Una scoperta enogastronomica. I tortellini – nodi d’amore, nel nome originario, furono inventati a Valeggio sul Mincio. E poi i ravioli di zucca, i risotti (alla pilota, alle erbe, a tanti altri gusti) sono solo alcune delle sorprese che ha riservato il Trofeo Marco Magelli, 18° edizione, organizzato dall'AMAMS e partito da Mantova il 6 ottobre, per i trenta partecipanti con le loro auto storiche. Delle vittorie sportive abbiamo già detto: adesso gustriamoci invece a ritroso questo bellissimo itinerario che ha colto nel segno, ponendosi fra le migliori manifestazioni ASI per auto storiche. Il pregio di questo Trofeo Magelli 2012 è stato proprio aver portato a riscoprire i gusti ed i luoghi della storia, percorrendo strade comode e adattissime alle auto storiche, con curve larghe, asfalto levigato e pochi guard-rail, così da poter ammirare il paesaggio anche se si è seduti su una sportivissima barchetta o su una bassa spider degli anni '60.
Un percorso equilibrato come tempi e medie di percorrenza, con le prove speciali concatenate (tutte da percorrere rigorosamente con cronometri meccanici in mano, perché nelle gare del trofeo Zanon è vietato l’uso di altra strumentazione), adatte sia alle auto più antiche che a quelle più recenti. E c’erano auto invidiabili per rarità ed eleganza: dalle due barchette Fiat Stanguellini Sport e Bottega 1100 Sport, oppure dalla Citroen Traction Avant 15 Six alla Lancia Aurelia B10 e alla Jaguar XK 150 fino alla bella serie di Alfa Romeo Giulietta Spider (tutte rigorosamente rosse).
Partenza da Mantova sabato 6 ottobre, dalla caserma dei Vigili del Fuoco, dove i concorrenti hanno potuto ammirare il piccolo, ma copioso, per numero di veicoli, Museo che raccoglie tutti i mezzi usati nel tempo dai Pompieri, a cominciare dalle prime botti con pompa alle imbarcazioni del Mincio fino agli elicotteri.
E poi via verso Castel d’Ario, paese natale del grande Tazio, e Valeggio sul Mincio, attraversando le zone coltivate del mantovano, fra frutteti e campi. Sosta a Borghetto di Valeggio sul Mincio, un borgo che ha conservato tutte le caratteristiche di antico nucleo produttivo medievale, con i tanti mulini ad acqua e il grandioso ponte gonzaghesco sul fiume, vera fortezza e dogana storica fra il Ducato di Mantova e quello di Milano.
Dopo Valeggio, poco distante, un passaggio attraverso i luoghi della battaglia di Solferino (con un po’ di attenzione, si potevano vedere, su alcune cascine usate come avamposti o luoghi di vedetta, i segni dei combattimenti ) e poi l’arrivo a Gardone Riviera, dove al Savoy Palace Hotel in un incontro serale lo scrittore Cesare De Agostini ha raccontato alcuni passi inediti della vita di Tazio Nuvolari. Così nascono le leggende, poteva essere il titolo di questo breve racconto. C'era tutto: da quando il Nivola spense i fari alla 1000 Miglia per arrivare alle spalle di Varzi nel buio e superarlo, o quando volò fuori pista a Tripoli e, il giorno dopo, nonostante i forti dolori alla schiena, chiese di provare l’auto per vedere se riusciva a resistere per un gran premio. O quando lanciò il volante della sua Cisitalia, rottosi in gara, e continuò a guidare usando solo una razza del pignone dello sterzo…una scena resa famosa da una celebre fotografia, che colse l’attimo del lancio del volante rotto e oramai inservibile…. E infine, l’invito al Vittoriale e l’incontro con Gabriele d’Annunzio, nel 1932, quando Nuvolari era oramai una leggenda vivente, come pilota affermato all’Alfa Romeo. In quell’occasione, d’Annunzio chiese a Nuvolari di vincere per lui il Gran Premio successivo. E così avvenne. Alla Targa Florio, un Nuvolari vittorioso ricevette un telegramma dal poeta, che lo celebrava come espressione della razza e del “Buon Sangue Mantovano” …. Segno dei tempi. Ma la cosa più importante, forse da pochi conosciuta, è che Nuvolari conservasse, nella sua stanza, due sole dediche importanti a lui care: quella dell’amico e meccanico Telemaco Vareschi, che lo festeggiava vittorioso al Circuito del Piave e quella appunto di D’annunzio dopo la vittoria alla Targa Florio, che aveva seguito di pochi giorni l’incontro al Vittoriale, a cui Nuvolari teneva particolarmente.
