La Coppa dalla Favera entra così nella storia per essere una delle gare che si corrono da più tempo, senza nulla togliere alla sua fama di gara "dura" per la difficoltà che impone ai motori e ai piloti, costretti a rincorrere la vittoria sulle salite del Monte Grappa, in una velocissima tornata tutta notturna su seicento chilometri e venti prove di vera abilità alla guida. E che fosse una gara dura lo provano i numeri: partiti in circa 120 da Padova in Prato della Valle alle 19 del 9 febbraio, solo 78 concorrenti sono transitati all'arrivo. Fra "dritti", rotture e ritiri, insomma, la Coppa dalla Favera ha fatto un bel po' di "vittime", per fortuna solo in senso metaforico.
Per tutti, però, comunque sia finita, la Coppa dalla Favera rimane una di quelle competizioni che ti ricordi per tutta la vita: una Mille Miglia tutta in una notte, si potrebbe dire, che ti tiene con il fiato sospeso fino all'ultima curva, fra montagne di neve e un buio pauroso, cattivo, che i fari allo iodio perforano con rabbia. Si parte sperando che tutto vada bene, che la meccanica non tradisca, che i riflessi rimangano pronti e vigili per tutte quelle interminabili quattordici ore. E solo i più bravi ce la fanno.
Quest'anno il più bravo è stato Boschieri, uno dei più quotati per la vittoria. Fra lui e il secondo arrivato un distacco notevole.
Tantissime le vetture indimenticabili al via: dalle Fiat 124 Abarth alle Lancia Fulvia HF Coupé, dalle Alpine A110 alle Porsche 356 e 911: un parco di auto da competizione che vale la pena di tornare a vedere correre anche sulle strade di tutti i giorni.
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