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sabato 13 luglio 2013

Gloria alla Fulvia Coupé tornata dalla Pechino - Parigi

Per le Fulvia Coupé nulla è imposibile. E ce lo dimostra Gian Maria Aghem che, con la sua avvincente cronaca di gara della  5° edizione della PECHINO PARIGI 2013,  ci fa sognare.  Partiti da Pechino il 28 maggio, Gian Maria Aghem e   Piergiovanni Fiorio-Trono, torinesi, con la loro Lancia Fulvia Coupé 1300 numero 57 hanno portato in questo raid durato fino al al 29 giugno l'unica testimonianza italiana in una gara estenuante e proibitiva, che si svolge ogni tre anni.
La Fulvia Coupé dei torinesi Aghem - Fiorio Trono ha attraversato, in questo mese di corsa, otto paesi. La Cina appunto, e poi Mongolia, Russia, Ucraina, Slovacchia, Austria, Svizzera e Francia.
Alla fine dei 12.250 km. all’arrivo nella famosa Place Vendome le vetture hanno fatto una sfilata d'onore. Aghem ha raccontato le sue peripezie: sopravvissuti agli sterrati mongoli, ai tormentati asfalti russi e alle prove speciali di velocità in circuito e su sterrato, che hanno caratterizzato le ultime tappe, sono stati attardati da un unico inconveniente: una foratura che ha fatto perdere tempo nell'economia della gara.
Per il resto, La vettura si è comportata molto bene, con altri piccoli interventi di normale routine, come per la sostituzione di pezzi usurati a causa delle condizioni del percorso a volte proibitive. La preparazione è stata realizzata dai tecnici savonesi Italo Barbieri e Roberto Ratto, che hanno letteralmente “inventato” delle soluzioni, che certo nei rally europei di qualche giorno, ricchi di punti di assistenza e con carburanti di uso normale, non sono certo necessarie. Nella Fulvia sono stati stivati tutta una serie di ricambi, due ruote di scorta, doppio serbatoio, doppie batterie, strumenti di navigazione ecc. come ha detto Aghem: “cosi combinata pesa come un TIR” Concludere una simile gara rappresenta certo una grande soddisfazione per la piccola Lancia e per un equipaggio che era all’esordio in un raid di questa portata.
E alla domanda se stanno già pensando all’edizione 2016, la risposta è: "Chissà? ".
Piero Fiorio Trono ha dichiarato: “ lo rifarei, ma con una compagna, per condividere le emozioni. La Mongolia è fantastica, a parte la Capitale, anche i cavalli sono felici…e sereni. Troppo bello”.
A proposito della cilindrata, la Fulvietta si è provata ad essere la vettura in gara con il motore più piccolo e perciò, a dire di Aghem, in qualche prova ha potuto difendersi, ma non primeggiare. Ci sarebbero voluti tanti cavalli in più! Pur non essendo dei novellini i nostri piloti non avevano mai partecipato ad una competizione così lunga, che ha messo a dura prova anche il fisico, se si pensa che in 31 giorni di gara ci sono stati solo quattro giorni di riposo, peraltro quasi interamente dedicati ai controlli e agli interventi sulla Lancia.
Orgogliosi di essere arrivati al traguardo a Parigi, a Place Vendome, l'equipaggio italiano ha anche ottenuto un buon piazzamento in classifica: dosando gli sforzi e sapendo condurre con saggezza le prove hanno concluso all’ottavo posto nel gruppo delle vetture costruite dal 1942 al 1975 – il più numeroso – e al quinto posto nella classifica di classe delle vetture con cilindrata sotto i 2 litri.
La Lancia Fulvia di Aghem ha anche portato in giro per questa parte di mondo le insegne dell’ ASI – Automotoclub Storico Italiano, del Veteran Car Club di Torino e dell’ACI di Torino. Per la cronaca la gara per le vetture sino al 1942 è stata vinta dagli inglesi Garrat - Brown su Chevrolet Fangio Coupé mentre nel gruppo delle più moderne nel quale erano inseriti Aghem e Fiorio Trono si sono affermati gli australiani Crown - Bryson su Leyland P76 che monta un motore Rover V8 di 4400 cc.

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