Domenica 7 ottobre il via alla seconda tappa con l’attraversamento delle colline moreniche e ancora il passaggio da Solferino e dall’Ossario che ricorda la battaglia, per proseguire verso Castellaro Lagusello, uno dei paesi medievali meglio conservati del mantovano, e poi l’arrivo a pochi chilometri da Mantova, nella splendida villa Schiarino Lena scelta per il finale, sotto le volte affrescate con eleganti cupidi....che siano stati loro ad ispirare i nodi d'amore?
Partenza da Mantova sabato 6 ottobre, dalla caserma dei Vigili del Fuoco, dove i concorrenti hanno potuto ammirare il piccolo, ma copioso, per numero di veicoli, Museo che raccoglie tutti i mezzi usati nel tempo dai Pompieri, a cominciare dalle prime botti con pompa alle imbarcazioni del Mincio fino agli elicotteri.
E poi via verso Castel d’Ario, paese natale del grande Tazio, e Valeggio sul Mincio, attraversando le zone coltivate del mantovano, fra frutteti e campi. Sosta a Borghetto di Valeggio sul Mincio, un borgo che ha conservato tutte le caratteristiche di antico nucleo produttivo medievale, con i tanti mulini ad acqua e il grandioso ponte gonzaghesco sul fiume, vera fortezza e dogana storica fra il Ducato di Mantova e quello di Milano.
Dopo Valeggio, poco distante, un passaggio attraverso i luoghi della battaglia di Solferino (con un po’ di attenzione, si potevano vedere, su alcune cascine usate come avamposti o luoghi di vedetta, i segni dei combattimenti ) e poi l’arrivo a Gardone Riviera, dove al Savoy Palace Hotel in un incontro serale lo scrittore Cesare De Agostini ha raccontato alcuni passi inediti della vita di Tazio Nuvolari. Così nascono le leggende, poteva essere il titolo di questo breve racconto. C'era tutto: da quando il Nivola spense i fari alla 1000 Miglia per arrivare alle spalle di Varzi nel buio e superarlo, o quando volò fuori pista a Tripoli e, il giorno dopo, nonostante i forti dolori alla schiena, chiese di provare l’auto per vedere se riusciva a resistere per un gran premio. O quando lanciò il volante della sua Cisitalia, rottosi in gara, e continuò a guidare usando solo una razza del pignone dello sterzo…una scena resa famosa da una celebre fotografia, che colse l’attimo del lancio del volante rotto e oramai inservibile…. E infine, l’invito al Vittoriale e l’incontro con Gabriele d’Annunzio, nel 1932, quando Nuvolari era oramai una leggenda vivente, come pilota affermato all’Alfa Romeo. In quell’occasione, d’Annunzio chiese a Nuvolari di vincere per lui il Gran Premio successivo. E così avvenne. Alla Targa Florio, un Nuvolari vittorioso ricevette un telegramma dal poeta, che lo celebrava come espressione della razza e del “Buon Sangue Mantovano” …. Segno dei tempi. Ma la cosa più importante, forse da pochi conosciuta, è che Nuvolari conservasse, nella sua stanza, due sole dediche importanti a lui care: quella dell’amico e meccanico Telemaco Vareschi, che lo festeggiava vittorioso al Circuito del Piave e quella appunto di D’annunzio dopo la vittoria alla Targa Florio, che aveva seguito di pochi giorni l’incontro al Vittoriale, a cui Nuvolari teneva particolarmente.
Domenica 7 ottobre il via alla seconda tappa con l’attraversamento delle colline moreniche e ancora il passaggio da Solferino e dall’Ossario che ricorda la battaglia, per proseguire verso Castellaro Lagusello, uno dei paesi medievali meglio conservati del mantovano, e poi l’arrivo a pochi chilometri da Mantova, nella splendida villa Schiarino Lena scelta per il finale, sotto le volte affrescate con eleganti cupidi....che siano stati loro ad ispirare i nodi d'amore?
Grazie a tutti e grazie soprattutto alla passione dei molti amanti delle auto d'epoca che da sempre al Trofeo Magelli esprimono la propria passione nel modo migliore!
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