture ben più resistenti, come le Chevrolet e le Jeep.
Alla fine gli unici disagi toccati risulteranno essere una foratura e l'allentamento di alcuni bulloni.
Così, alla conclusione del raid, la casa automobilistica Alfa Romeo ha potuto utilizzare il filmato per farsi pubblicità. Ed al proprietario regalare una revisione gratuita della sua Giulietta.
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