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mercoledì 8 maggio 2013

Ancora sulla 100 Miglia delle Terre Gonzaghesche

E' una pianura dolce e amabile quella che si stende fra l'Emilia e la Lombardia, e abbraccia le province di Mantova e Reggio. Una pianura calma, ricca di terre coltivate, interrotta in lontananza dall'Appennino. Paesi piccoli ma dai nomi importanti: molti sono annoverati fra i borghi più belli d'Italia. Come San Benedetto Po.
L'orizzonte ha colori morbidi, corposi come velluto. Sono i colori che Rubens era venuto a scoprire in Italia, alla corte dei Gonzaga.
E’ in queste terre che si svolge ogni anno la 100 Miglia delle Terre Gonzaghesche, la manifestazione di regolarità per auto d'epoca che passo dopo passo i soci della Scuderia Sport Storiche Guastalla hanno portato a crescere fino a diventare una tappa importante del Campionato Torri e Motori.
Ne parliamo ancora perchè, oltre a ricordare i vincitori Fortin-Pilé, che lo scorso 5 maggio hanno conquistato il successo e il Trofeo Ferrante Gonzaga per la seconda volta e la targa Pro Loco Gonzaga, vogliamo raccontare qualcosa di più di questo evento ben riuscito e meritevole. Prima di tutto perchè ha visto gli equipaggi del M.I.T.E. - il progetto che permette a navigatori non vedenti e ipovedenti di competere alla pari, insieme ad un pilota vedente, con l'ausilio di roadbook scritti in braille - piazzarsi onorevolmente in classifica. Il tredicesimo posto è andato a Leo Fabbri, che aveva già conquistato importanti piazamenti sempre correndo per il progetto M.I.T.E., questa volta affiancato a Daniela Fiordalisi, Consigliere dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Brescia, già navigatrice di top driver del calibro di Viaro e Claramun. Al quarantatreesimo posto sono arrivati  Gianluca Bianchetti con il navigatore quasi esordiente Leonardo Di Clemente, mentre cinquantaduesima la coppia di casa, Emanuele Ferraresi e Chiara Tirelli, Presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Reggio Emilia.
Anche per la bellezza del percorso scelto quest’anno dagli organizzatori merita un elogio. Un percorso veloce e coinvolgente, che da Guastalla (in Piazza Mazzini, davanti alla Cattedrale ancora danneggiata dal terremoto) ha toccato Suzzara e Pegognaga, San Benedetto Po e Bagnolo San Vito. Località separate da larghe distese di verde, accarezzate dal grigio corso del Po, lento e maestoso in questa primavera di piogge. Un luogo che è fra le ricchezze d'Italia. E non solo come ai tempi dei Gonzaga, signoria che ha lasciato sul territorio testimonianze di arte e potere. Ma anche per i prodotti conosciuti da tutti, come il Parmigiano Reggiano, ingrediente di tante prelibatezze culinarie di queste zone. E difatti il Consorzio del Parmigiano Reggiano era fra i sostenitori della manifestazione.
Armonie per il palato e per i sensi, ma anche divertimento per chi ama le quattro ruote. Per gli appassionati delle auto d'epoca, strade perfette, veloci, con curve mozzafiato che svoltano repentine sui bordi dei fossati, segnano con angoli acuti i confini dei campi coltivati, per poi tornare a correre dritte, per la gioia di chi vuole provare a premere sull'acceleratore. E bivii, un intrico caotico, che ha messo alla prova l'abilità dei navigatori. E poi ancora, la gente: poche le case, sparse qua e là nella pianura, ma quando sentono il rombo di un motore li vedi apparire in tanti, tutto sul bordo della strada a salutare. Gesti antichi a cui è bello riabituarsi.
Poi c'erano le 40 prove speciali, venti per tappa, tutte concatenate in un unico, lungo tragitto. Anche con alcuni passaggi veloci, nelle piazze dei borghi storici, o nella grande spianata davanti a Palazzo Te. E a Mantova, in Piazza Sordello, un passaggio che non poteva mancare.  Tutta la gara era da correre col fiato sospeso, fino all'arrivo a Sabbioneta, dopo aver attraversato il ponte di barche sul Po.
A Sabbioneta, una conclusione stilisticamente perfetta nella città perfetta, capolavoro del Rinascimento italiano. Alle premiazioni tenutesi nello splendido Teatro Olimpico, era facile inorgoglirsi anche per la nostra cultura, fatta di bellezze e creatività. Anche le carrozzerie delle auto storiche ne sono un esempio: fra i più famosi disegnatori di auto ci sono difatti tanti italiani. Senza dimenticare che, proprio in questa gara, un omaggio all'inventiva tutta nostrana lo hanno portato i giovani della Kaitek, una ditta produttrice di batterie al litio che hanno partecipato con la loro creazione: un'auto elettrica Citroen Saxo, che si è mangiata via, senza bersi un goccio di benzina, tutto il percorso di questa ottava edizione della 100 Miglia delle Terre Gonzaghesche.

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